"Io Lavoro", la job fair di Torino: ottima per chi cerca lavori manuali, ma poco utile per i laureati

Marco Panzarella

Marco Panzarella

Scritto il 07 Apr 2015 in Storie

Gianni e Luca hanno 27 anni e sono entrambi laureati in architettura al Politecnico di Torino. Come tanti coetanei, faticano a trovare un impiego: solo lavoretti sporadici, utili a mettere da parte qualche spicciolo, ma lontani anni luce dal loro percorso di studi. Eppure hanno dei curriculum ben fatti: in formato europeo, la foto in alto, curati dal punto di vista grafico. Quando hanno deciso di trascorrere il pomeriggio a "Io Lavoro", la fiera organizzata qualche giorni fa al Lingotto di Torino, giunta alla diciottesima edizione, ne hanno stampati una decina ciascuno, da lasciare a eventuali aziende interessanti e, soprattutto, interessate ai loro profili. Peccato che dopo un'ora trascorsa a girare fra gli stand, i cv dentro la cartellina siano sempre gli stessi. «Qui per noi non c'è nulla» confessano scoraggiati alla Repubblica degli Stagisti: «La maggior parte delle offerte riguarda altri settori, credevamo ci fossero agenzie diverse, queste non ci servono». 

In effetti, basta guardarsi intorno per capire che la maggior parte degli stand offre colloqui ad aspiranti animatori, estetisti, parrucchieri. O a soggetti interessati alla ristorazione, con decine di annunci rivolti a baristi, camerieri, cuochi, addetti alla cassa. La sensazione è che per tanti laureati non ci sia molto. Forse questa fiera non è pensata per loro o, più probabilmente, le aziende interessate ai cosiddetti "alti profili" preferiscono utilizzare canali diversi per la selezione. «Dopo aver consegnato il curriculum ho parlato delle mie esperienze, di quello che mi piacerebbe fare, dei miei interessi, speriamo vada bene» dice Mario, 33 anni, originario del sud Italia, laureatosi anche lui al Politecnico. Ad ascoltarlo sono due ragazze più giovani di lui, neolaureate. Si dicono tutti sorpresi - e in effetti è sorprendente - dalla giovane età di chi ha il compito di scegliere. Mario è ingegnere e quando è arrivato a Torino credeva che con una laurea al "Poli" non ci sarebbe stato nessun problema a trovare lavoro. Purtroppo per lui fino ad oggi le cose non sono andata così bene. 

Una fila lunghissima attira l'attenzione, è lo stand dell'Ascom Torino. I cartelli incollati con lo scotch ai pannelli che formano la struttura mostrano annunci, anche in questo caso, per baristi, camerieri, segretarie. «Ho fatto il barman per tre anni, poi il locale ha chiuso e sono rimasto disoccupato» racconta Lorenzo, 32 anni, della provincia di Torino. «Con i clienti me la cavo bene e conosco il mio mestiere, spero di trovare qualcosa. A mio parere il Salone è utile, soprattutto per chi cerca lavori dove conta la manualità. Inviare un curriculum a bar e ristoranti non serve, meglio andare di persona. Qui ci sono molti datori di lavoro, alcuni importanti, si risparmia molto tempo, in un pomeriggio fai tutto». A fare la coda insieme a lui c'è la fidanzata, impiegata in un negozio di abbigliamento come commessa. «Sono venuta anch'io, magari trovo qualcosa, mi piacerebbe lavorare con i trucchi, ne capisco di makeup».

L'ultima edizione di "Io Lavoro" prima di questa di fine marzo si era tenuta lo scorso novembre al Pala Alpitour, e per gli organizzatori era stato un grande successo: più di 10mila partecipanti, 15mila colloqui offerti e un candidato su quattro che ha trovato una qualche forma di impiego. Molti nelle agenzie di animazione, che adesso in vista dell'estate offrono lavori stagionali a giovani profili. Questa dunque potrebbe rivelarsi una buona occasione per Paola, che si è diplomata l'anno scorso e ora è disoccupata. «Mi piacciono i bambini, potrei lavorare nei mini club dei villaggi turistici e magari fare anche un po' di vacanza». Sono davvero tanti in fila nell'area dedicata all'animazione. Chi esamina i candidati ha solo qualche anno in più e indossa magliette colorate. Quando Paola termina il colloquio sembra soddisfatta. «Credo sia andata bene, oltre a vedere il mio curriculum, mi hanno chiesto cosa mi piace fare, che tipo sono. Magari non è il lavoro della mia vita, ma sarebbe comunque una buona soluzione, l'importante è non stare fermi».

Che l'animazione a "Io Lavoro" vada forte lo dimostrano i numeri della vigilia. I profili ricercati in questo settore, infatti, sono più di 6mila su 8mila opportunità di impiego complessive offerte dalla fiera. Un dato significativo che fa riflettere e che, in qualche modo, fotografa la situazione lavorativa del nostro Paese, sempre più frammentaria, incerta, da vivere alla giornata.  "Io Lavoro" per tanti va bene, è comunque un evento gratuito (nessun biglietto d'ingresso, basta iscriversi), mentre per altri non è utile perché taglia fuori alcuni mestieri importanti, come i due giovani architetti, o l'ingegnere. Rimane comunque una possibilità. Provare non costa niente e per l'esercito dei giovani in cerca di occupazione è comunque un tentativo.

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