Tornano i tirocini in ambasciate e consolati, Quartapelle: ora lavoriamo per riaprirli ai laureati e aumentare l'indennità

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 21 Ott 2017 in Interviste

diplomazia Relazioni Internazionali Scienze politiche stage all'estero

Nell'aprile 2015 la giovane deputata Pd Lia Quartapelle aveva anticipato alla Repubblica degli Stagisti la notizia dell'imminente riattivazione del programma di stage presso il ministero degli Esteri (un tempo Mae, adesso Maeci), in particolare nelle sue sedi all'estero: ambasciate, consolati, rappresentanze permanenti, istituti di cultura. Un'opportunità molto ambita, specialmente dagli studenti di Scienze politiche e in generale da tutti i giovani interessati al mondo della diplomazia, delle relazioni internazionali e della cooperazione. Oggi, a pochi giorni dalla chiusura del nuovo bando (348 opportunità disponibili, la finestra per le candidature chiuderà lunedì 23 ottobre alle 17), Lia Quartapelle torna a fare il punto sui tirocini Maeci-Crui.


Il programma Mae-Crui era stato interrotto nel 2012 e poi sostituito nel 2015 da un nuovo Maeci-Crui sperimentale, con tre mini-bandi: il primo da 82 posti uscito a luglio 2015, il secondo da 77 posti a ottobre 2015, e il terzo da 82 posti a gennaio 2016. Per un totale di (soli) 241 posti. Chi erano stati, allora, gli interlocutori?

Quando sono stata eletta nel 2013, una delle tante questioni che mi venivano segnalate dai giovani e che mi parevano meritevoli di attenzione e lavoro riguardava proprio l’interruzione dei tirocini Mae-Crui. Infatti mi occupo di politica estera e la mia esperienza mi ha insegnato in prima persona quanto sia importante poter fare esperienze all’estero, sul campo, per sperimentarsi in questa dimensione e capire se si vuole proseguire con quel tipo di carriera. Un’opportunità che centinaia di ragazze e ragazzi non avevano più, a causa di un groviglio normativo che aveva portato alla sospensione brutale e poi all’interruzione. Nessuno sembrava avere il tempo e la pazienza per districarlo. Con atti parlamentari abbiamo sollecitato il governo e, finalmente, siamo riusciti a fare sedere attorno al tavolo i ministeri interessati, Miur e Farnesina, e la Conferenza dei Rettori per trovare delle soluzioni. Servivano delle risorse. Con un emendamento alla Camera le abbiamo trovate e inserite nella legge di bilancio. E infatti dopo qualche mese, con la firma degli allora ministri Gentiloni e Giannini, il programma è ripartito, anche se ancora in via sperimentale.
 
Poi da gennaio 2016 a settembre 2017 non c'è stato più nessun bando. Perché questo stop?  
Per fare ripartire il programma lo avevamo agganciato alle risorse stanziate per la campagna di candidatura dell’Italia in Consiglio di Sicurezza. Un principio che ci ha sempre guidato era infatti che il programma dovesse prevedere almeno un piccolo rimborso spese per i tirocinanti. Un principio di equità, perché integrare le nostre rappresentanze diplomatiche con le energie dei tirocinanti era un modo per rafforzarle. Quando è finito il periodo di campagna, però, si sono esauriti anche i fondi. E abbiamo dovuto ricominciare...

E arriviamo dunque a oggi, e al nuovo bando. La ripartenza è di nuovo frutto di un lungo lavoro: chi sono stati gli interlocutori stavolta, nell'ultimo anno e mezzo? Quali sono stati i problemi principali che hanno impedito di aprire bandi Maeci-Crui per 20 mesi?  
L’esperienza dei bandi tra il 2015 e il 2016 era stata un grande successo, in termini di entusiasmo dei tirocinanti, ma anche di soddisfazione della nostra amministrazione che aveva potuto contare sul loro apporto. Da parte della Farnesina abbiamo riscontrato una forte volontà di collaborare per farli ripartire e al Miur e alla Crui si sono detti pronti a trovare le risorse e gli strumenti per rendere i tirocini strutturali. A quel punto abbiamo chiesto di estendere la platea dei partecipanti e di includere tra gli enti riceventi anche i Consolati, gli Istituti di Cultura e l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo per estendere al massimo la platea dei partecipanti.
 
Gli IIC sono importanti, in questo bando, perché garantiscono l'opportunità di potersi candidare anche ai tanti laureati in Lingue e altre classi di laurea che invece sono escluse dal poter concorrere per i posti nelle sedi diplomatiche "tradizionali", ambasciate e consolati. Gli ICC saranno dunque compresi stabilmente nei prossimi bandi?
Assolutamente sì, sono inseriti ufficialmente nella nuova convenzione siglata nello scorso mese di giugno che contempla anche le Scuole italiane all’estero e le sedi dell’Agenzia per la cooperazione, che auspichiamo siano pronte per essere incluse nei prossimi bandi.

In questo nuovo bando i 348 posti sono tutti all'estero: la Farnesina non appare tra i soggetti ospitanti. Come mai? C'è in previsione nei prossimi bandi che si aprano posizioni anche all'interno della Farnesina?
Il senso di questo programma è di promuovere le esperienze all’estero dei giovani che sono interessati a farlo. È il grande valore aggiunto di questo programma. I tirocini Maeci-Crui aiutano a uscire dal giardino di casa e a guardare il mondo, premiando la curiosità degli studenti e dei neolaureati e la loro voglia di mettersi al servizio del proprio Paese.
 
A proposito, quando sarà il prossimo bando? E quanti posti metterà a disposizione?
Ci dovrebbero esser tre bandi ogni anno. Il numero dei partecipanti dipenderà dalle richieste e dalle disponibilità delle sedi riceventi, nonché dalle condizioni di sicurezza che in alcuni luoghi sono in costante evoluzione. Prevedibilmente sarà un programma già in grado di coinvolgere più di 1000 ragazze e ragazzi ogni anno, ma ora vorremmo riuscire ad estenderlo ulteriormente.

Ora l'obiettivo è riaprire questa opportunità anche ai neolaureati, attraverso un bando ad hoc per tirocini extracurriculari. A che punto siamo su questo?
È una battaglia ancora in corso sulla quale abbiamo incontrato alcune resistenze, ma ci stiamo lavorando, perché sono convinta che per i neolaureati un’esperienza all’estero di questo tipo sarebbe davvero preziosissima.
 
Avete qualche idea rispetto a come/dove reperire i fondi? I tirocinanti extracurriculari, secondo la nuova legge della Regione Lazio (dove ha sede legale il ministero degli Esteri), devono essere pagati obbligatoriamente 800 euro al mese. Avete valutato questa novità? Ciò significherebbe dover trovare all'incirca 250mila euro per ogni 100 posizioni di tirocinio da aprire a favore di laureati.
Gli attuali rimborsi per i curriculari sono pagati dalle università di appartenenza dei tirocinanti, anche a valere sulle assegnazioni ministeriali. Lo stesso meccanismo potrebbe attuarsi per i tirocini extracurriculari formativi e di orientamento attuati entro 12 mesi dalla laurea, per i quali le università potrebbero restare gli enti promotori. Eventualmente si dovranno trovare risorse aggiuntive, ma non stiamo parlando di miliardi di euro, bensì di piccoli investimenti a basso costo che generano importanti benefici per i giovani. Siamo stati determinati nel garantire il rimborso a tutti i curriculari, lo siamo ancora di più per garantirne uno più elevato ai tirocinanti già laureati.

Realisticamente un bando Maeci-Crui aperto a neolaureati potrà vedere la luce nella prima metà del 2018?
Ho detto delle resistenze incontrate. Lavorerò con tutti coloro che condividono l’obiettivo per attivare quanto prima questa ulteriore opportunità. Una volta assicurate le risorse, bisognerà però stilare una convenzione ad hoc e poi procedere con il bando. Fissiamoci il 2018 come obiettivo.  
 
A proposito di denaro: nei tre bandi sperimentali il Maeci aveva messo a disposizione qualche soldo, impegnandosi a pagare metà dell'indennità (dunque 200 dei 400 euro totali) in caso non riuscisse a garantire un alloggio gratuito. Nell'ultimo bando però i soldi del Maeci sono spariti: resta solo la possibilità di usufruire degli alloggi gratuiti nelle sedi diplomatiche che ne hanno disponibilità, ma esse sono una sparuta minoranza, solo 21 su 251 nell'ultimo bando. Nei prossimi bandi il Maeci tornerà a contribuire anche economicamente a questo programma? O tutto resterà sulle spalle del Ministero dell'Istruzione?
La prima esperienza dei Mae-Crui costava molto meno perché non prevedeva nessun tipo di rimborso. Noi però abbiamo insistito sui principi di dignità e di equità per fare ripartire i tirocini prevedendo almeno una piccola indennità. Siamo riusciti ad ottenerla prima con un Fondo straordinario in dotazione agli Esteri e poi con il Fondo per il sostegno dei giovani e la mobilità degli studenti, coerentemente con le finalità di quest’ultimo.

A livello di numeri, realisticamente si potrà mai tornare al numero di opportunità del vecchio Mae-Crui, 1.800 all'anno?
In due anni siamo passati da zero a 200, e ora a mille tirocini all’estero all’anno. Mi sembra che siamo sulla buona strada.
 
Molte delle critiche a questo bando, raccolte sui social in questi giorni, riguardano l'esiguità dell'indennità. I ragazzi commentano che con 300 euro al mese comunque tutti i meno abbienti continuano a rimanere esclusi, e che la differenza sia ben poca con il tempo dei Mae-Crui, quando il rimborso era a zero. Insomma, che per quanto riguarda una sostenibilità economica, tra 0 e 300 non c'è grande differenza. Cosa rispondi a queste critiche?
Tra zero e novecento euro in tre mesi, c’è grande differenza, specie per coloro che vivono una situazione economica svantaggiata e devono pensare a come coprire tutte le spese. Questo deve essere il nostro obiettivo: arrivare a coprire il 100 per cento delle spese. Non bisogna dimenticare, infatti, che si tratta di tirocini con finalità formativa, che non richiedono un salario, ma l’obiettivo che non vogliamo mancare è che i Maeci-Crui siano davvero un’opportunità accessibile a tutti i meritevoli.
 
Trovare i 4 milioni di euro annuali che sarebbero necessari a garantire stabilmente 500 euro al mese ai tirocini all'interno dell'UE e 1000 euro al mese ai tirocini Extra UE, come la Repubblica degli Stagisti propone da anni, indipendentemente che a partire siano studenti-laureandi (inquadrabili come stagisti curriculari) o neolaureati (extracurriculari) è un obiettivo irrealizzabile al momento?
Questa formula forfettaria può essere un’ipotesi, ma non è detto che sia quella più efficace in termini di equità. I paesi extra-UE sono a volte molto più economici di quelli UE. Mentre gli alloggi a Parigi sono molto più cari che a Bratislava...
 
Qual è l'obiettivo realizzabile?
Ora, il primo obiettivo, come ho detto, sarà assicurare le risorse per riattivare anche i tirocini extracurriculari con un adeguato rimborso. Poi sarà necessario lavorare anche per razionalizzare al rialzo il trattamento per i tirocini curriculari, che nella situazione attuale ogni tanto ottengono soltanto i 300 euro mensili, in altri casi anche un alloggio gratuito e, a volte, anche integrazioni economiche aggiuntive da parte delle sedi all’estero. Dobbiamo consolidare un sistema per cui i trattamenti seguano dei criteri di equità.
 
Cosa succederà l'anno prossimo? Il cambio di governo rischia di ri-bloccare i tirocini Maeci-Crui, o questo bando da 348 posti segna il riavvio in pianta stabile del programma?

I tirocini Mae-Crui sono morti nella scorsa legislatura e sono rinati in questa. Per me sono stati una priorità e quindi oggi ci sono i presupposti perché possano continuare in modo stabile negli anni a venire. Se avrò ancora l’opportunità di occuparmene, la sfida sarà di rafforzarli, in termini di rimborsi e numero dei posti.

Intervista di Eleonora Voltolina

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