Ma le lavoratrici precarie hanno diritto all'assegno di maternità?

Giulia Cimpanelli

Giulia Cimpanelli

Scritto il 11 Ott 2012 in Approfondimenti

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Cosa garantiscono le casse previdenziali alle precarie-freelance per la maternità? In particolare tutte le casse prevedono un’indennità di maternità per le neomamme iscritte alla gestione separata?

La Repubblica degli Stagisti ha scandagliato il mare magnum della previdenza italiana per capirci qualcosa e riuscire a fare chiarezza, a beneficio delle tante giovani precarie che prevedono – o più spesso si limitano a sognare – di fare un bambino.

La cassa più importante è ovviamente l'Inps, che ha una sezione esclusivamente dedicata a chi non è assunto con contratto subordinato e che comprende dunque la maggior parte dei precari, sia quelli in forza presso imprese private sia quelli del pubblico impiego. Ma chi si può iscrivere alla gestione separata dell’Inps? I cosiddetti lavoratori parasubordinati, cioè coloro che sono assunti con i cosiddetti cococo, contratti di collaborazione coordinata e continuativa, a progetto e non.
E poi venditori porta a porta, liberi professionisti senza cassa, lavoratori autonomi occasionali. Ed è proprio la Gestione separata dell'Inps quella che garantisce meno alle lavoratrici: se una donna ha versato meno di 957 euro di contributi nell'anno precedente la gravidanza automaticamente non ha diritto all'indennitá.

Oltre all’Inps, poi, ci sono le tante casse professionali riferite a singoli settori: qui la prima cosa utile da sapere è certamente che non tutte le casse prevedono una gestione separata. Perché molte sono costituite esclusivamente da lavoratori autonomi.

E cosa garantiscono le varie casse a lavoratrici precarie e freelance che entrano in maternità?

Una premessa è d’obbligo: il sito web dell’Inps è decisamente poco chiaro e in diverse pagine si riferisce in termini differenti all’indennità di maternità o al congedo per maternità per lavoratrici parasubordinate. In questo articolo verranno messe in luce e integrate solamente le informazioni certe reperite a due pagine sotto la voce “Lavoratrici e lavoratori iscritti alla Gestione separata Inps” e  sotto il titolo Congedo per maternità alle lavoratrici parasubordinate.

QUALI CASSE?
   

La Repubblica degli Stagisti ha prevalentemente considerato casse in cui sia iscritta un’alta percentuale di donne, in particolare Gestione separata Inps (706mila donne), Enpab Ente nazionale di previdenza e assistenza a favore dei biologi (quasi 8mila donne), Enpacl Ente nazionale di previdenza e assistenza dei consulenti del lavoro (12mila donne), Enpaf Ente nazionale di previdenza e assistenza dei farmacisti (28mila donne), Enpam Ente nazionale di previdenza e assistenza medici (352.260 iscritti), Inpgi Istituto italiano di previdenza giornalisti italiani (13.500 donne), Enpap Ente nazionale psicologi (36mila donne) e Cassa forense (162mila iscritti). Ha poi approfondito anche alcune casse con incidenza minore di donne iscritte come la Cassa commercialisti (circa 17mila donne), Inarcassa Cassa nazionale di previdenza e assistenza in favore degli ingegneri e architetti liberi professionisti (ingegneri iscritti 214mila, architetti iscritti 139mila) e Fondazione Enasarco di previdenza, assistenza, formazione e qualificazione degli agenti e rappresentanti di commercio (30mila donne).

Il primo riscontro interessante è che tutte le casse prevedono un indennizzo di maternità per lavoratrici autonome e precarie.
Ma ovviamente i requisiti e gli importi garantiti cambiano da cassa a cassa. Tra le casse principali in termini di numero di iscritti l’Inpdap (che da poco è stata accorpata all’Inps) non ha mai previsto una gestione separata perché fungeva da organo previdenziale solamente per i lavoratori assunti con contratto a tempo determinato o indeterminato dalle amministrazioni pubbliche.

COSA GARANTISCONO LE VARIE CASSE?


Tutte le casse prese in considerazione garantiscono l’indennizzo di maternità per cinque mesi
, indicativamente così suddivisi: i due mesi precedenti la data presunta del parto e i tre successivi. Quasi tutte versano però l’importo totale in un’unica soluzione tramite bonifico sul conto corrente o assegno circolare. E a quanto ammonta tale una tantum? Dipende dal reddito, nel senso che è proporzionale allo stipendio dell’iscritta. Interessante è capire a quanto hanno diritto le precarie che guadagnano poco, insomma le “milleuriste”. In questo caso, chi due anni prima della gravidanza abbia percepito un’importo pari a 10mila euro lordi percepirà comunque il minimo perché con il calcolo dell’importo, (10.000 x 5 : 12) x 80% raggiunge solo 4mila euro, importo minore a quello minimo previsto da tutte le casse. Per quanto riguarda la Gestione separata dell’Inps ai fini del computo delle indennità il reddito annuo da prendere a riferimento è quello utile ai fini contributivi nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo indennizzabile (due mesi precedenti la data presunta del parto) e l’importo totale dell’indennità è pari all’80% del reddito medio giornaliero moltiplicato per tutte le giornate comprese nel periodo indennizzabile. Il diritto all’indennità spetta a condizione che nei 12 mesi precedenti il mese di inizio del congedo di maternità (o paternità) risultino effettivamente accreditati alla gestione separata almeno tre contributi mensili che raggiungano un minimo stabilito.

Tra le altre casse quasi tutte prevedono un’indennità minima intorno ai 4500 euro e una massima variabile da cassa a cassa.
Molte conteggiano l’importo lordo dell’indennità secondo il medesimo calcolo: reddito del secondo anno precedente l´evento moltiplicato per 80%, diviso 12, moltiplicato per 5.

Per tutte le casse che si comportano in questo modo è utile fare un esempio pratico. Una professionista trentenne iscritta a una di queste casse previdenziali dal dicembre 2010 che partorisca nel 2012, avendo una soglia di stipendio nel 2012 a zero o molto bassa (che non raggiunge la soglia minima) avrà diritto all’indennità minima di 4.500 euro. Una lavoratrice che invece era già iscritta, il cui reddito 2010 ammonti a 12mila euro lordi, dovrebbe prendere 4mila euro. Ma siccome il minimo d’indennità ammonta a 4.500 otterrà comunque questa cifra.

La Fondazione Enasarco non si basa sul reddito ed è più “tirchia” delle altre visto che prevede un assegno di mille euro per il primo figlio, 1250 per il secondo, 1500 per terzo o successivo. Per tutte le casse che presumono una quota minima se l’importo è inferiore a questa, viene liquidata l’indennità minima.

QUANTA ANZIANITA' SERVE PER POTER RICHIEDERE L’INDENNITA'?

Alla Gestione separata Inps il diritto all’indennità di maternità spetta a condizione che nei 12 mesi precedenti il mese di inizio del congedo di maternità risultino effettivamente accreditati alla gestione separata almeno tre contributi mensili comprensivi dell’aliquota maggiorata. In tutte le altre casse se l'iscrizione è inferiore ai cinque mesi nel periodo indennizzabile, l'indennità viene riconosciuta in misura frazionata in base ai giorni di iscrizione maturati nel periodo oggetto di tutela.

MINIMALI E MASSIMALI DA RISPETTARE


In quanto a minimali l’Inps è decisamente l’ente meno generoso: i tre contributi mensili, moltiplicati per 12, devono ragiungere il minimale preposto di 14.334 euro. Per esempio nell'anno 2010 per ogni 319,17 euro versati l'Inps accrediterà un mese e per avere accreditati tre mesi di indennizzo debbono essere stati versati almeno 957,51 euro. Per le altre casse la misura del’indennità minima è intorno ai 4.700 euro, la massima varia di caso in caso ma nella maggior parte dei casi è di circa 23mila euro.

SI PUO' LAVORARE ANCHE MENTRE SI PERCEPISCE L’INDENNITA'?

Mentre la gestione separata Inps impone alle lavoratrici di sospendere l’attività lavorativa attraverso qualsiasi tipologia contrattuale (per esempio una iscritta alla gestione separata Inps che avesse la partita Iva non può emettere nemmeno una fattura nel periodo tra i 2 mesi prima e i 3 mesi dopo il suo parto) nei mesi in cui è riconosciuta l’indennità, le altre casse permettono alle lavoratrici di proseguire con la propria attività freelance.

Giulia Cimpanelli

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