Indagine Excelsior, focus Tirocini / Calano gli stagisti nelle grandi imprese, crescono nelle piccole

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 11 Dic 2010 in Approfondimenti

È uscito pochi giorni fa il focus «Formazione continua, tirocini e stage attivati nel 2009» di Unioncamere, dedicato all'utilizzo dei tirocini da parte delle imprese private italiane. Si tratta di un approfondimento tematico dell'indagine Excelsior 2010 che prende in esame i circa 322mila stage realizzati nel corso del 2009 e ne analizza alcuni aspetti.
Un primo dato significativo è che il numero delle imprese che si rendono disponibili ad ospitare stagisti è in continua crescita: nel 2009 sono state quasi 223.700, «pari al 14,8% dell’universo delle imprese che costituiscono il campo di osservazione dell’indagine Excelsior». Un aumento apparentemente inarrestabile: «Nell’ultimo triennio la quota di imprese che ha ospitato tirocinanti e stagisti si è progressivamente accresciuta: era stata dell’11,9% nel 2007, è salita al 12,8% nel 2008 e si è portata al 14,8% nel 2009; particolarmente significativo l’aumento di due punti percentuali avvenuto nell’ultimo anno, nonostante sia stato proprio questo l’anno di maggiore intensità del ciclo recessivo». In pratica oggi siamo a «quasi 1,4 stagisti per impresa, con un rapporto di 28 ogni mille dipendenti».
La crisi ha poi posto un freno alla crescita a due cifre del numero degli stagisti che si era registrata negli ultimi anni, senza però riuscire a bloccarla del tutto. Secondo i ricercatori di Unioncamere questa è una buona notizia: «Gli andamenti osservati sono in larga parte di segno positivo: aumenta la quota di imprese che hanno ospitato tirocinanti e stagisti, aumenta il loro numero, aumenta il rapporto tra il numero degli stagisti e il numero dei dipendenti delle imprese, aumenta la quota di stages e tirocini che le imprese hanno trasformato o intendono trasformare in vere e proprie assunzioni». La percentuale degli stagisti assunti è in effetti aumentata dal 2008 al 2009 di due punti, ma rimane comunque molto bassa: 11,6%, che significa poco più di uno stagista su dieci.
Resta invariata la maggiore propensione delle grandi imprese a ospitare stagisti rispetto a quelle piccole: «La quota delle imprese disponibili a ospitare tirocinanti e stagisti aumenta, come facilmente prevedibile, all’aumentare delle dimensioni aziendali, dall’11,6% di quelle fino a 9 dipendenti a quasi il 66% di quelle con almeno 250 addetti».
Eppure sotto ci sono mutamenti significativi: Excelsior rileva «un leggero incremento di quota relativa alle piccole imprese (dal 10,4 all’11,6%), un incremento decisamente sostenuto di quella riferita alle medio-piccole, da 10 a 49 dipendenti (dal 14,3 al 22,3%), un incremento quasi altrettanto marcato tra le medio-grandi, da 50 a 249 dipendenti (dal 40,1 al 45,4%); al contrario, solo per le imprese maggiori, con almeno 250 dipendenti, la quota interessata a inserire tirocinanti e stagisti si è ridotta, passando dal 70,8 al 65,8%». Questi dati si aprono a più interpretazioni. I ricercatori di Unioncamere li leggono positivamente: «Piccole e medie imprese sembrano sempre più disponibili a questo “compito” formativo, probabilmente scoprendone anche i vantaggi in vista di future assunzioni, mentre le imprese maggiori hanno forse dovuto ridurre la propria disponibilità, essendo già gravate da problemi di esuberanza di personale e impegnate in processi riorganizzativi: situazioni non certo ideali anche per i giovani aspiranti a svolgere tirocini e stage». Può anche darsi, però, che le grandi imprese (specialmente le multinazionali, spesso regolate da policy aziendali internazionali) abbiano scelto di prendere nel 2009 meno stagisti perché in un momento di crisi non erano sicure di poter offrire loro uno sbocco lavorativo al termine dello stage, mentre le piccole  imprese abbiano scelto di ignorare questo aspetto. Questa lettura trova un riscontro nel dato relativo alla tipologia di aziende che ospitano più stagisti: le imprese che erogano «servizi dei media e della comunicazione» per esempio, che spesso sono società con pochi dipendenti a tempo indeterminato e un gran numero di collaboratori a partita Iva o a progetto, hanno una propensione ad accogliere stagisti più che doppia rispetto alla media (31,9% a fronte di 14,8%, per un totale di quasi 4mila stagisti), così come la tipologia «Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati» (32,1%, circa 25mila stagisti). Peccato che la loro propensione ad assumere sia invece più bassa della media: solo 9,6 stagisti su 100 tra quelli ospitati dalle agenzie di comunicazione ottengono un contratto, solo 8,9 su 100 nell'ambito sanitario-assistenziale.
Leggere il dato dell'aumento del numero degli stagisti e dell'aumento della disponibilità delle imprese ad ospitarli come positivo tout-court è pericoloso, perchè si rischia di non considerare tutta quella consistente fetta di imprese, specialmente piccole e piccolissime, che hanno compreso la grande convenienza degli stagisti e li accolgono a braccia aperte per poter disporre di manodopera - o cervellodopera - a basso costo. Questi aumenti saranno davvero positivi quando ad essi corrisponderà un aumento significativo delle percentuali di assunzione dopo lo stage, ancora drammaticamente basse, specialmente se si considera che una persona su tre nello stage cerca espressamente una via di ingresso nel mercato del lavoro.

Eleonora Voltolina

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- In tempo di crisi i tirocini aumentano o diminuiscono?
- Uno stagista su cinque è in Lombardia, uno su quindici a Milano: anteprima dal dossier Formazione dell'indagine Excelsior 2010

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