«Il tuo primo lavoro Eures», benino i primi passi ma bisogna velocizzare le procedure

Marta Latini

Marta Latini

Scritto il 18 Gen 2014 in Approfondimenti

Oggi il lavoro nell'Unione europea non ha e non deve avere più confini. Non a caso la libertà di circolazione dei lavoratori è un principio sancito dal trattato sul funzionamento dell’Ue all’articolo 45. Un principio da applicare tanto ai lavoratori, spinti a spostarsi all’estero per evitare la disoccupazione o incrementare le competenze professionali, quanto ai datori di lavoro che hanno l’opportunità di accogliere personale di diversa nazionalità e provenienza.
Questo è anche lo spirito de «Il tuo primo lavoro Eures», uno schema di mobilità finanziato dalla Commissione europea lanciato per la prima volta nel 2012 e dedicato alla promozione dell'esperienza di lavoro dei giovani europei in un altro dei paesi dell’Unione. Si tratta di una delle azioni principali delle iniziative faro Youth on the Move e Youth opportunities initiative, nell’ambito della strategia Europa 2020, il cui scopo è quello di conseguire nei futuri sette anni un innalzamento al 75% del tasso di occupazione generale.
L’assegnazione dei finanziamenti passa attraverso una call for proposals, un invito alle organizzazioni interessate a presentare progetti alla Commissione Europea: la prima, aperta nel 2011, ha implementato una serie di progetti della durata di 18 mesi mentre quella del 2012 ne ha finanziati altri cinque, di 12 mesi, avviati nella seconda metà del 2013.
La terza edizione, rivolta sempre a giovani tra i 18 e i 30 anni, è partita a metà settembre e si è chiusa il 10 dicembre, introducendo una novità sostanziale: il bando conta su un budget di circa 5 milioni di euro e le proposte stavolta sono estese anche a tirocini e apprendistati, con l’obiettivo di supportare tra i sei e i dieci progetti così da collocare sul mercato del lavoro almeno 1.500 giovani degli Stati membri.
La Repubblica degli Stagisti aveva tenuto a battesimo il lancio de «Il tuo primo lavoro Eures» ad agosto 2012 e a distanza di un anno e mezzo ha deciso di provare a tracciare un bilancio orientativo dei risultati ottenuti finora in Italia, dove tra il 2012 e il 2013 l’azione preparatoria ha finanziato tre modelli di gestione proposti dagli enti candidati.
I dati ufficiali della direzione generale Occupazione della Commissione Ue dichiarano che è stato stanziato più di un milione di euro (1.025.919) per il progetto della Provincia di Roma della durata di 18 mesi fino a febbraio 2014, 675mila euro per quello del Ministero del lavoro della durata di dodici mesi fino a luglio 2014, e 986mila euro per quello annuale, fino a marzo 2014, promosso dall’agenzia per il lavoro Gi Group di Milano - unico soggetto privato ad aver vinto il bando. La Repubblica degli Stagisti è in grado di tracciare il dettaglio dello stato dell'arte dei tre progetti.
La Provincia di Roma ha ottenuto il finanziamento a giugno 2012, vincolato all’erogazione dei contratti di lavoro, fino a un massimo di 500. In questi mesi, per rendere più agevole l’incrocio della richiesta, sono stati elaborati vari strumenti tra cui il software informatico eujob4eu, a cui è possibile registrarsi per inserire le offerte di lavoro e il curriculum vitae. Il processo è stato facilitato dal potenziamento delle funzioni di Porta futuro, il portale che è ormai diventato uno dei quattro Hub europei della mobilità, dove è possibile realizzare video curricula e utilizzare Skype per il primo colloquio di lavoro.
Dopo la definizione delle posizioni e il vaglio dei cv depositati nel database, lo staff invia all’impresa una rosa dei candidati più idonei. Una stima aggiornata all’inizio di gennaio registra più di 19mila cv in formato Europass inseriti nella piattaforma eujob4eu, di cui 17mila completi di tutte le voci necessarie per essere presi in considerazione, più di 1.364 posti di lavoro disponibili, 280 contratti di lavoro stipulati finora e circa 3mila giovani orientati al lavoro.
Il project manager Dario Manna conferma che i settori più richiesti risultano essere l’assistenza alla persona, la logistica, il turismo, l’ingegneria meccanica mentre i paesi dove ci sono maggiori opportunità sono quelli del Nord Europa. Manna assicura però che l’«azione programmatica» della provincia di Roma non si fermerà a febbraio e che è stata presentata la candidatura per la terza edizione: ad aprile si saprà se le attività potranno essere prolungate per altri 18 mesi.
Anche il team di Gi Group ha bisogno di altro tempo, come conferma
alla Repubblica degli Stagisti Alessandro Nodari, responsabile marketing e comunicazione: «Pensiamo di chiedere una proroga dei termini all’Unione Europea: il programma è sicuramente interessante ma è anche un programma di una certa difficoltà gestionale». Infatti, sebbene il progetto sia iniziato a marzo, «la macchina organizzativa ha cominciato a muoversi a giugno-luglio perché la fase di implementazione di un progetto di queste dimensioni richiede determinati tempi».
Nodari sottolinea come gli unici dati alla mano al momento riguardino il numero dei cv e le richieste delle aziende, per la maggior parte tedesche o del Regno Unito, che hanno bisogno di forza lavoro soprattutto nel campo della ristorazione, della grande distribuzione organizzata e del settore informatico. Da luglio sono arrivati 6.500 curricula, prevalentemente dal Sud Europa, di cui 3.500 dall’Italia: in 1.600 di questi i candidati hanno espresso di preferire il Regno Unito come paese in cui andare a lavorare, in 1.161 la Germania e in 406 la Spagna.
Ora l’azienda è occupata nella seconda fase, quella di screening, ovvero di scrematura del grande numero dei curricula. Tuttavia anche l’incontro tra domanda e offerta si è rivelato più difficile del previsto perché «le aziende vogliono giovani ma con esperienza e un altro grande problema riguarda la conoscenza della lingua»: ad esempio molti ragazzi indicano come destinazione preferita la Germania ma pochi di questi conoscono bene il tedesco.
Le risorse umane presenti nei paesi in cui opera Gi Group, dopo aver effettuato la selezione, provvederanno a organizzare i colloqui e gli incontri con le aziende, direttamente oppure via Skype: nel primo caso ai giovani verrà assicurato un supporto economico, destinato al viaggio per il colloquio all’estero. Contributo esteso alle spese iniziali dell’alloggio e del trasferimento qualora venisse firmato un contratto di almeno sei mesi.
Le condizioni di finanziamento e le modalità di candidatura, tanto per i giovani quanto per le aziende, insieme alle offerte di lavoro più recenti, sono elencate nel dettaglio anche sul portale Cliclavoro. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali è l’ultima realtà in ordine di tempo ad aver avviato le operazioni, anche se con qualche ritardo sulla tabella di marcia, come conferma Carmen Nettis del Coordinamento nazionale Eures precisando che «occorre considerare che l’attività reale è iniziata ad ottobre, anche se è partita ufficialmente a giugno».
Nei due mesi successivi hanno trovato lavoro due italiani nel settore del commerciale, uno in Spagna e uno in Gran Bretagna, una ragazza polacca come grafica pubblicitaria e una ragazza estone come fotografa. L’obiettivo è quello è di «collocare almeno 300 lavoratori» si legge sul portale.
Se «il progetto si rivolge prevalentemente a giovani che stanno per concludere o hanno da poco concluso un percorso formativo o che presentano profili professionali difficilmente reperibili», anche le aziende godono di un'assistenza finanziaria, sebbene valga un distinguo che tende a privilegiare le pmi, «quelle piccole e medie imprese, che credono in un mercato del lavoro europeo e che vedono nella mobilità uno strumento per aumentare la loro competitività». A queste spetta un aiuto aggiuntivo per il programma di integrazione e formazione del neoassunto, a fronte del pagamento di un corso di lingua per il lavoratore di un’impresa con più di 250 dipendenti. La priorità attribuita alle pmi è motivata dal fatto che esse «sono responsabili di più dei due terzi dell’occupazione complessiva in Europa nel settore privato» ma «solitamente non impiegano forza lavoro straniera» recita l’ultimo bando.
Dalla valorizzazione delle pmi al supporto concreto garantito tanto ai lavoratori quanto ai datori di lavoro, «Il tuo primo lavoro Eures» è un’iniziativa piena di buoni propositi ma che deve affinare alcuni aspetti, a partire dall’organizzazione della tempistica nell’avvio dei lavori, per poter riuscire pienamente nel suo intento. A perfezionare la macchina potrà contribuire il sostegno economico del programma del’Unione europea EaSI (Employment and social innovation) che è stato adottato dal Consiglio lo scorso 5dicembre.
Il budget settennale 2014-2020, di 920 milioni di euro, sarà adoperato anche per la definizione di misure in favore dell’impiego e di riforme sociali. Verranno potenziati e ampliati tre strumenti finanziari tra cui Eures, a cui è destinato il 18% della somma totale, circa 160 milioni; questi soldi saranno utilizzati sia per il rinnovamento del portale sia per lo sviluppo di iniziative pilota già sperimentate, come appunto Il tuo primo lavoro Eures.

Marta Latini

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