Il 16 aprile riparte il servizio civile: ammesso per la prima volta l’impiego dei volontari “da remoto”

Rossella Nocca

Rossella Nocca

Scritto il 07 Apr 2020 in Notizie

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A partire dal prossimo 16 aprile i progetti di servizio civile universale attualmente sospesi saranno riattivati e quelli non ancora iniziati potranno essere avviati. Lo ho stabilito il 4 aprile, con una circolare, il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale. Resta il fatto che gli operatori volontari saranno chiamati a esprimere il proprio consenso a prestare il servizio. 

Sono pronti a ripartire, in particolare, 3.600 progetti e 30mila volontari già in servizio prima della sospensione, a cui si aggiungeranno i 10mila il cui avvio era stato rinviato per l'emergenza. 


«Ho ricevuto i messaggi di centinaia di giovani» ha fatto sapere Vincenzo Spadafora, sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio dei ministri con delega alle pari opportunità, politiche giovanili e servizio civile universale «che avevano voglia di continuare la loro esperienza, voglia di mettersi in gioco al servizio della propria comunità»

E così, scaduto il periodo di sospensione dei progetti fissato, il Dipartimento ha deciso che la cosa più giusta da fare fosse dar spazio e voce a questa voglia di contribuire. I giovani «si occuperanno di dare informazioni, gestire donazioni e comunicazioni,» si legge nel messaggio di Spadafora «cureranno il welfare sociale attraverso l’assistenza domiciliare ai più fragili. Saranno linfa vitale per la nostra ripresa, la nostra leva per risollevare il Paese».

Ma come funzionerà la nuova fase? Per quanto riguarda i progetti avviati nei mesi scorsi e rimasti attivi anche dopo la sospensione del 10 marzo, essi proseguiranno e ai volontari attualmente in regime di permesso straordinario sarà chiesto di rientrare non oltre il 16 aprile. 

I progetti attualmente sospesi, invece, dovranno essere riattivati entro il 16 aprile, anche prevedendo una eventuale rimodulazione: fino ad allora i volontari non attivi resteranno in permesso straordinario. 

«Insieme alle organizzazioni e agli enti chiameremo ognuno di voi» comunica ai volontari in una lettera Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum nazionale servizio civile: «Valuteremo insieme cosa ciascuno può e sa fare, organizzeremo le attività nel rispetto delle condizioni imposte dall'emergenza. Ci aspetta uno sforzo come nessuno di noi se lo aspettava, ma abbiamo l'occasione di vivere la più grande esperienza di servizio civile che giovani ed enti abbiano mai affrontato». 

Gli enti che non ritengono di trovarsi nelle condizioni di riattivare i progetti potranno disporre una interruzione temporanea
. Anche in tal caso, in considerazione del momento di difficoltà generale, il Dipartimento ha stabilito che l’assegno mensile continuerà a essere erogato durante il periodo di inattività, come una sorta di “anticipo” sul servizio che sarà successivamente prestato dai volontari. 

Per gli enti impossibilitati a ripartire con i propri progetti sarà in alternativa possibile optare per un “gemellaggio”, ovvero impiegare i propri volontari in attività di altri enti accreditati sullo stesso territorio, presso istituzioni pubbliche che segnalano esigenze specifiche o organizzazioni private senza scopo di lucro non accreditate. Quanto ai progetti non ancora avviati, essi potranno essere attivati secondo quanto originariamente programmato oppure rimodulati in funzione dell’emergenza Covid-19. 

Le attività potranno essere realizzate “sul campo”, nel rispetto delle norme sugli spostamenti, il distanziamento sociale e l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale oppure, qualora non fosse possibile garantire queste condizioni, “da remoto”, novità assoluta per il servizio civile.

Sarà consentito inoltre, in via eccezionale, riarticolare l’orario di servizio sia nel numero di giorni che di ore di impiego, anche prevedendo ad esempio attività a orario intermittente nel corso di una stessa giornata. E ancora, è stata concessa una proroga per le attività di formazione generale e specifica degli operatori volontari e autorizzata, anche in questo caso, la formula “a distanza”.

Le nuove disposizioni sono estese anche ai progetti all’estero e a quelli relativi ai Corpi civili di pace (Ccp), salvo valutazione caso per caso, in raccordo con gli enti titolari. Considerato che la quasi totalità dei volontari ha fatto rientro sul territorio nazionale, sarà assicurata a tutti – anche a chi non aveva ancora avviato il servizio – la possibilità di svolgere una parte del periodo in Italia e poi di procedere a una eventuale interruzione temporanea.

I volontari i cui progetti saranno riattivati e che decideranno tuttavia di non riprendere il servizio dovranno comunicare l’ordinaria interruzione, con conseguente rescissione del contratto di servizio civile universale. 

Novità anche per il bando 2020. Il 30 marzo il Dipartimento ha disposto una nuova proroga del termine per la presentazione dei programmi di intervento – che era stato rinviato inizialmente al 16 aprile – al 29 maggio 2020, per permettere agli enti di servizio civile di dare priorità alla riattivazione dei progetti attualmente sospesi e alla loro rimodulazione. 

Intanto, anche alla luce del ruolo prezioso dei volontari in questo delicato momento storico, la Conferenza nazionale enti per il servizio civile in un documento del 2 aprile ha manifestato l’esigenza di «uscire da questa emergenza con un servizio civile universale stabilizzato e rinnovato», innanzitutto attraverso «risorse per avviare la programmazione triennale con un contingente di almeno 80mila persone nel 2021», ovvero il doppio rispetto ai posti messi a bando per il 2020.  

Rossella Nocca

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