Girl Power, «Io, sviluppatrice web in un mondo di uomini. In questo lavoro conta solo cosa sai fare»

Rossella Nocca

Rossella Nocca

Scritto il 04 Ago 2019 in Storie

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La scienza è sempre più donna. E c’è un’ampia serie di ragioni per le quali oggi, per una ragazza, può essere conveniente scegliere un percorso di studi in ambito Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics). La Repubblica degli Stagisti ha deciso di raccontarle una ad una attraverso una rubrica, Girl Power, che fa sentire la voce di tante donne innamorate della scienza e fortemente convinte che in campo scientifico, di fronte al merito, non ci sia pregiudizio che tenga. La testimonianza di oggi è quella di Francesca Dellisanti, Senior Java Developer per Spindox, azienda dell’RdS network che offre servizi di consulenza, system/business integration e soluzioni IT.       

Ho trent'anni e sono originaria della Puglia. Ho studiato al liceo linguistico, ma lì mi sono accorta che ero più orientata verso le materie scientifiche e che mi affascinava tutta la parte dello sviluppo. Tutti mi dicevano “Se fai matematica non troverai mai lavoro”, così ho deciso di iscrivermi al corso di laurea in Ingegneria informatica, indirizzo automazione, all’università di Siena. Mi sono fermata alla triennale, perché la specializzazione che avevo scelto, in ingegneria elettronica, aveva pochi iscritti e non ha ingranato. Per fortuna nel frattempo ho trovato lavoro e non ho avuto l’esigenza di proseguire gli studi. 

Inizialmente mi avevano proposto un corso di formazione tramite una ditta di consulenza informatica, ma non era pagato: dunque ho preferito continuare a cercare. Ho trovato impiego a Milano in un gruppo che si occupava di test di applicazioni per le assicurazioni, tutto al femminile, con un contratto a progetto. Tuttavia non era quello per cui avevo studiato, quindi sono passata a una società di consulenza informatica, in cui mi occupavo di sviluppo di applicazioni web e di manutenzione su app già esistenti. Lì sono rimasta circa due anni, dopo di che sono approdata in Spindox, a Torino, dove attualmente lavoro e dove ho ottenuto sin da subito un contratto a tempo indeterminato.

Ho cominciato come semplice sviluppatrice, dopo di che ho iniziato a gestire un gruppo di cinque persone (due donne e tre uomini) lato sviluppo e oggi sono un’interfaccia verso il cliente nella gestione sviluppi e rilasci. In questo momento mi sto occupando del progetto di un portale che gestisce viaggi, spedizioni e tracking per un’azienda di logistica che demanda le consegne a terze parti.

Inizialmente, essendomi sempre occupata di cose tecniche, non ero abituata a gestire le interazioni con i clienti, ma oggi anche questo aspetto mi piace. D’altronde credo che in questo noi donne possiamo avere una marcia in più, anche perché abbiamo più pazienza. 

Io lavoro una media di dodici ore al giorno, mi capita di uscire da lavoro alle otto di sera e continuare a casa da mezzanotte alle due di notte. Il nostro non è un lavoro d’ufficio, prendi un impegno e devi portarlo a termine, anche se comporta uno sforzo extra. Per il momento posso permettermelo perché non ho figli e perché il mio compagno fa lo stesso lavoro, quindi... ci comprendiamo a vicenda!

Nessuno ha mai cercato di dissuadermi rispetto alla mia scelta “inusuale” per una donna. Certo ho avvertito più volte il pregiudizio. All’università eravamo due donne a fronte di un centinaio di uomini e una volta un professore, durante un esame, guardando sul libretto i voti che avevo preso agli esami precedenti insinuò: “Quello ti ha messo 30 perché gli hai fatto gli occhi dolci”. 

Anche sul lavoro funziona così: se tu sei donna per far capire le tue ragioni devi metterci il doppio dell’impegno. Una volta stavo partecipando a un progetto in cui eravamo tre ragazzi e due ragazze, e i ragazzi erano convinti che io non mi potessi occupare della parte tecnica. 

Qui in Spindox a Torino siamo dieci donne su una sessantina di persone. Come responsabile però ho una donna e mi è di grande ispirazione: anche lei ha un profilo tecnico e una grande passione e i suoi comportamenti mi insegnano tanto su come agire. 

Il futuro? Mi auguro di continuare a lavorare sul punto di vista tecnico e seguire le richieste del cliente, ma magari di studiare soluzioni per progetti più a lungo termine. Consiglio l’ingegneria informatica perché ti permette di poter trovare subito una stabilità economica, ma anche perché ti fa vedere tante cose diverse in poco tempo, è interessante e, se si decide di cambiare lavoro, non si ha difficoltà a trovare altro. Inoltre dà una forma mentale e apre a diverse possibilità, dall’università all’insegnamento alle aziende: qualunque azienda ormai richiede una figura informatica! 

Inoltre voglio dire alle ragazze è che nel nostro lavoro conta cosa fai e che impegno ci metti. Bisogna essere sicuri di ciò che si fa e andare avanti. Certo tanto dipende anche dall’ambiente, ma bisogna saperlo affrontare e farsi valere sempre! 

Testimonianza raccolta da Rossella Nocca

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