Un sindacato capace di rappresentare le nuove generazioni, Nicoletta Merlo della Cisl ha una strategia

Scritto il 13 Apr 2023 in Interviste

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C'è stato, negli anni, un progressivo scollamento tra i cittadini – sopratutto giovani – e il sindacato. Il mercato del lavoro, specie a partire dalla metà degli anni Novanta, è cambiato, diventando più fluido e precario; e l'avvento di forme contrattuali nuove e sopratutto di modalità di lavoro nuove, spesso svincolate dalla classica “unità di tempo e di spazio”, ha comportato per segmenti sempre più folti di lavoratori una maggiore difficoltà nell'incrociare nella propria quotidianità i sindacalisti, e di considerarli degli interlocutori validi in caso di difficoltà. Inoltre alcune battaglie sindacali combattute negli ultimi anni, come quella contro l'abolizione dell'articolo 18 e contro il contratto a tutele crescenti, a molti sono sembrate battaglie di retroguardia, tese a preservare i privilegi dei lavoratori più anziani a scapito dei nuovi entranti, più che ad assicurare un mercato del lavoro più giusto per tutti.

Eppure il sindacato ha svolto e svolge un ruolo fondamentale nella nostra società. Senza il sindacato non avremo giustizia sul luogo di lavoro. Non avremmo salari equi, un monte ore massimo di ore che i datori di lavoro possono chiedere come prestazione ogni giorno, ogni settimana, ogni mese; non avremmo giorni di riposo prestabiliti, né leggi che tutelano la sicurezza dei lavoratori. Non avremmo tutele per le lavoratrici che vanno in maternità, né per quelle che tornano dalla maternità. Non avremmo armi contro le discriminazioni e contro i licenziamenti ingiusti.

Per questo la crisi di fiducia nei confronti dei sindacati desta preoccupazione e va affrontata. Specialmente se riguarda le giovani generazioni, cioè chi oggi ha appena cominciato a lavorare, o comincerà a breve.  

Parliamo del tema giovani e sindacato in questo episodio del podcast della Repubblica degli Stagisti con Nicoletta Merlo,
responsabile delle Politiche Giovanili della Cisl nazionale.



Prima ancora di incontrare la Cisl, Merlo è stata una giovane amministratrice: assessora per due mandati presso il suo comune di origine a Campo Ligure, in provincia di Genova, e vice coordinatrice regionale di Anci Giovani. Entrata in Cisl a 26 anni, ha fatto anche un percorso europeo nella Confederazione Europea dei Sindacati (Ces) che l'ha portata a far parte dell’Ufficio di presidenza del Comitato giovani della Ces; oggi, a quasi 36 anni, non solo è responsabile delle Politiche Giovanili della Cisl nazionale ma è anche tra i componenti del Comitato Economico e Sociale Europeo.

A lei l'arduo compito di approfondire, gestire e mitigare il progressivo scollamento tra giovani e sindacato, e possibilmente invertire la rotta. Da una ricerca realizzata dall'Iref, l'Istituto di ricerche educative e formative delle Acli – uno studio quantitativo condotto su oltre 2.500 ragazzi tra i 18 e i 29 anni e pubblicato nel 2017
con il titolo “Il ri(s)catto del presente” – emergeva che rispetto alle azioni da intraprendere per tutelare il proprio posto di lavoro, alla domanda “Per difendere il proprio posto di lavoro cos'è meglio?”, solo l'11,1% degli intervistati risponde il sindacato. E quasi il 40% pensa che oggi non ci sia più “modo di difendere il proprio posto di lavoro”.

Ma secondo Nicoletta Merlo più che pensare che i giovani si siano allontanati dal sindacato, bisogna fare i conti con il fatto che il lavoro si è allontanato dai giovani: «Sono ancora troppi i lavoratori precari, i giovani che non riescono a trovare lavoro, per non parlare del problema dei Neet. Quando si analizza l'adesione dei giovani al sindacato, bisogna anche valutare tutte queste circostanze».

Con la fondatrice della Repubblica degli Stagisti Eleonora Voltolin
a nel corso della puntata la sindacalista ripercorre e commenta anche i contenuti del documento “Raccomandazioni per il coinvolgimento dei giovani nei sindacati” pubblicato di recente dalla Ces: stage lavoro cisl nicoletta merloun vademecum che mira a fornire ai sindacati suggerimenti per coinvolgere i giovani lavoratori nelle strutture sindacali, invitando anche a “parlare la lingua dei giovani”, a costruire campagne mirate e utilizzare “strumenti di comunicazione che interessano i giovani e attirano la loro attenzione, come social media, video, podcast o newsletter”.

Il documento focalizza anche la necessità di evitare di predicare bene e razzolare male: e cioè di continuare a escludere le associazioni giovanili nei processi decisionali. “I giovani iscritti sono ancora troppo poco rappresentati negli organi decisionali”, si legge, e bisogna senza indugio cominciare finalmente a “trattare le problematiche che i giovani devono affrontare nel mercato del lavoro. Ideare politiche e iniziative legislative specifiche volte a promuovere meglio i loro diritti, facilitare l’accesso al mercato del lavoro e a lavori di qualità ed ecosostenibili. Sviluppare politiche su temi come apprendistati, tirocini, disoccupazione giovanile, lavoro precario, lavoro su piattaforme digitali, salari dei giovani, contratti a zero ore, discriminazione (sulla base dell’età e di altri motivi)”.

Fino alla proposta di “stabilire quote giovani”. Un male che, al pari delle quote rosa, potrebbe rivelarsi efficace e perfino necessario, anche secondo Nicoletta Merlo.

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