Giornata internazionale degli stagisti, nel "day after" parte l'appello ai ministri: «Stop agli stage gratuiti e normativa comune»

Scritto il 11 Nov 2015 in Notizie

Interns Day Youth Forum

Il giorno dopo la prima Giornata internazionale degli stagisti, balzata in cima alle tendenze dei social network con l'hashtag #internsday, è già tempo di proposte. Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti - che è stata promotrice dell'evento italiano della giornata a Trento - rilancia il tema con due appelli ai due ministri italiani che sono competenti in materia di tirocinio.

Ospite questa mattina di Sky Tg 24, stage lavoro eleonora voltolinaEleonora Voltolina ricorda per prima cosa al ministro Stefania Giannini, titolare del ministero dell'Istruzione Università e ricerca, che in questo momento e ormai già da tre anni di fatto i tirocini curriculari si trovano in un paradossale vuoto relativo: «È un caso di vacatio legis. Dopo i cambiamenti normativi avvenuti a cavallo tra il 2012 e 2013, che hanno di fatto “mandato in pensione” il vecchio decreto ministeriale del 1998 che regolamentava tutti gli stage senza fare distinzione tra extracurriculari e curriculari, questi ultimi sono finiti in un limbo. Si tratta di quelli che vengono effettuati durante il percorso di studio, perlopiù da studenti universitari. In questo caso la competenza è statale, dunque starebbe al ministero dell'Istruzione il compito di regolamentarli, attraverso per esempio un nuovo decreto ministeriale. Con la Repubblica degli Stagisti avevamo già rivolto a Maria Chiara Carrozza, che aveva rivestito l'incarico di Ministro dell'istruzione nel governo Letta, l'appello che oggi rinnoviamo all'indirizzo di Stefania Giannini: non è accettabile che questi tirocini restino sprovvisti di normativa. Anche perché, secondo le nostre stime, si tratta di circa 250mila stage all'anno. Il nostro auspicio è che nella prossima Giornata internazionale degli stagisti, nel 2016, si possa annunciare che questo vuoto normativo è stato finalmente colmato. Anche i tirocinanti curriculari devono essere inseriti in un chiaro quadro di diritti e doveri, scongiurando la possibilità - purtroppo sempre concreta - che il vuoto normativo crei delle sacche di abuso».

Coerentemente con uno dei messaggi principali della Giornata internazionale degli stagisti, e cioè la lotta senza quartiere agli stage gratuiti (al grido di “unpaid is unfair”), l'auspicio di Eleonora Voltolina è che anche per i tirocini curriculari venga introdotto, così come già accade oggi in Italia per quelli extracurriculari, l'obbligo di un rimborso minimo: «Noi suggeriamo al ministro Giannini che andrebbe definito un compenso mensile minimo, sull'ordine dei 200-250 euro al mese, da corrispondere obbligatoriamente a tutti coloro che fanno uno stage curriculare di durata superiore alle quattro settimane. Questo certamente comporterebbe una netto miglioramento delle condizioni di stage e anche di vita delle decine di migliaia di studenti, universitari e non, che ogni anno svolgono questo tipo di formazione on the job».

Il secondo appello della Repubblica degli Stagisti è invece rivolto al ministro del Lavoro Giuliano Poletti, e in generale all'intero governo Renzi. Il punto qui è la semplificazione: «Sembra incredibile a dirsi, ma oggi in Italia esistono ben 21 leggi diverse in materia di tirocini extracurriculari. Eh sì, perché essendo la formazione professionale una materia di competenza esclusiva regionale, ci troviamo nel bel mezzo di un cortocircuito normativo per il quale uno stagista deve sottostare a regole diverse a  seconda della regione dove svolge il suo tirocinio. A noi tutto questo sembra folle e bizantino: la riforma del Titolo V della Costituzione, in agenda proprio nei prossimi mesi, sia una straordinaria occasione per rimettere le cose a posto. Il nostro suggerimento è che lo Stato recuperi almeno una parte della competenza e che, similmente a ciò che già accade per l'istituto dell'apprendistato, Stato e regioni siano competenti insieme sulla materia dello stage. In questo modo lo Stato potrebbe produrre una legge quadro in materia, per garantire a tutti gli stagisti su tutto il territorio nazionale una piattaforma comune di diritti, che poi le regioni potrebbero naturalmente integrare tenendo conto delle caratteristiche specifiche del proprio sistema produttivo, delle condizioni economiche e del mercato del lavoro. Avere 21 normative diverse in materia di stage è fonte di grande confusione» conclude Eleonora Voltolina: «Anche qui il rischio di abuso è dietro l'angolo».

La Giornata internazionale degli stagisti ha quindi avuto anche in Italia il merito di rimettere sotto i riflettori il tema dell'occupazione giovanile e soprattutto della transizione dalla formazione al lavoro.

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