Garanzia Giovani, cambia il meccanismo per pagare i tirocini: ora le aziende “cofinanziano” l'indennità

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 10 Ago 2016 in Approfondimenti

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Con la fine del 2015 la Garanzia giovani è entrata nella sua seconda fase, introducendo delle importanti novità per quanto riguarda il finanziamento dell’indennità di tirocinio. Se precedentemente era finanziata dalle Regioni (nella maggior parte dei casi tramite l’Inps) con fondi comunitari, con l’avvio della seconda fase dal marzo 2016, è previsto tra gli obblighi del soggetto ospitante l’erogazione di una quota di compartecipazione dell’indennità di tirocinio. Un cambiamento notevole che ha lo scopo di responsabilizzare l’azienda. Perché se non ha più lo stagista gratis a spese delle Regioni, ma è obbligata a corrispondergli una somma mensile, sarà più incentivata a dargli vera formazione e un futuro inserimento lavorativo alla fine del tirocinio.

Il cofinanziamento o “compartecipazione” prevede una quota pubblica a carico della Regione e una quota privata stabilita su base regionale: ecco spiegato perché lungo lo stivale si hanno tante modalità diverse.

In Lombardia dove l’indennità minima è di 400 euro lordi al mese, si tende a premiare la durata. «Al fine di accelerare la fruizione dell’indennità da parte del tirocinante», si legge sul sito, la Regione «chiede al soggetto ospitante o promotore di anticiparne l’erogazione. Al momento della comunicazione di conclusione del tiro
cinio, Regione Lombardia provvede al rimborso della indennità anticipata». Per un tirocinio di 4 mesi l'azienda eroga al ragazzo 1600 euro complessivamente, avendone poi indietro 400 dalla Regione (in questo caso dunque la Regione partecipa per un 25% al finanziamento dell'indennità); per un tirocinio di 5 mesi ne eroga 2mila, avendone indietro 800 (pari al 40%); per un tirocinio di 6 mesi ne eroga 2.400, avendone indietro 1.200 (arrivando così al 50%).

In Piemonte il cofinanziamento regionale arriva solo dal quarto mese per tirocini che durino effettivamente sei mesi:  in questo caso dopo i primi 90 giorni l’indennità di 600 euro al mese viene erogata dalla Regione tramite l’Inps. Mentre l’indennità dei primi mesi è a carico dell’azienda che viene resa più «consapevole dell’importanza del tirocinio e incentivata a investire sul giovane».


Ma attenzione, non tutti i tirocinanti di Garanzia Giovani hanno qui diritto al confinanziamento: la Regione ha deciso di riconoscere «il contributo pubblico» solo «per tirocini di 6 mesi» e solo se attivati nei confronti «di giovani disoccupati (ex art.19 del D.lgs. n. 150/2015), unicamente per  tirocini  a  tempo  pieno,  registrati  nel  SILP  con  stati  occupazionale  D  (disoccupato)  e  I  (inoccupato)». Invece  «non  sono  ammessi  al  contributo  pubblico i giovani in stato occupazionale D2 (precari) e D4 (sospesi); o di giovani svantaggiati (ai sensi dell’art. 7 DGR n. 74/2013), per tirocini a tempo pieno e a tempo parziale».

In Friuli Venezia Giulia con un decreto di fine maggio è stata confermata un’indennità di partecipazione per il tirocinante che va dai 300 ai 500 euro, a seconda dell’impegno orario richiesto, di cui il 40% a carico del soggetto ospitante. Si tratta, però, di una «remunerazione a risultato per il soggetto promotore a conclusione del tirocinio».  Significa quindi che è l’azienda ad anticipare i soldi, ed eventualmente subire i ritardi dei rimborsi regionali, salvo poi ottenere attraverso il Piano integrato di politiche per l’occupazione e il lavoro (Pipol) della Regione un rimborso che va dai 200 ai 500 euro in corrispondenza della distanza dal mercato del lavoro del tirocinante (da bassa a molto alta).

In Veneto è stata ridotta la quota di indennità a carico del fondo Garanzia Giovani per un massimo di 300 euro, erogati direttamente dall'Inps, lasciando i restanti 100 a carico dell’azienda ospitante. Quota che può anche essere sostituita dall'erogazione di buoni pasto o mensa. L’indennità di tirocinio a carico del Programma Garanzia Giovani non può comunque essere superiore ai 1800 euro in tutto il periodo. E nel caso il tirocinio non abbia un impegno orario superiore alle 80 ore mensili, entrambe le quote, a carico dell'Inps e dell'azienda, possono essere ridotte del 50%.


In Liguria l’indennità di partecipazione è di 500 euro mensili per un massimo di sei mesi e in questo caso è divisa mensilmente tra i 300 euro a carico dell’inps e i 200 a carico dell’azienda ospitante. In Emilia Romagna l’indennità minima per il tirocinante è di 450 euro di cui 300 finanziati da Garanzia giovani e il restante dalle aziende ospitanti. Dal 23 maggio, però,  le risorse europee sono state esaurite e in attesa di rimodulare la convenzione con il ministero per utilizzare altri fondi, è stato sospeso il finanziamento del 70% dell’indennità lasciando quindi interamente al soggetto ospitante la copertura della somma.

La Toscana, da sempre all’avanguardia con il cofinanziamento tra azienda e regione, lascia all’azienda il pagamento dei 500 euro mensili salvo poi, a conclusione del periodo di stage e dell’avvenuto pagamento, rimborsare di 300 euro l’impresa. In Umbria è previsto un finanziamento di 300 euro da parte della regione e 200 dall’azienda, ma a seguito dell’esaurimento delle risorse sono state sospese nuove convenzioni di tirocinio e si è iniziato a usare convenzioni preesistenti senza cofinanziamento con un’indennità massima di 500 euro a carico di Garanzia giovani.

Anche nel Lazio con il nuovo avviso della fase II è stata prevista una compartecipazione dell’indennità di tirocinio tra azienda e Regione. Quindi dei 500 euro mensili, 300 sono erogati dalla Regione e i restanti 200 da parte dell’azienda, che può anche decidere di aumentare la cifra. Entrambe le quote vengono corrisposte mensilmente, quella della Regione, a carico del PAR Lazio, è versata dall'Inps attraverso bonifico, quella dell'azienda è versata sempre mensilmente attraverso bonifico o assegno circolare. 

In Campania i giovani hanno diritto a un’indennità di partecipazione «pari a 500 euro mensili per un massimo di sei mesi», in aumento quindi rispetto al regolamento regionale del 2013 che ne prevedeva 400. Dei 500 previsti, la Regione ne copre 300 euro per l’indennità del tirocinio da fondi Pon Iog mentre i restanti sono a carico dell’azienda ospitante. Mentre in Basilicata è prevista un’indennità mensile lorda di almeno 600 euro, di cui 450 a carico della Regione e i restanti 150 pagati direttamente dall’azienda ospitante al tirocinante, oltre ai costi per le assicurazioni obbligatorie. Un passo avanti, quindi, rispetto alla formula precedente che prevedeva un’indennità mensile non inferiore ai 450 euro.

La Calabria ha, invece, un’indennità di 400 euro mensili che viene suddivisa in «300 a carico della Regione come soglia massima di contributo pubblico» erogato dall’Inps e «100 dalle aziende ospitanti come cofinanziamento privato» erogato mensilmente. Entrambe le quote sono erogate a condizione che il tirocinante abbia maturato almeno il 70% delle ore previste ogni mese nel progetto formativo. In Puglia, per i tirocini attivati dal 1° marzo l’indennità di partecipazione di 450 euro è suddivisa in 300 euro erogate dall’Inps a carico del PAR Puglia Garanzia Giovani e 150 minimo a carico del soggetto ospitante, che può decidere anche di aumentare la cifra, e che provvede ad erogarla con cadenza mensile.

Questo il quadro, dunque, della distribuzione delle indennità lungo lo Stivale dopo l’avvio della seconda fase della Garanzia giovani. Quasi ogni Regione ha una modalità diversa, e non sono differenze di poco conto: è proprio dalla modalità di erogazione dei rimborsi che discende la attribuzione di “responsabilità” in caso di ritardo nei pagamenti.

Marianna Lepore

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