Quasi 80mila studenti universitari ogni anno fanno stage negli enti pubblici italiani: ma con quali garanzie di qualità?

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 09 Giu 2011 in Approfondimenti

All’interno dell’indagine che annualmente Almalaurea produce per fornire un quadro dettagliato dei laureati dell’anno precedente, una intera sezione è dedicata ai tirocini. stageIn questo modo si riesce a verificare quanto questo strumento sia utilizzato all’interno dei percorsi formativi accademici. Quest’anno emerge che 109.250 giovani, vale a dire il 56,8% dei 192.358 che si sono laureati nel corso del 2010 in una delle università che fanno parte del consorzio Almalaurea, al momento della proclamazione a «dottore» avevano all’attivo almeno una esperienza di tirocinio durante il percorso di studi.
Considerando che Almalaurea copre il 77% dei laureati italiani, facendo un rapporto si può anche ipotizzare che il numero totale dei laureati 2010 con uno stage nel cv sia di poco superiore a 134mila (il 56,8% di 236.600).
La Repubblica degli Stagisti ha chiesto ad Almalaurea di ripescare, all’interno della grande mole di informazioni raccolte, alcuni dati che nelle precedenti edizioni dell’indagine erano stati inseriti, e che in quest’ultima – probabilmente per esigenze di sintesi – erano invece andati perduti. Quello più importante è relativo al luogo di svolgimento del tirocini. Da qui emerge che oltre la metà dei tirocini universitari avviene in uffici pubblici: ci si arriva sommando la percentuale di stage svolti presso enti o aziende pubbliche (34,2%) a quella degli stage svolti direttamente all'interno atenei (23,8%), che nella stragrande maggioranza dei casi sono pubblici. Se il totale degli studenti stagisti Almalaurea è 109.250, e il 58% di essi ha fatto la sua esperienza all’interno della pubblica amministrazione, il calcolo è presto fatto: oltre 63mila studenti universitari si sono riversati – idealmente, l’anno scorso – negli enti pubblici italiani.

Anche qui, partendo dal fatto che Almalaurea rappresenta i tre quarti dei laureati italiani, si può fare un  ulteriore passo avanti e provare a dedurre il numero totale: dal calcolo, assolutamente deduttivo, emerge che gli studenti stagisti, considerando tutti gli atenei italiani, sarebbero più di 77mila ogni anno.

Tornando ai dati certi di Almalaurea, in particolare fanno stage quasi esclusivamente in strutture pubbliche gli studenti di medicina, odontoiatria e altri corsi di studi legati alle professioni sanitarie (oltre nove su dieci), e quelli di facoltà geo-biologiche (più di tre su quattro, sommando il 56,1% che lo svolge in ateneo e il 21,6% che va in qualche ente).stage A seguire, gli studenti di psicologia (due su tre: il 43,4% in enti, più un 23% in università) probabilmente per l’alta propensione di asl e ospedali ad accogliere tirocinanti – non di rado, purtroppo, per far fronte a buchi di organico. A seguire, vanno spesso in strutture pubbliche gli studenti di lettere (quasi due su tre: 30,2% in università e 35,4% in enti) e di materie politico-sociali (tre su cinque: l’11% in università più il 45,7% in enti), e quelli che frequentano facoltà legate all’insegnamento (58,7% in enti, più un piccolo 4,9% in ateneo). Alta anche, un po’ a sorpresa, la percentuale di chi fa stage nel pubblico mentre studia materie giuridiche (14,3% in università e 32,3% in enti): sarebbe forse più logico pensare che gli studenti preferiscano fare esperienza negli studi legali, ma in effetti sempre più tribunali, prefetture e avvocature aprono posizioni di tirocinio al loro interno. All’estremo opposto, per chi studia materie economico-statistiche lo stage in un ente pubblico è più raro (poco più di un caso su cinque, 8,3% in università più 14,5% in un ufficio della p.a.): mentre quasi due su tre si indirizzano invece verso il mondo aziendale.
Ricapitolando: dei 109.250 laureati Almalaurea del 2010 che hanno svolto uno o più stage mentre studiavano, il 58% lo ha fatto «prevalentemente» in ambito pubblico; un altro 29,5% è andato in un’impresa privata; il 2,9% in enti di ricerca. Vi è poi uno studente-stagista su dieci non meglio identificato: l’8,4% degli intervistati ha infatti indicato genericamente «altre organizzazioni», che si può presumere ricomprendano associazioni non profit, fondazioni di tipo artistico-culturale e così via, e infine un 1,2% non ha dato indicazioni sul luogo in cui ha svolto lo stage.
Questi dati mettono di fronte all’assoluta urgenza di censire gli stagisti negli enti pubblici italiani – tutti gli stagisti, non solo gli studenti universitari – e di assicurarsi che la pubblica amministrazione sia in grado di offrire percorsi formativi seri e tutor competenti, e di assicurare che gli stagisti non lasciati a scaldare la sedia o, all’estremo opposto, utilizzati come dei dipendenti aggiuntivi.

Eleonora Voltolina


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