«Assunta dopo entrambi i miei stage, sono stata fortunata: mai smettere di cercare la propria strada!»

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 21 Feb 2021 in Storie

aziende virtuose Giappichelli storie di stage

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Elisa Peinetti, 35 anni, oggi con un contratto a tempo indeterminato in Giappichelli.

Sono cresciuta in un paesino della provincia torinese. Ho sempre fatto, già da quando ero adolescente, vari lavoretti – ma sicuramente senza l’aiuto economico dei miei genitori sarebbe stato tutto più difficile. Finite le superiori ho deciso di iscrivermi all’università: una scelta fatta in particolare per far felice mio nonno, che sognava tanto una nipote laureata.

Da piccola pensavo di fare l’infermiera,
ma crescendo ho realizzato di avere seri problemi con la vista del sangue altrui... così ho scelto una facoltà che mi permettesse di entrare nel mondo del lavoro velocemente e che avesse a che fare con i numeri, cosa che adoro.

Dopo il diploma scientifico quindi mi sono iscritta ad Economia e gestione del turismo presso l’università di Torino. Ho però poi cambiato facoltà scegliendo Direzione delle imprese, sempre nello stesso ateneo, quindi fra cambio corso di laurea – con la conseguenza di non avere tutti gli esami riconosciuti – e lavoretti vari sono andata fuori corso.

Mi sono laureata nel settembre 2010 seguendo sempre le lezioni da pendolare, viaggiando in auto. Non è stato faticoso: chi abita fuori città è abituato a spostarsi per qualsiasi cosa e rimanere imbottigliato nel traffico nelle ore di punta, quindi era una normale routine. Riuscivo comunque ad organizzarmi fra lezioni, spostamenti, studio e lavori: quando si è giovani bastano poche ore di sonno per essere riposati!

I lavoretti, per esempio babysitter o ripetizioni a studenti, mi servivano per avere un po’ di indipendenza economica ma a un certo punto sono riuscita a trovare qualcosa di un po’ più stabile. Nel marzo 2010, infatti, ho cominciato uno stage con un rimborso spese di circa 500 euro al mese presso una finanziaria, la Pitagora spa, e a settembre dello stesso anno sono passata a un contratto di sostituzione maternità che è durato fino ad agosto dell’anno successivo con una Ral di circa 19mila euro lordi. Il lavoro era molto interessante e ricco di sfaccettature: richiedeva molta precisione e organizzazione, è stata un’esperienza molto istruttiva. Terminata la sostituzione maternità mi è stato proposto, sempre con la stessa retribuzione, un contratto a tempo determinato di dieci mesi, che ho accettato. Inizialmente mi occupavo della gestione delle polizze assicurative legate ai finanziamenti e della gestione del controllo dei documenti per l’invio in banca. Successivamente ho cominciato a preparare le pratiche di cessione del quinto e deleghe per prestiti di dipendenti privati, pubblici e pensionati. Ho capito però che non era quella la mia strada e alla fine ho deciso di lasciare il posto, ancora prima di scoprire se l’azienda mi avrebbe rinnovato il contratto.

A quel punto ho iniziato a guardarmi intorno per cercare un nuovo lavoro e per non rimanere senza nulla da fare ho iniziato a frequentare vari corsi online come ad esempio per correttore di bozze ed editing, ma anche da wedding planner. Può sembrare strano, ma saper organizzare nel miglior modo un matrimonio è un’ottima scuola per imparare a gestire lo stress e i problemi sia organizzativi sia economici.

Poi a inizio 2014 un conoscente mi ha informata che in Giappichelli stavano cercando nuovo personale: così ho deciso di mandare il mio curriculum. Era febbraio, ho fatto subito un colloquio e sono stata presa per uno stage di sei mesi a partire da marzo con un rimborso spese di circa 650 euro mensili. All’inizio mi occupavo solo di compiti che non richiedessero troppa conoscenza della casa editrice, lavorando nell’ufficio amministrativo e occupandomi per esempio anche di solleciti pagamento, rinnovo abbonamenti, archivio. Poi finito lo stage mi è stato proposto un contratto di apprendistato cominciato a ottobre 2014 con una Ral iniziale di circa 16mila euro. Ma poco prima che scadesse il contratto, nel gennaio 2017 sono stata assunta a tempo indeterminato!

I compiti che ho oggi sono la normale evoluzione di quelli cominciati in tirocinio e via via ampliati: gestione della fatturazione attiva e passiva, contatti con le pubbliche amministrazioni e gestione delle pratiche contributi pubblici. È stato un percorso in crescita, supportato sia dal tutor sia dai colleghi che mi hanno assegnato via via lavori con crescente responsabilità. Poi dopo una riorganizzazione aziendale ho cominciato, invece, ad occuparmi di back office, help desk interno e data entry su sistemi informatici supportando i colleghi editoriali fino ad arrivare a testare applicazioni gestionali, assistere la direzione e infine occuparmi dell’analisi e controllo delle performance dei libri e analisi del mercato e competitors. Negli anni la responsabilità è aumentata, così come la categoria e lo stipendio che ora è arrivato a circa 24mila 500 euro lordi l’anno a tempo pieno. E ancora oggi, dopo sette anni, il mio percorso lavorativo continua ad evolversi: sono arrivata a occuparmi sempre più di controllo della gestione e analisi dei dati.

Dal 2015 mi sono trasferita a Torino: un cambiamento che non sarebbe stato possibile senza uno stipendio fisso. I costi per la gestione della casa sono tanti e inizialmente tra affitto, rata dell’auto, varie spese e mancanza in una buona base, mi capitava di arrivare a fine mese con qualche sacrificio. Per questo devo ringraziare i miei genitori che mi hanno aiutata anche solo con i pranzi nei fine settimana e la spesa fatta anche per me.

Da poco ho ripreso la formazione personale attraverso un master breve online alla 24ore Business School sul controllo e strategia d’impresa. Ho scelto proprio questo perché può essermi d’aiuto con quello che faccio. Ho messo i soldi da parte per poter riprendere la formazione e ci tengo molto a pagarmi interamente questo master: è una cosa “mia” e l’intenzione è non fermarmi ma farne anche altri in futuro per capire in cosa sono più predisposta. Quindi per avere più tempo per seguire e studiare per il master da alcuni mesi ho cominciato a lavorare in part time all’80 per cento e non ho ancora deciso fino a quando avrò questa modalità. Viviamo in un mondo in continua evoluzione e bisogna cercare di non farsi mai prendere impreparati, per questo credo che continuare a formarsi il più possibile sia molto importante per i lavoratori di oggi e per i giovani che si apprestano a entrare nel mondo del lavoro.

La pandemia Covid ha impattato anche il mio settore lavorativo, e infatti a marzo dello scorso anno abbiamo cominciato a lavorare in smartworking, visto l’aumento dei contagi. Sono stata fortunata perché sono stata fra le prime a poter usufruire del lavoro da casa. A partire dalla fine del mese di aprile abbiamo lentamente ripreso tutti a lavorare in ufficio e praticamente a settembre eravamo di nuovo a pieno organico. Non mi è dispiaciuto lavorare da casa, mi sono trovata molto bene e forse anche a causa del mio carattere introverso non ho avuto problemi per la mancanza di contatto umano. Anche perché ci sono le chiamate, le videochiamate, le mail. Ora che sono in part time vado in ufficio solo due giorni a settimana e gli altri lavoro da casa – così guadagno tempo per gli spostamenti.

Riguardando indietro al mio percorso lavorativo posso dire di essere stata fortunata: ho avuto esperienze concrete durante i miei stage grazie ai quali ho cominciato molto presto ad avere contatto diretto con il modo di lavorare aziendale. Cosa che in realtà non succede molto spesso: il grosso problema dello stage è che spesso, purtroppo, non aiuta a capire veramente come funziona il mondo del lavoro, mentre dovrebbe aiutare a prendersi delle responsabilità “imparando” la realtà – che è ben diversa da quella scolastica.

Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

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