Ecco Drop’pin, il portale Ue per gli stage e l’apprendistato

Maura Bertanzon

Maura Bertanzon

Scritto il 09 Dic 2015 in Notizie

Si chiama Drop’pin: il gioco di parole, in inglese, è un invito ai giovani a “saltare su” (drop in), sul carro delle opportunità e fa da contraltare a drop out, che è invece il verbo di chi la scuola non la finisce, lasciando il diploma nel limbo degli obiettivi potenziali non raggiunti ed entrando di diritto nella categoria più a rischio disoccupazione. Ma è anche un invito per le imprese a mettere in vetrina le proprie offerte: di apprendistato, di stage, di primo impiego, di formazione a distanza. A postarle, a fissarle semplicemente con uno spillo (to pin). 

Una piattaforma di scambio, insomma (qui il sito; nella foto a destra uno screenshot) e non “solo” un «sito di job matching», sentenzia la Commissione europea, che ha voluto Drop’pin come progetto pilota già dal giugno scorso e ora si prepara a lanciarlo in grande stile. Nel linguaggio dei manager si direbbe “implementare”; in quello di tutti i giorni, la volontà è di fare di Drop’pin una piattaforma web agile e accessibile. «Speriamo che, con la crescita della comunità di Drop’pin, molte delle organizzazioni europee più grandi e rispettate siano sul sito, insieme alle Pmi più promettenti, che siano startup o aziende già avviate. Inoltre, Ong locali, nazionali e internazionali e altre Onlus potranno pubblicizzare le loro opportunità. Questo è ciò che speriamo di realizzare nei prossimi mesi», spiega la Commissione sul sito. 

Nei mesi di rodaggio si è radunato già un nucleo di iscritti: «Al momento abbiamo circa 1800 giovani registrati e circa 240 aziende, con altrettante offerte», spiega Pascale Woodruff, consulente per la comunicazione del portale Eures, all’interno della direzione generale per l’Occupazione e Affari sociali della Commissione Ue: «Entro giugno prossimo speriamo di avere almeno mille aziende registrate, diecimila offerte e almeno centomila visite mensili al sito».

Drop’pin è un work in progress, insomma. Il sito si può navigare senza necessità di registrare un profilo, a meno che non ci si voglia candidare ad un’offerta specifica. I filtri aiutano ad affinare la ricerca. Si possono cercare, per tipologia di esperienza, opportunità di stage o apprendistato, ma anche offerte di e-learning o seminari online per affinare le competenze più diverse. L’importante è che abbiano criteri minimi di qualità. Il che significa che «la Commissione offre la sua garanzia, operando un controllo preventivo sulle aziende che si iscrivono al portale», spiega Woodruff. E soprattutto, aggiunge, «stage e apprendistati devono offrire un compenso, mentre le offerte di e-learning o di “coaching and mentoring” non devono mai essere a pagamento per chi ne usufruisce». 

A onor del vero, sfogliando le offerte, non tutte riportano già nell’annuncio il compenso o rimborso previsto in maniera così trasparente. Tra le pagine, ad esempio, si trova un’offerta di stage nel campo IT/sviluppo software: 800 euro netti mensili, per sei mesi, in un’azienda di ingegneria informatica a Pomezia. Ma è un po' una mosca bianca; nella grossa  sfilza di offerte per stagisti in una grossa multinazionale dell’energia, con posizioni nelle risorse umane, nel reparto vendite, in quello produttivo o quello legale, non c’è traccia di quanto sia il rimborso previsto. Certo, è possibile che le condizioni offerte siano anche essere buone, ma sarebbe opportuno renderle già noto fin dal principio - e non richiedere agli interessati di candidarsi “alla cieca”, svelando poi solamente in sede di colloquio l'ammontare del compenso.

Ad ogni modo, si possono scremare le offerte per lingue o per sedi di lavoro nei vari Paesi europei. I modi per candidarsi, poi, possono variare: alcune imprese sfruttano il sistema fornito da Drop’pin e chiedono quindi ai giovani di caricare il proprio cv nel sistema della piattaforma per poi iscriversi all’offerta. Altre rimandano al proprio sistema esterno di gestione delle offerte di stage o di lavoro. 

L’impressione è che il meccanismo sia da rodare: «Drop’pin è un prodotto di supporto a ciò che già rappresenta Eures (il portale europeo per gli annunci di lavoro, ndr)», conferma Pascale Woodruff. «La nostra speranza è che sia uno strumento in più per fornire occasioni di mobilità soprattutto internazionale».

Non a caso è stato presentato anche durante il lancio del Patto europeo per la Gioventù, iniziativa che impegnerà multinazionali e Pmi del network Csr Europe a creare 100mila nuove opportunità di apprendistato, stage o prima occupazione per i giovani nei prossimi due anni (ne abbiamo parlato in un altro articolo). E come il Patto per la Gioventù vuole stimolare la collaborazione tra mondo del business e mondo della formazione, anche in Drop’pin non manca una sezione per le partnership: «Vogliamo che la piattaforma sia anche un luogo per creare partnership tra imprese e organizzazioni, anche le scuole ad esempio, che possono magari unire le forze per creare programmi di stage o altre opportunità che riguardano gli stessi settori». 

«Partner up and join forces», è uno degli slogan nella pagina dedicata a chi offre opportunità. «Participate. Become more visibile» è l’altro. Perché dare una chance di qualità ai giovani ha pure un effetto positivo sull’immagine e sulla “reputation” di ogni impresa. Che Drop’pin non voglia essere solo un sito di job matching, infine, lo decreta anche il lato social della piattaforma. Stelline, commenti e forum: i giovani partecipanti possono valutare le esperienze vissute e discuterne. L’esperimento continuerà nei prossimi mesi. La Commissione europea promette di farlo germogliare e portarlo da progetto pilota a realtà consolidata. Per il momento l’invito è per tutti, giovani e imprese: «Drop’pin and go far».

Maura Bertanzon

@maura07
 


(foto di copertina da Flickr - European Parliament)

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