Campus Mentis, 9 milioni di euro dal ministero della Gioventù per investire sui talenti laureati: ma il gioco vale la candela?

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 22 Nov 2011 in Approfondimenti

Prendi i migliori laureati d'Italia, riuniscili per tre giorni da qualche parte - gratis - e invita una cinquantina di aziende in cerca di giovani talenti: è questa la ricetta di Campus Mentis, l'iniziativa di career guidance dell'ormai ex ministero della Gioventù che si propone di accompagnare i ragazzi dall'università al mondo del lavoro. Puntando sulla qualità da entrambe le parti: «la nostra regola» recita uno degli slogan «è l'eccezione».
L'iniziativa, giunta alla terza edizione, è parte di Diritto al
futuro, il pacchetto ministeriale di misure anti-precarietà per le nuove generazioni, e si svolge in collaborazione con il centro di ricerca ImpreSapiens, che dall'interno della Sapienza di Roma studia il mercato occupazionale e lavora per invigorire il legame tra università e lavoro. Insieme questi due soggetti per il triennio 2011-13 hanno stanziato 11,5 milioni di euro (9 vengono dal ministero retto fino a pochi giorni fa da Giorgia Meloni), mirando a coinvolgere un totale di 20mila laureati specialistici - oltre 6500 all'annoquasi il 10% di quanti ottengono questo titolo.
Coctail interview, cv guidance, assessment, role play, case study: le sfide che sembrano attendere i superlaureati sono molte. Ma, in sostanza, cosa si "vince"? La possibilità di venire a contatto di persona e in poco tempo con un alto numero di aziende riunite nello stesso luogo, passando da un colloquio, ad una presentazione aziendale, ad un seminario. Niente di diverso da un normale career day, ma prolungato per tre giorni e arricchito, dopo le 18, da momenti ricreativi di sport e spettacolo (la prima edizione del progetto prevedeva addirittura un minicorso di guida sicura). Il tutto a spese del ministero - fatta eccezione per il viaggio, che rimane a carico dei laureati. Le aziende invece, fanno sapere gli organizzatori, pagano di tasca loro la partecipazione al campus (viaggio e pasto il più delle volte), guadagnandoci semmai in qualità delle potenziali assunzioni e in visibilità. Non solo, in realtà. Perché ogni assunzione tramite Campus Mentis dà diritto a un gettone da parte del ministero della Gioventù: per l'azienda, un doppio guadagno quindi.
Le selezioni per questa edizione sono aperte e lo rimarranno fino a maggio 2012, quando è previsto l'ultimo dei cinque campus attivati per il 2011. I criteri di scelta si basano ovviamente sul merito: si può candidare chi ha meno di 29 anni e ha concluso il secondo livello di studi universitari con una votazione di almeno 100/110; e bisogna sapere l'inglese. Però - si precisa nelle Faq - anche le candidature che non rispettano questi requisiti vengono accolte, confluendo in una sorta di lista di riserva. I curricula caricati online sono passati al vaglio dal personale Cegos, famosa società di reclutamento e formazione, che opera una primissima scrematura. Il secondo e ultimo passo è un breve test online diviso in due parti, una psicoattitudinale e una di conoscenza linguistica. Da cui la lista finale dei partecipanti.
Il progetto, inaugurato nel 2009 con il nome di Global Village Campus, è cresciuto velocemente. Il primo anno è subito boom di domande: il Cegos ne registra addirittura 94mila, di cui però solo un migliaio provengono dal sito del campus, mentre il resto affluisce dal network della società di reclutamento. Le candidature giudicate idonee sono 2.400, da cui poi vengono attinti i 600 nominativi finali. E per un'intera settimana, 120 alla volta, i ragazzi si alternano nell'unica sede attiva, il polo universitario di Pomezia. Nel 2010 si replica in grande: più del doppio dei posti a disposizione (1.500), il triplo delle aziende partecipanti (da 50 a 150) e alla struttura di Pomezia si aggiungono quelle di Abano Terme e Catania. Fino ad arrivare alle attuali cinque. E nel corso del triennio 2011/13 si punta ad arrivare a 15 campus e a 20mila partecipanti [sotto, la cerimonia di premiazione dei migliori talenti - tre assunti e una ventina di vincitori di concorsi premio indetti dalle aziende -  che si è svolta a Palazzo Chigi l'8 aprile di quest'anno].  
Grande dispiego di mezzi, insomma. Soprattutto se si considera che le strutture scelte non sono propriamente "alla mano". Il turno milanese che il 24 ottobre ha aperto Campus Mentis 2011 si è svolto in una prestigiosa struttura alberghiera in zona Fiera: circa 150 euro di pernotto a persona, pasti esclusi. Approssimando, fanno più di 100mila euro solo di stanze - tre mini turni da tre giorni, con fino a 150 partecipanti l'uno. Adesso è la volta di Abano Terme, in programma dal 21 novembre al 2 dicembre (600 partecipanti), poi a febbraio 2012 ci sarà Sorrento, ad aprile Pomezia e a maggio Alghero (complessivamente un altro migliaio di laureati). Fatta eccezione per il centro "incubatore" di Pomezia, tutte mete dal sapore vagamente vacanziero.
È lecito chiedersi se il gioco valga la candela. Stando ai monitoraggi ufficiali dei mesi successivi, sì: dopo la prima edizione il 75% dei partecipanti ha trovato lavoro entro l'anno, dichiarano ministero e Impresapiens. Se proprio tramite Campus Mentis o no, però, non è dato saperlo - secondo logica si dovrebbe dare per scontato di sì; senza contare comunque che un anno è un arco temporale abbastanza ampio da giustificare una percentuale così alta. E che lavori trovano? Non ci sono dati a riguardo, ma un fatto è certo: la parola più gettonata nelle tregiorni di campus è «stage». E non sempre retribuito. Per iniziare, chiaro. Spuntano poi mansioni non esattamente di alto profilo - hostess ferroviarie di bordo e di terra ad esempio - e l'offerta è appiattita sul settore commerciale (malgrado a fare domanda siano soprattutto laureati in discipline umanistiche, per quasi due terzi donne). E, ancora prima, incontrare vis-à-vis un reclutatore può essere un'impresa. Almeno un centinaio di ragazzi per una quindicina di aziende al giorno (ma alcune non si presentano) e poche ore a disposizione: bene che vada, si possono fare tre o quattro colloqui al giorno; alcuni dei quali si concludono con un «carichi comunque il cv online».
Insomma, le intenzioni sono buone; ma forse quei 9 milioni di euro del ministero sarebbe stato meglio spenderli in qualche altro modo, piuttosto che in un maxi career day che poco aggiunge a quelli di taglia regolare, e che a tratti sa invece di mini vacanza.

Annalisa Di Palo


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