Stage da mille euro al mese alla Banca d'Italia, smanettoni appassionati di Informatica fatevi avanti

Scritto il 19 Lug 2018 in Notizie

Banca d'Italia Informatica matematica

Per gli appassionati di Informatica c’è un’opportunità ghiotta: un tirocinio di sei mesi in Banca d’Italia, con un rimborso spese di mille euro al mese. Il bando si è aperto nei giorni scorsi e chiuderà venerdì 27 luglio.

Per la Banca d’Italia ospitare stagisti non è una novità. Lo fa già dal 2011, aprendo complessivamente 150 posizioni di stage all’anno distribuite tra i suoi vari uffici: le segreterie tecniche dell’Arbitro bancario finanziario, alcune Divisioni di Analisi e ricerca economica territoriale delle filiali, i servizi Appalti, Immobili, Banconote, Rilevazioni ed elaborazioni statistiche, e così via. Il programma di stage nel campo dell’Information and Communication Technology invece è più recente: i primi tirocinanti nel dipartimento di Informatica sono entrati nel 2016.

Presso il dipartimento di Informatica della Banca d’Italia lavorano poco meno di 600 dipendenti a tempo indeterminato, più centinaia di consulenti. In particolare la divisione Ricerca sulle tecnologie avanzate (ART, che sta per Applied Research Team) è un piccolo team di tredici persone dedicato alla ricerca e alla sperimentazione in ambito informatico.
stage lavoro banca d'italia«Abbiamo iniziato ad operare nel 2013 e la nostra mission è sviluppare idee e prototipi all’intersezione tra information technology di punta e processi della Banca d’Italia» spiega alla Repubblica degli Stagisti Luigi Bellomarini, 34 anni, ingegnere informatico (con tanto di Phd) che dallo scorso maggio è vicecapo del team: «ART è anche un centro di competenze dove si studiano e sperimentano nuove tecnologie e si contribuisce alla ricerca scientifica negli ambiti rilevanti. Disseminiamo poi la conoscenza con un taglio divulgativo all’interno e all’esterno dell’Istituto. Siamo anche una struttura operativa: esercitiamo le competenze su specifici casi d’uso aziendali sviluppando prototipi, prodotti e iniziative, spesso in collaborazione con partner aziendali e accademici di alto profilo. Nella loro giornata-tipo i nostri stagisti partecipano a tutte queste attività». I sette stagisti prossimi venturi andranno a finire principalmente in ART: «Nel 2016-2017 ne abbiamo ospitati cinque» specifica Bellomarini: «Siamo saliti a sette nel 2017-2018 e ne prenderemo altri sette nel 2018-2019».

I tirocinanti del 2018-2019 sono proprio quelli a cui si riferisce il bando aperto in questo momento: gli stage infatti partiranno a ottobre 2018 e si concluderanno nel marzo del 2019. Le chance di essere scelti non sono pochissime: «Per ora siamo su piccoli numeri» conferma Bellomarini: «Lo scorso anno, ad esempio, per i sette posti a disposizione abbiamo ricevuto venti candidature. Quest’anno però ce ne aspettiamo molte di più!». E qual è l’identikit dei candidati? «I numeri sono troppo piccoli per fare delle statistiche significative. Possiamo però dire che c’è una sostanziale parità di genere nelle application e una prevalenza di statistici, seguiti da matematici».

A sorpresa, il bando è aperto solamente a chi abbia frequentato La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre. Perché solo questi tre atenei, tutti romani? «Gli stage in convenzione con le università romane intendono offrire agli studenti una sorta di prosecuzione “pratica” del lavoro teorico iniziato durante il percorso di studi» risponde Bellomarini: «Inoltre, con un rimborso spese di mille euro, non è certo facile mantenersi a Roma per un neolaureato fuori sede…». (Forse i neolaureati delle università di altre città avrebbero qualcosa da ridire su questo: mille euro al mese è un'indennità di tutto rispetto, anzi molto spesso corrisponde a un primo stipendio per i giovani che entrano nel mondo del lavoro!, e probabilmente non pochi riuscirebbero ad organizzarsi senza problemi per trasferirsi a Roma per uno stage in Banca d'Italia, potendo contare su quella cifra mensile).

In ogni caso, almeno per  ora, il bando resta aperto solo ai neolaureati dei tre atenei citati. Le informazioni sulle procedure per candidarsi si trovano online, e bisogna ammettere che non sembra nemmeno di essere sul sito di un ente pubblico: il sito è colorato, ben impaginato, scorrevole, e addirittura ha una sezione incoraggiante intitolata “Ma io non so niente di…” che esordisce con un rassicurante «Non preoccuparti!» perché «è naturale che i candidati ai tirocini abbiano un’esposizione pregressa ridotta agli argomenti proposti». Insomma, i giovani sono invitati a candidarsi anche se non hanno grande esperienza. Senza dimenticare le “recensioni” degli ex stagisti: «Partivo prevenuta, devo ammettere: una banca mi sembrava quanto di più possibile distante da me… e lo era. Ma anche in un luogo così improbabile ho avuto la fortuna di trovare questo gruppo assurdamente diverso da quanto mi aspettavo!» scrive Giulia Fabiani, laureata in Astronomia-astrofisica: «Pratico e teorico, disponibile e attento, realista ma idealista». «Gli argomenti trattati dal team sono tutti molto interessanti e il tirocinio mi ha dato una visione più concreta di argomenti visti all’università – nel caso specifico, crittografia» si entusiasma il giovane matematico Francesco De Sclavis; «Ho trovato un ambiente molto stimolante e in poco tempo ho imparato più di quanto immaginassi» nelle parole di Anna Cavaliere, laureata in Scienze statistiche.

stage lavoro banca d'italiaÈ evidente lo sforzo di Banca d’Italia di dimostrare anche attraverso questa “vetrina” che il suo dipartimento di Informatica è all’avanguardia. «Come divisione Ricerca sulle tecnologie avanzate, abbiamo deciso di costruire il sito Bankit.art ad agosto 2017» racconta Bellomarini: «Non è il portale ufficiale della Banca d’Italia, naturalmente: si tratta di un diario di bordo, una sorta di racconto digitale illustrato che documenta i lavori in corso, i backstage di quelli completati e diffonde analisi dei fenomenici informatici studiati».

Ovviamente il sito serve anche come piattaforma attraverso cui promuovere il bando di stage «e dare agli aspiranti tirocinanti informazioni in più sull’ambiente di lavoro», e su quello che potrebbero imparare lì dentro. Nello specifico si va dalla sperimentazione di tecniche di deep learning e sulla blockchain technology allo sviluppo di un chatbot con linguaggi dichiarativi, dall’analisi di sistemi dinamici complessi in ambito economico alle metodologie e strumenti per l’explainable AI alle tecniche di web scraping per l'acquisizione di dati societari e quelle di machine learning per text analytics, dallo sviluppo di sistemi di automated reasoning per big data all’utilizzo di container in ambiente “private cloud”, dal capacity planning in ambiente “private cloud” alle tecnologie open source per l’elaborazione di dati statistici… Sì, per i non-informatici questo è ostrogoto, ma è invece musica per gli appassionati smanettoni.

Eppure una domanda non può essere elusa: perché mai un laureato in Informatica, una delle lauree più forti oggi sul mercato del lavoro, ricercata da tutte le aziende più innovative, dovrebbe essere interessato a fare un tirocinio in una istituzione pubblica? «È vero che il settore privato è più attrattivo di quello pubblico da molti punti di vista, inclusa la possibilità di trasformare uno stage in una forma di assunzione più stabile, possibilità preclusa ad una pubblica amministrazione che assume per concorso pubblico» ammette Bellomarini: «Tuttavia ci possono essere dei vantaggi a lavorare in una istituzione che nel suo complesso è al servizio del Paese e prende in considerazione elementi di responsabilità sociale nei propri comportamenti». La promessa è quella di assicurare una formazione attenta e scrupolosa: «Le attività di stage sono prese molto seriamente da noi: gli stagisti non sono considerati forza lavoro a basso costo; sono costantemente guidati nel loro percorso di apprendimento, indirizzati quotidianamente e inseriti fin da subito in progetti reali, affiancati da tutor di grande esperienza in tutte le discipline più rilevanti e moderne del settore».

E il lavoro, assicura Bellomarini, non è affatto noioso: «Lavorare nel dipartimento IT di una grande banca centrale vuol dire spesso affrontare sfide fuori dal comune», dice, «Si pensi, ad esempio, che la Banca gestisce uno dei più grandi centri di calcolo tra le banche centrali europee e supporta con le proprie applicazioni informatiche la vita economica di milioni di cittadini. Per offrire questi servizi deve essere sempre all’avanguardia su metodologie, tecnologie e infrastrutture informatiche. I tirocini presso di noi offrono quindi un’opportunità unica ai ragazzi di poter lavorare in team che studiano, sperimentano e adottano tecnologie al servizio della collettività».

E poi c’è il rimborso: mille euro al mese a cui si aggiunge il servizio di mensa gratuita. Un trattamento economico più alto della maggior parte delle aziende private del settore! Si può considerare che questo vada parzialmente a controbilanciare l’aspetto meno allettante di questi stage: e cioè il fatto che, come anticipava Bellomarini, essi non sono in alcun modo orientati all’assunzione. «Per essere assunti si deve partecipare ai concorsi e purtroppo non ci sono procedure semplificate o vantaggi per “ex stagisti”, se non quelli che eventualmente rivengono dall’aver vissuto e conosciuto dall’interno processi di lavoro e compiti dell’Istituto». Dunque nessuna possibilità per gli stagisti di ricevere una proposta di contratto al termine dello stage.

C’è da dire però che, a differenza della maggior parte degli enti pubblici, in Banca d’Italia «i concorsi vengono aperti con una certa regolarità e sono molto competitivi». Proprio di recente sono state pubblicate le graduatorie finali dei risalti dell’ultimo concorso bandito per profili ICT: i posti erano 45.

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