Sempre più stagisti in Italia, e sempre più vecchi: sono raddoppiati negli ultimi sei anni

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 10 Lug 2018 in Notizie

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Il numero degli stagisti continua a crescere. In Italia nel 2017 sono stati attivati quasi 368mila stage extracurriculari – cioè a favore di persone non impegnate in un percorso di formazione formalmente riconosciuto, dunque esclusi tutti gli stage fatti da studenti. Tra il 2012 e il 2017 il numero di questo tipo di tirocini è esploso. Nel 2012 ne erano stati attivati 185mila: in sei anni sono letteralmente raddoppiati.

I dati del 2017 sono contenuti nell’ultimo Rapporto annuale sulle Comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, pubblicato proprio ieri. Nel dettaglio, l’anno scorso hanno avuto luogo oltre 49mila tirocini in più in confronto al 2016. L’aumento è
significativo rispetto all’anno precedente, +15,4%, ed è abbastanza uniformemente distribuito tra Regioni del Nord, del Centro e del Mezzogiorno: i picchi si registrano in Basilicata (+73%), Sardegna (+60%), Marche (+50%) e Sicilia (+45%).

Come ormai noto, la Regione che ospita più tirocinanti in valori assoluti è la Lombardia: qui sono stati attivati nel 2017 quasi 77mila tirocini, oltre 10mila in più dell’anno precedente (l’aumento dunque qui è +16,5%). La Lombardia si conferma così il territorio con la maggior quantità di stagisti di tutta Italia: un tirocinante extracurricolare su cinque (per la precisione il 20,8%) fa il suo stage in questa Regione.

Al secondo posto il Veneto con 45mila tirocini attivati – 7mila in più del 2016 – e al terzo posto, quasi ex-aequo, il Lazio (poco meno di 38mila, con una lieve riduzione di circa 2mila tirocini rispetto all’anno prima) e il Piemonte (quasi 37mila, dunque più o meno 7mila in più). Queste quattro Regioni messe insieme raccolgono e ospitano quasi 200mila stagisti: oltre la metà del totale di tutta Italia!

Come accennato, delle quattro Regioni a più alto tasso di stagisti ve ne sono tre che, in linea con il trend generale, hanno visto un incremento del numero di stage attivati nel corso del 2017; e poi c’è il Lazio, in cui si è registrato un piccolo decremento (-4,5%). Tale diminuzione potrebbe essere legata al fatto che il Lazio con la giunta Zingaretti ha introdotto, a partire da agosto e con effettiva entrata in vigore dal 1° ottobre 2017, una nuova normativa sugli stage extracurriculari, alzando in maniera molto significativa (da 500 a 800 euro al mese) l’indennità mensile minima obbligatoria a favore degli stagisti? Il Rapporto del ministero del Lavoro non consente di verificare questo aspetto, perché riporta i dati trimestrali delle attivazioni solo a livello aggregato e non Regione per Regione. Se l’ipotesi fosse vera, nel quarto trimestre 2017 dovrebbe risultare un crollo – o quantomeno un decremento molto significativo – nelle attivazioni di tirocini in Lazio: ma si potrà saperlo con certezza solo se il ministero fornirà questi dati.

(Una postilla: la diminuzione numerica degli stage non ha affatto un valore negativo a priori. Anzi, la Repubblica degli Stagisti ha sempre sottolineato quanto la qualità degli stage sia più importante della quantità. Dunque in linea generale meglio qualche stage in meno, ma con più garanzie e tutele per gli stagisti).

Oltre al boom numerico generale, un altro dato che balza all’occhio scorrendo il capitoletto del Rapporto annuale sulle Comunicazioni obbligatorie intitolato “Le esperienze di lavoro: i tirocini extracurriculari” è quello relativo all’aumento degli stagisti “anzianotti”. Sì, il numero degli stagisti over 35 purtroppo è in aumento. Il Rapporto fornisce i numeri delle attivazioni di stage suddivisi per classi di età, e si scopre che sui 363.435 stagisti del 2017 (il numero di stagisti è sempre un po’ inferiore al numero di stage attivati, perché alcune persone
– in particolare, poco meno di 4.300 nel 2017 – nello stesso anno si ritrovano a svolgere più di uno stage), ben 45mila avevano tra i 35 e i 54 anni. Un numero davvero alto, quasi 14mila in più rispetto al 2016: in percentuale vuol dire che l’utilizzo dello stage su persone adulte, tra i 35 e i 54 anni, è aumentato nell’ultimo anno del 44%.

Ancora peggio per gli stagisti over 55. In numeri assoluti si parla di poche migliaia di persone, per la precisione poco meno di 8mila nel 2017: ma l’aumento in percentuale è pari a 66% in più, facendo un confronto con l’anno precedente.

Non sono dati confortanti, perché dimostrano come lo stage stia sempre più prendendo piede come misura di politica attiva non più riservata ai giovani, ma allargata anche agli adulti e perfino agli anziani - con effetti potenzialmente deleteri sull’autopercezione di sé, e della propria dignità, da parte di persone che hanno alle spalle decenni di lavoro, ed evidenti svantaggi dal punto di vista della prospettiva della pensione, dato che gli stage non prevedono una copertura previdenziale e non generano contributi.

Altro dato non particolarmente positivo, ricominciano a crescere gli stage nella pubblica amministrazione: nel 2017 ne risultano avviati 46mila, tornando al livello del 2015, dopo un anno di calma – nel 2016 gli stage negli uffici pubblici erano stati meno di 35mila. Dunque il -33% che si era registrato tra 2015 e 2016 viene completamente annullato dal +33% che emerge dal confronto dei dati tra 2016 e 2017. Non che ci sia niente di male a fare tirocini nella pubblica amministrazione: resta però il fatto che sono esperienze che hanno una percentuale di assunzione post stage pari allo zero – perché ovviamente negli enti pubblici si viene assunti tramite concorso, e non perché uno stage ha dato esito positivo.

E qui veniamo al grande assente del Rapporto. Il grande buco nero: i dati sulla percentuale media di assunzione post stage. Il Rapporto dedica esattamente tre righe e mezzo a questo tema, che è invece tra i più importanti - se non proprio il più importante - quando si parla di tirocini. «I dati confermano la tendenza già osservata lo scorso anno in merito al fatto che il tirocinio è sempre più utilizzato come strumento di selezione da parte dei datori di lavoro. Infatti, nel 2017 il numero dei rapporti di lavoro attivati a seguito di una precedente esperienza di tirocinio è stato superiore a 116 mila (1,1% del totale dei rapporti attivati, in linea con quanto osservato nel 2016)». Ecco qui. Finito. Tutto quello che il Rapporto dice sulla propensione all’assunzione degli stagisti è qui. Non mette nemmeno la percentuale!

Quella la calcoliamo noi per voi: è pari a 31,5%.

Incredibile che in un capitolo di otto pagine si dedichino approfondimenti e grafici a dettagli sulla durata media dei tirocini, le classi anagrafiche, i settori di attività economica dove i tirocini vengono utilizzati di meno e di più… E contro ogni logica non si approfondisca invece un tema fondamentale per la valutazione della utilità dello strumento dello stage, e cioè i dati che rispondano alla domanda: quanto serve uno stage per trovare lavoro?

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