Uno stage su due non prevede rimborso spese, meno di uno su cinque porta a un contratto: in anteprima i primi risultati del sondaggio Isfol - Repubblica degli Stagisti

redazione

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Scritto il 26 Nov 2009 in Notizie

Ricordate il sondaggio online Repubblica degli Stagisti - Isfol dedicato agli stagisti? Si è chiuso il 6 ottobre, raccogliendo quasi 3mila questionari. I risultati sono ora al vaglio dei ricercatori dell'Isfol, e l’identikit verrà presentato in un convegno a gennaio 2010. Ma eccone una piccola anteprima, presentata oggi nel corso della fiera Job&Orienta a Verona.
All'appello hanno risposto soprattutto le donne (68,9%) e i 25-30enni, che sul totale dei partecipanti rappresentano la fetta più rilevante (65,2%), mentre solo il 16,1% ha più di trent'anni e il 18,7% meno di 24. A livello geografico, i ragazzi del nord sono i meglio rappresentati: costituiscono oltre la metà del campione (un terzo delle voci provengono da Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Liguria; un altro quinto da Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna). «Ciò rispecchia un trend già evidenziato dalle indagini di Unioncamere, per cui al nord si fanno più stage che altrove» ricorda Pietro Taronna, dirigente dell’Isfol «Ma sicuramente conta anche il fatto che tra i siti che più hanno contribuito a promuovere il nostro sondaggio, pubblicando il banner o inserendo la notizia nella loro newsletter, vi siano tante università del nord: anche per questo, quasi tutti coloro che hanno partecipato sono laureati». Infatti la metà (44,6%) dei partecipanti ha una laurea specialistica o vecchio ordinamento; un 27,1% ha una laurea triennale, e un 13,7% addirittura un diploma di master. Ciò dimostra che lo stage è un'esperienza che oggi riguarda nella maggior parte dei casi persone con un alto grado di istruzione.
Uno su tre ha fatto lo stage mentre studiava: il 29,6% durante l'università, il 6,9% durante il master, un interessante 4,1% già durante la scuola superiore, il 5,7% mentre faceva un corso di formazione professionale. «Ma ben due su tre hanno invece fatto stage solo dopo il periodo di formazione» commenta Ginevra Benini, ricercatrice dell'Isfol: «il 40,9% dopo l'università, l’8,2% dopo il master. Questo, come già avevamo rilevato nel manuale Isfol Progetta il tuo stage in Europa, comporta per i nostri giovani una perdita di tempo che in altri Paesi non si verifica».
Nella maggior parte dei casi (37,8%) le persone che hanno partecipato al sondaggio sono oggi in cerca di lavoro; un'altra percentuale rilevante sta ancora studiando all'università (21,4%) o sta completando un master (2,4%). Solo uno su quattro (28%) è già occupato.
Per quanto riguarda il numero degli stage, quelli che il direttore della Repubblica degli Stagisti Eleonora Voltolina definisce i "serial stagisti" – coloro che hanno fatto tre o più stage – sono quasi uno su cinque.
Alla domanda "Cosa ti aspettavi di ottenere dallo stage?" la risposta secca di quasi la metà dei partecipanti (43,9%) è: trovare un lavoro. Molto distanziate le altre opzioni: "completare la mia formazione" raccoglie per esempio solo un quinto delle preferenze, "orientarmi nel mondo delle professioni" ancora meno (il 18,3%). «Dal sondaggio, come prevedevamo, emerge quindi che i ragazzi vedono nello stage essenzialmente una strada per entrare nel mondo del lavoro» rileva Voltolina: «Eppure questa aspettativa viene quasi sempre frustrata. In quasi la metà dei casi lo stage si conclude con una stretta di mano e un arrivederci, ed è allarmante che addirittura una volta su cinque (18,5%) la proposta che arriva sia quella di una proroga dello stage – che invece dovrebbe essere una circostanza più unica che rara». I casi in cui lo stage si trasforma in un vero e proprio contratto sono pochi: un 8% dei partecipanti al sondaggio dichiara di aver ottenuto un contratto a progetto, un 7,9% un contratto a tempo determinato, un 6,5% una collaborazione occasionale. Solo 3 stage su 100 si trasformano nel contratto più ambito, quello a tempo indeterminato.
Ma dove si va a fare lo stage? In un terzo dei casi presi in esame attraverso il sondaggio in una piccola impresa, con meno di 50 dipendenti. Un'altra fetta sostanziosa (26,4%) va invece, all'estremo opposto, in una grande impresa, con oltre 250 dipendenti. In generale il settore più gettonato per i tirocini è "comunicazione, spettacolo e pubblicità"; seguono a ruota "servizi alle imprese e società di consulenza" e "turismo, ospitalità e tempo libero". Uno su cinque va in un ente pubblico. Nella maggior parte dei casi gli stagisti vengono inseriti nell'area "relazioni esterne, ufficio stampa, eventi" e in quella "marketing e pubblicità".
Dal punto di vista logistico, dal sondaggio emerge che fare lo stage non sempre è comodo: meno della metà dei partecipanti lo fa nella sua città. «Uno su quattro fa il pendolare per raggiungere il posto di stage, e addirittura il 28,5% si deve trasferire in un'altra città» riassume Taronna. Con conseguenti costi di trasporto, vitto e alloggio «il più delle volte bellamente ignorati dai "soggetti ospitanti"», come sottolinea Voltolina: «Prova ne sia che quasi la metà delle voci che abbiamo raccolto dichiara di non aver ricevuto nemmeno un euro di rimborso spese, a cui se ne aggiunge un altro terzo che ha ricevuto un compenso poco più che simbolico, meno di 500 euro al mese». Pochi fortunati ricevono un rimborso spese sostanzioso: un 14% prende tra i 500 e i 750 euro al mese, e un 6,9% addirittura oltre 750 euro al mese. «Per fortuna c'è almeno l'abitudine a rimborsare i pasti» aggiunge Benini «quasi due stagisti su tre raccontano di aver avuto a disposizione la mensa o i ticket restaurant».
Per trovare lo stage pochissimi - solo il 2,2% - si rivolgono a un centro per l'impiego. Più spesso si affidano all'ufficio stage dell'università o ad associazioni studentesche (28,2%) o al fai-da-te delle candidature spontanee e degli annunci su Internet (26%).
In quasi la metà dei casi (45,3%) la durata dello stage è compresa tra i 4 e i 6 mesi. Uno stage su dieci dura addirittura di più, tra i 7 e i 12 mesi. «Un preoccupante 2% degli intervistati dichiara poi una durata superiore a 12 mesi», lancia l’allarme Voltolina: «essendo questo legale solo per gli stagisti portatori di handicap, si può supporre purtroppo un utilizzo disinvolto dei termini massimi indicati dalla normativa per la durata da parte di imprese ed enti meno seri».
La percentuale di coloro che portano a termine lo stage è schiacciante: oltre il 90%. Chi lo interrompe prima, lo fa soprattutto (5,6%) perché insoddisfatto o per passare a un'offerta migliore (3,4% un lavoro, 0,7% uno stage a condizioni più vantaggiose). «È però la figura del tutor a rappresentare la nota dolente» rileva Benini: «Solo la metà dei partecipanti è soddisfatta del suo». Nell'altro 50% dei casi, il tutor viene definito poco presente (18,6%), o "un altro rispetto a quello indicato sul progetto formativo" (6,8%), o addirittura "niente di più che una firma sul modulo" (17,8%). «In generale, però, chi ha partecipato al sondaggio conserva un ricordo positivo del suo stage» sottolinea Taronna: «per oltre la metà dei nostri intervistati la qualità dello stage è stata "buona" (35,3%) o addirittura "ottima" (18,1%)». A fare da spartiacque, poi, il giudizio "sufficiente" scelto da un partecipante su cinque; sotto questa soglia c'è un 18% che definisce "mediocre" il suo stage, e quasi uno su dieci che lo bolla senza pietà come "pessimo".
«A chi ha dato un giudizio negativo abbiamo chiesto infine di approfondire, spiegando nel dettaglio cos'è che era andato storto» chiude Ginevra Benini: «Nella maggioranza dei casi il problema è quello di non avere un ruolo preciso (18,3%), di aver svolto esclusivamente mansioni di basso profilo (17,4%) e di essersi sentiti abbandonati da un tutor poco presente (9,5%)».

I risultati completi del sondaggio verranno presentati da Isfol e Repubblica degli Stagisti a gennaio.


Per l’elaborazione di questa anteprima, prezioso è stato l’apporto dei due ricercatori dell’Isfol Giuseppe Iuzzolino e Silvia Lotito.

Un ringraziamento particolare va a tutti coloro che hanno collaborato alla buona riuscita di questa iniziativa veicolando la notizia del sondaggio, e in particolare: la testata online Lavoratorio.it, i siti delle università Statale di Milano, di Genova, di Torino (in particolare con la facoltà di Economia), di Bergamo, di Parma, di Verona, di Padova, del Piemonte orientale, del Politecnico di Torino, della facoltà di Lettere di Roma Torvergata; i siti dei centri per l'impiego di Rimini (Riminimpiego) e di Frosinone (Frosinone Lavoro); i siti di Jobmeeting, Cesop e AteneoAzienda; Jobsoul; Veneto Lavoro; Stageadvisor; Step 1, giornale online dell'università di Catania.

 

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