Leonardo Unipharma, 80 tirocini ben pagati nei centri di ricerca europei

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 11 Mar 2013 in Notizie

Tra le tante opportunità che ogni anno offre il progetto Leonardo, la prossima in scadenza è il bando Unipharma rivolto ai laureati in materie scientifiche. I posti sono 82: i tirocini, presso centri di ricerca europei, inizieranno entro il 30 ottobre e avranno una durata di cinque mesi e mezzo (24 settimane).
I destinatari sono laureati magistrali in biologia, biotecnologia, farmacia e chimica; 24 borse di studio sono riservate in via preferenziale agli studenti della Sapienza di Roma.
Gli importi delle borse? Variano a seconda dei paesi di destinazione: si passa dal minimo del Portogallo (3.600 euro, cioè 150 a settimana) al massimo della Svizzera (6.070, 253 a settimana), passando per vie di mezzo come la Gran Bretagna (5.375) e la Spagna (4.030). Per ottenere il finanziamento, però, attenzione: occorre presentare i giustificativi di tutte le spese. L'accredito ai vincitori verrà fatto per l'80% entro 45 giorni dall'inizio del tirocinio, mentre il saldo sarà effettuato entro un mese e mezzo dall'acquisizione di tutta la documentazione delle spese sostenute da parte della Fondazione Noopolis, uno degli enti promotori dell'iniziativa. Va ricordato che la borsa è assimilata a reddito da lavoro e quindi soggetta a tassazione Irpef.
I requisiti di partecipazione. Essere laureati da non più di dodici mesi alla scadenza del bando, aver conseguito una votazione non inferiore ai 105/110 e aver redatto una tesi sperimentale in ambito chimico, farmaceutico o biotecnologico. In più, avere massimo 27 anni e la cittadinanza europea (ma non la stessa del paese in cui si trova il centro di ricerca di destinazione – qui la lista), non essere inseriti in percorsi di formazione né essere titolari di contratti di lavoro o aver già usufruito di borse europee, e infine possedere un'ottima conoscenza dell'inglese (che verrà testata con un colloquio). 
Come ci si candida. Le domande vanno presentate entro il 28 marzo compilando l'application form sul sito della Sapienza, dopo aver inserito codice fiscale e indirizzo di posta elettronica. Qui si apre una complessa fase di selezione. I candidati che supereranno la preselezione online dovranno presentare la documentazione richiesta (come la tesi o altri titoli scientifici). Se il numero di candidati iscritti al sito supererà quota 180,
si legge sul bando, «gli organizzatori si riservano la facoltà di ammettere i candidati in possesso di certificati di conoscenza dell'inglese pari al livello B2 del Consiglio d'Europa (First Certificate, Toefl, Ielts) o periodo di studi all'estero pari a due semestri con esami in inglese». Per gli altri il criterio di valutazione sarà il voto di laurea e la media degli esami (ridotta di mezzo punto per ogni mese di ritardo). A quel punto verrà pubblicata la graduatoria online dei preselezionati, che dovranno prenotarsi per le date disponibili per il colloquio obbligatorio (dal 15 al 17 aprile), in cui si valuterà conoscenza della lingua e profilo dei candidati. Il punteggio si ottiene in base a calcoli che tengono in conto votazioni, curriculum e titoli vari come spiegato sul bando. Verranno quindi stilate due graduatorie (di cui una per i soli studenti della Sapienza), che gli organizzatori prevedono di pubblicare online entro la fine di maggio. 
Gli ottantadue selezionati finali riceveranno il Work programmes con la descrizione dei centri di ricerca e i programmi di lavoro. Il candidato può scegliere cinque preferenze – motivandole – ma saranno poi i selezionatori a decidere la sua destinazione.   
Il profilo dei candidati. Ogni anno arrivano in media 400 candidature per questo programma; l'età media di chi si propone è 24 anni e mezzo. «Nell'edizione precedente si sono presentati in 360» spiega alla Repubblica degli Stagisti Luciano Saso [nella foto], docente alla facoltà di Farmacia della Sapienza e coordinatore scientifico del progetto, «mentre in quelle precedenti avevamo ricevuto rispettivamente 507 e 409 candidature». La diminuzione dipende dal fatto che nel 2012 «il limite di mesi dal conseguimento della laurea per poter partecipare è sceso da 18 a 12». La stragrande maggioranza delle candidature proviene dal centrosud – il 69% - e soprattutto da Campania, Puglia (entrambe con il 19%) e Lazio (16%), quest'ultima regione a pari merito con l'Emilia Romagna. 
E dopo il tirocinio Leonardo Unipharma? Dai dati dell'ultima edizione emerge che a un mese dalla fine del tirocinio solo il 19% è in cerca di lavoro. Il 26% è impegnato in un dottorato di ricerca all'estero, mentre un altro 22% svolge attività di ricerca o è impiegato in un'azienda come scienziato. E in totale a 27 tirocinanti - sugli 82 selezionati - è stata offerta una posizione  dal centro ospitante, tanto che il 68% dei ragazzi ritiene fondamentale il tirocinio Unipharma per la carriera post stage. Gli Unipharma sono insomma esperienze che spesso garantiscono una chance nella professione di ricercatore, e non aggiungono solo una riga in più al curriculum. 
C'è però una questione spinosa, che è quello della scarsa spendibilità delle certificazioni post stage in ambito europeo, spesso poco o per niente riconosciute in Italia. «Si tratta effettivamente di una problematica aperta
» conferma Saso: «È in corso un grosso lavoro a livello europeo per la definizione di nuovi sistemi di accreditamento e certificazione delle competenze, ad esempio tramite il quadro offerto dal sistema Ecvet, che però è ancora in una fase sperimentale».
L'Europass rilasciato a tutti i tirocinanti Leonardo «risulta sicuramente uno strumento poco efficace dal punto di vista della spendibilità sul mercato del lavoro» riconosce il professore e per questo, nel caso specifico dei progetti Unipharma-Graduates, «trattandosi di stage per laureati orientati prevalentemente alla ricerca di base, noi offriamo la disponibilità a tutti i partecipanti per l’invio di lettere di referenza, che risultano assai più efficaci ai fini di eventuali selezioni e soprattutto delle applications per PhD all’estero, che sono uno degli sbocchi prevalenti per i ragazzi che partecipano ai nostri progetti».

Ilaria Mariotti


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