Nuovo Mae-Crui, i tirocini del ministero degli Esteri: una vittoria ancora incompleta

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 03 Lug 2015 in Editoriali

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Lo voglio dire: la notizia del nuovo bando per gli stage al ministero degli Esteri mi ha emozionato. Chi ci segue da più tempo ricorderà che la battaglia della Repubblica degli Stagisti sui Mae-Crui è iniziata tanti anni fa. Già nel 2010 cominciammo a pressare il Mae affinché introducesse una indennità a favore degli stagisti: ci pareva allucinante che centinaia di giovani ogni anno facessero stage alla Farnesina ma anche nelle ambasciate, nei consolati e negli istituti di cultura in giro per il mondo senza ricevere neanche un euro. Il Mae-Crui diventava sotto questo punto di vista un impegno economico non indifferente - l'alloggio, il vitto, il viaggio a volte molto costoso, per chi era destinato ad alcuni Paesi addirittura l'assicurazione sanitaria - e di conseguenza era precluso a tutti i giovani che non avessero alle spalle una famiglia abbiente, in grado di pagare qualche migliaia di euro per permettere al pargolo lo stage all'ambasciata a NY o al consolato a Delhi.

Siamo stati poi i primi e praticamente gli unici a seguire l'evolversi, quasi kafkiano, della sospensione dei Mae-Crui nel 2012, a seguito delle novità sugli stage contenute nella riforma Fornero e poi delle linee guida concordate in Conferenza Stato-Regioni in materia di tirocini. Abbiamo dato voce ai 555 giovani che si erano candidati all'ultimo bando, bloccato senza una vera ragione e poi fortunatamente sbloccato in extremis; e poi abbiamo lavorato incessantemente per convincere il Ministero degli Esteri a far ripartire il programma, per tornare a offrire questa opportunità di formazione ai giovani, trovando però i fondi per garantire finalmente un dignitoso rimborso spese.

Oggi i Mae-Crui sono tornati. E prevedono una indennità. Per me è una piccola grande vittoria della Repubblica degli Stagisti, ottenuta - è giusto e anzi indispensabile attribuire chiaramente il merito della riuscita di questa operazione - grazie alla attenzione che a questo tema ha dimostrato nell'ultimo anno la giovane parlamentare democratica Lia Quartapelle. I giovani possono d'ora in poi tornare a candidarsi per queste opportunità, per la prima volta contando su un sostegno economico.

Si tratta di 400 euro al mese. Sono pochi, lo so. Noi suggerivamo che fosse molto di più. Pensiamo che l'emolumento "giusto" sarebbe dovuto essere di almeno 500 euro al mese per i tirocini in Europa, e di almeno 1000 euro per i tirocini extraeuropei. Abbiamo martellato il Ministero degli Esteri, spulciato i bilanci, lanciato appelli a tutti i ministri che si sono in questi anni avvicendati - Franco Frattini, Emma Bonino, Federica Mogherini. Non siamo riusciti a portare a casa il risultato. Sarebbero serviti tra i 3 e i 4 milioni di euro, ci sembrava un risultato raggiungibile su un bilancio complessivo del Mae di 2 miliardi all'anno. Invece il ministero non li ha trovati, o non ha voluto trovarli. Ne ha trovati una piccolissima parte.

Per questi primi 82 tirocini che partiranno il 1° ottobre il Mae mette sul tavolo circa 50mila euro, un po' meno in realtà perché in alcuni casi anziché il denaro contante offrirà agli stagisti l'alloggio gratuito. Altri 50mila li mette il ministero dell'istruzione. Di più, per ora, non si è riusciti a fare. Ma è un inizio.

Ci sono altri punti critici di questo bando: la ripartenza dei Mae-Crui non è tutta rose e fiori. Innanzitutto vengono esclusi tutti i neolaureati: adesso si possono candidare solo gli studenti universitari. Questo è un grave danno per tutti coloro che si sono laureati di recente, sopratutto nel 2014 e nella prima metà del 2015. Tutti questi giovani sono capitati in un momento sfortunato, quello della sospensione dei Mae-Crui, e avrebbero avuto diritto a una chance. Sarebbe stato molto più responsabile, da parte degli organizzatori, prevedere almeno per questo primo bando una sorta di "platea allargata", a mò di sanatoria, permettendo anche ai neolaureati di candidarsi. Invece sono rimasti fuori.

La platea dei candidabili, per giunta, si è ulteriormente ridotta perché rispetto al vecchio Mae-Crui alcune facoltà sono state depennate. Il caso più eclatante è quello degli studenti di Lingue, che erano degli "aficionados" del Mae-Crui: conteggiando tutti i partecipanti delle edizioni dalla prima, nel 2002, all'ultima nel 2012, gli studenti (e in quel caso anche i neolaureati) di Lingue rappresentavano ben il 12% del totale. Cioè oltre un maecruino su 10 era un linguista. Ora invece la facoltà di Lingue non appare tra quelle ammesse. Probabilmente perché la lista delle facoltà di provenienza, in questo nuovo corso del Mae-Crui - ora si chiama Maeci-Crui - è stata pedissequamente ricalcata sulla lista delle facoltà ammesse al concorso per diplomatici, in cui effettivamente Lingue non c'è.

Un altro problema è il numero. 82 posti sono davvero pochissimi. È solo un inizio, certo: ma un inizio in sordina, che inevitabilmente delude un po' gli aspiranti maecruini, dopo tre anni di "dieta". Questo numero così scarso è certamente da legare alla volontà di tenere al minimo l'esborso per le indennità: 300 posti, che era il numero che prudenzialmente Lia Quartapelle aveva anticipato alla Repubblica degli Stagisti nell'intervista di aprile, sarebbero costati 180mila euro al Mae e altrettanti al Miur. Riducendo drasticamente il numero, i due ministeri invece se la sono cavata con 50mila a testa.

Inoltre, si sono ridotte anche le sedi. Se il vecchio Mae-Crui distribuiva gli stagisti partecipanti tra ambasciate, consolati e istituti di cultura in giro per il mondo, il nuovo Maeci-Crui apre esclusivamente le sedi di ambasciata e le rappresentanze permanenti, in quanto almeno per ora il programma è legato a doppio filo alla campagna a sostegno della candidatura italiana al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e questa campagna prevede un coinvolgimento attivo solamente delle ambasciate e delle rappresentanze. Restano perciò escluse dal Maeci-Crui tutte le altre sedi e dunque diminuiscono le opportunità per i giovani.

Infine, la tempistica: questo bando è stato pubblicato a fine giugno e chiuderà lunedì 13 luglio, offrendo dunque agli aspiranti stagisti solamente due settimane per compilare la documentazione necessaria per candidarsi. Un paradosso è però che le candidature non verranno valutate subito: la graduatoria finale verrà comunicata indicativamente nella prima settimana di settembre, dando poi solo pochissimi giorni alle università per comunicare ai candidati prescelti la vittoria e solamente 3 giorni ai candidati stessi per confermare di voler partire. Una conferma che arriverà dunque, giorno più giorno meno, a sole 2 settimane dall'inizio effettivo dello stage. Cioè in due settimane i prossimi maecicruini dovranno riorganizzare la propria vita, acquistare eventualmente un biglietto aereo (e con così poco anticipo, si può facilmente immaginare che non saranno disponibili tariffe vantaggiose), arrangiarsi alla meglio per trovare un alloggio nella sede di destinazione. Non è una tempistica degna di un programma così importante.

C'è da sperare che il Mae, il Miur e la Crui vogliano valutare attentamente, dopo questo primo bando "sperimentale", come portare avanti il Maeci-Crui nel migliore dei modi, correggendo la rotta e rimediando agli errori commessi. Per i giovani italiani, specialmente quelli che aspirano alla carriera diplomatica, questi stage sono molto importanti. Noi con la Repubblica degli Stagisti continueremo a vigilare su questo programma e a sensibilizzare incessantemente tutti gli attori coinvolti affinché vengano offerte ai giovani partecipanti le condizioni migliori possibili.

Eleonora Voltolina


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