A 27 anni già responsabile di un team di 19 persone: «Do tre consigli ai neoingegneri come me»

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 22 Apr 2018 in Storie

ingegneria meccanica Magneti Marelli storie di stage

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Antonio Piane, 27 anni, oggi assunto con un contratto a tempo indeterminato in Magneti Marelli.

Sono nato a Cosenza nel giugno del 1990 e ho continuato a vivere in Calabria, a Rende, fino ai 25 anni.
Lì ho frequentato il liceo classico e poi il corso di Ingegneria meccanica dell’università della Calabria, che ha la sua sede proprio qui. Anche mio padre è ingegnere, ma civile, mentre mia mamma è un medico ospedaliero: avevo preso in considerazione entrambe le opzioni prima di scegliere definitivamente per ingegneria meccanica.

Ho scelto l’università della Calabria perché avevo ricevuto delle recensioni molto positive. E le mie aspettative sono state rispettate, soprattutto nei primi tre anni: ho trovato la maggior parte dei corsi ben strutturati per contenuti e qualità della didattica. Non posso dire lo stesso per la magistrale: in quel periodo, infatti, non sono riuscito a fare uno stage per la scarsità di opportunità presenti nel territorio.

Ho però un ricordo positivo della magistrale perché in quel periodo – era febbraio 2015 – sono
partito per l’Erasmus: ero desideroso di fare un’esperienza all’estero per migliorare il mio inglese, conoscere una realtà diversa da quella italiana e mettermi alla prova lontano da casa. La borsa di studio che l’università mi ha garantito è stata di 230 euro al mese per sei mesi: ovviamente questo minimo contributo economico non copriva neanche le spese di alloggio, per cui tutto è stato possibile grazie ai miei genitori. Da appassionato del mondo automotive e dell’industria meccanica, non potevo che scegliere di farlo in Germania, paese che mi ha colpito per la qualità della vita e dove non escludo in futuro di ritornare. Non sono frasi scontate e di circostanza quelle che si dicono sull’Erasmus: è davvero un’esperienza formativa sotto tantissimi punti di vista, e lo consiglio a tutti.
Tornato dall’Erasmus ho iniziato la tesi specialistica nei laboratori di ingegneria chimica e meccanica, realizzando una tesi sperimentale nell’ambito dell’ingegneria dei materiali.

Ho finito di scrivere la tesi a febbraio 2016, ma ho iniziato a inviare il mio curriculum in giro e ad affrontare colloqui ben quattro mesi prima della laurea! Così poche settimane dopo, mi sono trasferito a Bologna, era il marzo del 2016, e ho cominciato a collaborare con uno studio di progettazione meccanica per macchinari industriali. Un’esperienza che porterò sempre con me perché mi ha introdotto nel mondo lavorativo. La possibilità di entrare in contatto con questo studio è nata da una conversazione casuale con un docente della mia università nei giorni successivi alla laurea. Alla fine sono stato confermato con una collaborazione come consulente a partita Iva che mi avrebbe garantito una retribuzione di circa 1.800 euro al mese.

Ma due giorni dopo l’inizio della collaborazione, ho ricevuto la chiamata da Magneti Marelli, per uno stage di sei mesi nell’ambito del World Class Manufacturing. Non ho avuto dubbi sull’intraprendere questo nuovo percorso, anche se pagato molto meno e con più incertezze sul futuro. L’offerta era per uno stage di sei mesi a 1000 euro lordi al mese, ma era un’esperienza più in linea con quello che volevo fare.

Così ho dovuto affrontare una delle situazioni più dure della mia carriera: parlare con il mio primo capo per chiudere improvvisamente il rapporto lavorativo a soli due giorni dalla conferma! Poi ho cominciato lo stage, nel maggio 2016, in Magneti Marelli e mi sono trasferito a Magenta, scelta per
la vicinanza al posto di lavoro che è Corbetta. I primi tempi non sono stati facili: avevo vissuto in un contesto cittadino e mi sono ritrovato in una realtà relativamente piccola. Ma la vicinanza con Milano e l’aver conosciuto, grazie al lavoro, tantissimi coetanei ha reso la mia vita molto più completa e stimolante.

Avevo contattato Magneti Marelli tramite autocandidatura. Dall’invio del curriculum alla chiamata dell’HR sono passati all'incirca un paio di mesi; una volta cominciato lo stage, ho avuto fin dall’inizio un ottimo rapporto con il mio tutor – il continuo supporto e i suoi consigli hanno reso i miei primi mesi in azienda stimolanti e piacevoli. Qualche mese prima della fine dello stage mi è stato offerto il ruolo che ho ancora: responsabile di manutenzione di un reparto produttivo. L’offerta era di un periodo di sei mesi di prova retribuito, e dopo un contratto a tempo indeterminato: entrambi con una RAL di 28mila euro annui.

Quando ho ricevuto questa proposta, a pochi mesi dal mio arrivo, mi sono sentito orgoglioso di quanto fatto fino a quel momento e fortemente responsabilizzato. È stata una sfida dura, ma bellissima. Avevo la gestione di nove persone esperte su tre turni e quattro di queste coetanee dei miei genitori, tutti molto preparati da un punto di vista tecnico. Era una sensazione meravigliosa anche solo osservarli e carpire i segreti del mestiere.

Sono da tredici mesi responsabile di manutenzione del reparto di lavorazioni di base, stampaggio ad iniezione e stampa serigrafica, e a breve oltre al mio attuale reparto, diventerò responsabile anche di quello Clusters, ovvero la parte di stabilimento in cui vengono assemblati i quadri di bordo delle auto di numerosi clienti nel campo automobilistico. È una grossa responsabilità perché si aggiungono sotto la mia supervisione altre dieci persone e centinaia di macchinari. Oggi oltre a coordinare varie persone, gestisco tutti gli interventi a guasto e di manutenzione preventiva sulle macchine del mio reparto, i fornitori per l’acquisto di ricambi e per interventi di manutenzione straordinaria e mi occupo della realizzazione di progetti di miglioramento sulle macchine di produzione. Sono stato nominato un anno fa anche co-Pillar del pilastro di manutenzione professionale del WCM – una metodologia che segue le logiche del lean manufacturing e del total quality management – e questo mi consente di contribuire al miglioramento continuo della mia azienda nel mio reparto e nel resto dello stabilimento produttivo.

Mi è stato anche chiesto di partecipare come reclutatore in colloqui tecnico/motivazionali per assunzioni all’interno dello stabilimento. Così ho osservato con occhi totalmente diversi il colloquio di lavoro e il punto di vista del recruiter.

Ah, durante l’università ho lavorato in ambito sportivo, giocando per circa dieci anni nella squadra di pallavolo della mia città, ricevendo a partire dai sedici anni un rimborso spese di 150 – 200 euro al mese. Dal 2014 ho smesso di giocare ma ho allenato fino al 2016, con un contratto che prevedeva lo stesso rimborso spese le giovanili, under 15 e 17. Non è stato semplice coniugare l’università con un’esperienza di questo tipo: ma mi ha permesso di portare avanti una delle più grandi passioni della mia vita.

Ed è stato molto bello il confronto con i ragazzi: c’è il rapporto che si configura sul campo da gioco, imparare a coordinare 15 persone, valutare i momenti di calo della concentrazione e gestire la motivazione. E poi la parte più difficile è quella fuori dal campo, perché ti costringe a capire come mantenere quel giusto distacco allenatore – giocatore anche quando, vedi il mio caso, la differenza d’età è minima. Proprio questa seconda parte dell’esperienza è un bagaglio prezioso che sto applicando nella mia carriera di supervisor di manutenzione in Magneti Marelli.

Oggi sono in una fase in cui voglio ancora migliorarmi e nel medio e breve termine mi piacerebbe continuare a lavorare in ambiti molto tecnici, continuando a crescere all’interno del gruppo. In futuro non escludo un’esperienza all’estero: da neolaureato ho mandato anche il curriculum per aziende straniere, ma poi ho avuto la fortuna di trovare un lavoro che mi piace... vicino a casa.

Penso che lo stage sia il completamento del percorso di formazione: è molto importante per uno studente nelle ultime fasi della sua carriera accademica guardarsi intorno e capire, anche grazie alle esperienze altrui, cosa aspettarsi dal mondo del lavoro. Mi fa piacere dare un piccolo contributo a questo obiettivo, partecipando a questa rubrica della Repubblica degli Stagisti. Ai neoingegneri mi sento di dare tre consigli: non precludersi nessuna delle possibilità che questa laurea può dare, cercare un lavoro che può arricchire ogni giorno, e poi essere pronti a partire – anche per situazioni apparentemente non ottimali!


 Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

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