«Stagisti sfruttati, ribellatevi: anche il sindacato sarà al vostro fianco»: la promessa di Ilaria Lani, responsabile Politiche giovanili della Cgil

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 04 Mar 2011 in Interviste

Ilaria Lani, classe 1978, milita nella Cgil dal 2005 ed è oggi responsabile nazionale per le Politiche giovanili. La sua storia e le sue idee sono condensate anche in alcune pagine del bel libro A tu per tu con il sindacato - dialoghi di relazioni sindacali e di lavoro, scritto da Francesco Lauria e Silvia Stefanovichj e pubblicato da Giuffré. La Repubblica degli Stagisti le ha chiesto di approfondire le ragioni del risveglio del più importante sindacato italiano, fino a ieri "addormentato" sulla questione stage e oggi invece più che mai agguerrito, attraverso la campagna "Non + stage truffa" connessa al progetto "Giovani non + disposti a tutto".

Come mai il sindacato ha accumulato tanto ritardo nell'affrontare il tema degli stage e dei praticantati come "sottogradino" del precariato?
Perché noi l'abbiamo sempre inteso non come precariato, ma come formazione in collaborazione con gli istituti formativi, le scuole e le università. Invece di fatto nel tempo è diventato altro, e il sindacato ci ha messo un po' a rendersene conto. Il motivo, alla base, è che lo stage non è considerato un "rapporto di lavoro", e quindi sta al di fuori del campo d'azione tradizionale del sindacato. Ce ne siamo occupati in passato in maniera un po' trasversale, monitorando questa modalità per i giovani di entrare in contatto con il mercato del lavoro e quindi collaborando con le Province e con i centri per l'impiego. Senza percepire che ormai stava diventando sfruttamento di lavoro mascherato.
Quali sono stati gli elementi che nel corso del 2010 hanno convinto la Cgil dell'opportunità e dell'urgenza di entrare in campo sulla questione specifica degli stage?
Non c'è un momento preciso; però negli ultimi anni ci siamo resi conto che vi era un utilizzo improprio dello stage. E poiché nel novembre 2010 è partita la campagna "Giovani non più disposti a tutto" finalizzata a far emergere il problema della precarietà e dello sfruttamento giovanile, all'interno di questa campagna ci è sembrato opportuno dedicare uno spazio e un'attenzione al tema dello stage.
Questa attenzione è per caso legata a un aumento delle segnalazioni, presso le vostre Camere del lavoro, di stage impropri?
Il sindacato è presente nei luoghi di lavoro e nella società, per cui le nostre antenne hanno registrato che il problema stava diventando sempre più un'emergenza. Ma solo in minima parte questo è avvenuto tramite segnalazioni dirette. Lo stagista non pensa al fatto che può rivolgersi al sindacato, non a caso la campagna vuole anche lanciare il messaggio che il sindacato può  e vuole anche occuparsi dei problemi degli stagisti e supportarli.
Che cosa può fare, nel momento in cui uno stagista si presenta presso una sua sede raccontando di essere stato utilizzato come commesso in un negozio, o come telefonista in un call center - insomma di essere stato utilizzato come un lavoratore?
Non c'è mai una soluzione standard, dipende caso per caso da quelli che sono gli interessi e le aspettative della persona che abbiamo di fronte. Si può procedere avviando una causa di lavoro; oppure, se in quell'azienda il sindacato è presente, si può intervenire direttamente. Oppure si può segnalare all'Ispettorato del lavoro il caso anomalo. Anche se uno delle cause di questi fenomeni è la mancanza di sanzioni per chi utilizza gli stage impropriamente, il sindacato può utilizzare diversi strumenti a seconda del contesto.
stageIl documento che avete prodotto, "La dichiarazione dello stagista", in ampie parti segue la nostra Carta dei diritti dello stagista. Dunque il lavoro della Repubblica degli Stagisti è servito al sindacato per prendere coscienza di questo problema?
Certo. Il fatto che alcune realtà, a partire dalla Repubblica degli Stagisti, abbiano lavorato e lavorino per far emergere il problema dello stage ci ha consentito di conoscere meglio la situazione e di attivare un confronto che ci ha permesso di individuare e condividere alcuni punti di merito per risolvere il problema dell'abuso dello stage.
Nella vostra Dichiarazione, uno dei punti dice che lo stagista dovrebbe ricevere un rimborso spese di almeno 400 euro al mese, erogato dall'azienda ospitante oppure dalle istituzioni pubbliche. Qui non c'è il rischio di attendere sempre l'intervento dello Stato, senza responsabilizzare le singole imprese a dare questo rimborso?
Noi in quel punto affermiamo due principi. Il primo è che ci deve assolutamente essere un rimborso per ciascuno stagista. Il secondo è che per supportare il periodo di formazione le istituzioni pubbliche possono concorrere, offrendo una borsa di studio. Insomma, da una parte le aziende devono comunque rimborsare lo stagista per le attività che lui svolge; dall'altra, poiché lo stage non è lavoro bensì una fase di formazione, è utile che le istituzioni pubbliche lo supportino anche economicamente.
Come pensate di rendere operativa questa Dichiarazione?
Intendiamo procedere in due direzioni. Innanzitutto diffondendola il più possibile, per sensibilizzare i giovani che si affacciano al mondo del lavoro rispetto ai diritti da pretendere. E poi trasformando la Dichiarazione in uno strumento per affermare questi diritti attraverso un confronto con le Regioni, le istituzioni pubbliche e le aziende stesse, per arrivare a leggi più tutelanti e a introdurre anche nei contratti nazionali di lavoro norme che combattano l'abuso dello stage. Puntiamo cioè a far inserire nei contratti collettivi alcune clausole rispetto all'utilizzo degli stagisti.

intervista di Eleonora Voltolina

stageLa Cgil, promotrice dell'iniziativa «Non + stage truffa», organizza venerdì 4 marzo un Forum tra le reti di stagisti e praticanti come momento di dibattito per condividere esperienze, proposte e azioni per combattere l'abuso di stage e praticantato. Insieme a Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti, saranno presenti Stefano Campanari del Manifesto degli Stagisti, Sara Meddi della Rete Redattori Precari Roma, Valerio Marinelli dell'Associazione praticanti 6° piano e Luca De Zolt, tra i coordinatori della campagna «Giovani NON + disposti a tutto». Appuntamento a partire dalle 16:30 presso la Sala Santi della sede centrale della Cgil, in corso d'Italia 25.

Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
- La Cgil scende in campo per stanare gli sfruttatori di stagisti con la campagna «Non + Stage Truffa»
- Stagisti sfruttati, i casi finiti in tribunale

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