Tirocinanti degli enti pubblici calabresi (e non solo), 85 milioni dal decreto Sostegni Bis: assunzioni più vicine

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 15 Lug 2021 in Notizie

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Presentati, poi bocciati, infine riammessi e ieri definitivamente approvati: sono gli emendamenti al decreto Sostegni bis dedicati ai tirocinanti calabresi presentati da Francesco Cannizzaro, esponente di Forza Italia, in commissione bilancio alla Camera dei deputati. Ieri il decreto legge, il 73/2021, ha ricevuto 444 voti favorevoli e dovrà ripassare al Senato per ricevere l’approvazione finale entro il 24 luglio.

In linea di massima il testo non dovrebbe più cambiare. Quindi gli articoli si possono dare per definitivi. In questo caso sono due quelli che interessano i tirocinanti calabresi: le proposte 50.051 e 50.056 con primo firmatario appunto Cannizzaro, che poi nel testo definitivo sono diventati articolo 50 ter e 50 quater.

Con il primo articolo si consente al Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, «Al fine di promuovere la rinascita occupazionale delle regioni comprese nell’obiettivo europeo Covergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e migliorare la qualità degli investimenti in capitale umano» di bandire «procedure selettive per l’accesso a forme contrattuali a tempo determinato e a tempo parziale di 18 ore settimanali, della durata di 18 mesi alle quali sono prioritariamente ammessi i soggetti già inquadrati come tirocinanti nell’ambito dei percorsi di formazione e lavoro presso il Ministero della cultura, il Ministero della giustizia e il Ministero dell’istruzione». E qui c’è il primo cambiamento rispetto all’emendamento iniziale del deputato calabrese. Nel primo testo, infatti, gli emendamenti erano indirizzati prettamente ai tirocinanti che avevano svolto il tirocinio negli uffici pubblici della Calabria. Mentre nella versione finale si fa riferimento alle regioni dell’obiettivo Convergenza, ovvero quelle il cui prodotto interno lordo pro capite è inferiore al 75 per cento della media dell’Unione europea allargata. E quindi, appunto, nel caso specifico italiano di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Il che significa che il dipartimento della funzione pubblica può bandire queste selezioni in tutte le quattro regioni. Prima devono essere individuate le unità di personale da assegnare a ciascuno dei ministeri e l’area di inquadramento economico, come specificato nel comma 2. I requisiti di accesso sono specificati nel comma 3: il titolo di studio pari o superiore a quello della scuola dell’obbligo e i requisiti previsti per l’accesso al pubblico impiego. A organizzare le selezioni sarà il Dipartimento della funzione pubblica tramite il Formez PA e le graduatorie approvate a conclusione delle procedure potranno essere utilizzate per assunzioni a tempo determinato anche da parte di altre amministrazioni pubbliche, come specificato al comma 5. Il nodo risorse arriva subito dopo: per la realizzazione di questi interventi «è autorizzata la spesa complessiva di 60 milioni di euro, di cui 20milioni per il 2021 e 40milioni per il 2022».

Risorse, quindi, che potrebbero essere utilizzate per i circa 2mila tirocinanti calabresi “ministeriali” ovvero quelli che hanno svolto tirocini presso ministero della Giustizia, dell’Istruzione e della Cultura ma non per i tirocini di inclusione sociale, che riguardano circa 4.700 persone, come già spiegava Saverio Bartoluzzi, coordinatore provinciale dell’Unione sindacale di base (Usb) di Vibo Valentia, qualche settimana fa alla Repubblica degli Stagisti. Non solo, i 20 milioni per il 2021 e i 40 per l’anno seguente a questo punto potrebbero essere utilizzati per selezioni anche nelle altre tre regioni Convergenza con un evidente taglio di possibili contrattualizzazioni calabresi.

Il secondo articolo rivolto sempre alla platea degli stagisti in questo caso solo calabresi, riguarda la platea dei 4.700 esclusi dall’altro provvedimento, ovvero i partecipanti ai tirocini di inclusione sociale rivolti a disoccupati già percettori di trattamenti di mobilità in deroga prorogati dalla regione Calabria. Per loro «è assegnato alla medesima regione un contributo di 25 milioni di euro per l’anno 2021, finalizzato all’integrazione dell’indennità».

Un successo di dialettica politica visto che nell’iniziale emendamento presentato da Cannizzaro si parlava di 10 milioni di euro. Ma l’ennesima proroga contra legem di tirocini cominciati anni fa e rinnovati negli anni senza alcuna possibilità di un vero inserimento occupazionale.

In pratica, quindi, i ministeriali potranno accedere a delle selezioni riservate per contratti a tempo determinato di 18 mesi, con il miraggio di essere trasformati a tempo indeterminato complice il turn over e la carenza di organici, mentre i Tis per il momento devono accontentarsi di una proroga del tirocinio ma potranno contare su un aumento dell’indennità. Le nuove risorse impegnate, infatti, consentiranno un aumento di circa 400 euro al mese del rimborso ad oggi previsto, arrivando quindi a quasi il doppio. Ma come Bartoluzzi aveva spiegato, consentirebbero solo un’ulteriore agonia per questi stagisti, che dopo un anno si ritroverebbero esattamente allo stesso punto di partenza.

Nonostante i punti oscuri, su tutti l’ennesimo rinnovo di un tirocinio e la non sicurezza per i ministeriali di vedere tra 18 mesi l’assunzione, il deputato Cannizzaro è soddisfatto, al punto da scrivere sulla sua pagina facebook «È qualcosa di straordinario, perché conferma la grande attenzione del Governo per la prima volta nella storia dei tirocinanti calabresi. E ciò permetterà loro un cammino meno ripido fino alla stabilizzazione». La Repubblica degli Stagisti ha provato per due settimane a richiedere un’intervista a Francesco Cannizzaro che ad oggi, però, non ci è stata ancora concessa.

Nel frattempo il direttivo del costituendo Comitato “Centriamo l’Art. 1”, formato dagli stagisti calabresi, ringrazia con una lettera aperta per i risultati ottenuti ma ricorda come il percorso verso la stabilizzazione definitiva richieda tempi lunghi e non dimentica di «essere stati per quasi un decennio abbandonati a noi stessi e confinati all’interno del limbo di un precariato mortificante».

Dieci anni di tirocini rinnovati in enti pubblici contra legem con appoggi trasversali di tutto l’arco politico, senza ferie, malattia, maternità, a soggetti over 30, anche over 40 o 50, per ricoprire ruoli anche molto delicati spesso senza alcuna supervisione. Tutto questo potrebbe veramente avere una fine vicina. Ma vista la cronaca degli ultimi anni meglio essere cauti e vedere cosa realmente accadrà nei prossimi mesi.

Marianna Lepore

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