Stage attivati dai centri per l'impiego: ecco la radiografia annuale dell'Isfol

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 21 Mag 2009 in Notizie

Un'interessante lente attraverso cui osservare il fenomeno stage in Italia è il monitoraggio che l'Isfol compie ogni anno sui tirocini attivati dai 539 centri per l'impiego (gli ex uffici di collocamento) sparsi sul territorio [nell'immagine, la copertina della pubblicazione che raccoglie i risultati del monitoraggio dal 1999 al 2005]
Un primo dato interessante è che il numero degli stage è in continua crescita, come già rilevato anche da altre fonti (Almalaurea, Unioncamere Excelsior). Nel 1998/99 i tirocini promossi dai centri per l'impiego erano stati quasi 15mila: nel 2007 il numero è più che triplicato, arrivando a 52.700.
Purtroppo la percentuale di assunzione dopo lo stage ha seguito invece il percorso inverso: dieci anni fa era pari al 46,4%, cioè quasi uno stagista su due veniva assunto, mentre oggi è praticamente dimezzata (26,5%), e poco più di uno su quattro può sperare in un contratto al termine del periodo di stage.
Ma chi sono gli stagisti dei centri per l'impiego? Carmen Serra dell'Isfol viene in aiuto della Repubblica degli Stagisti fornendo i risultati dell'ultima rilevazione, relativa appunto agli stage attivati nel 2007.
Nella maggior parte dei casi (quasi il 56%) le persone che svolgono uno stage attraverso questo canale sono donne; solo una piccola parte (poco più del 18%) ha una laurea, mentre la maggioranza ha la licenza media (quasi 31%), o il diploma (44%). In genere si tratta di persone giovani: uno su quattro ha meno di vent'anni, uno su due meno di venticinque: solo il 17% ha oltre trent'anni (e forse questo dipende dal fatto che le persone adulte vengono indirizzate verso contratti di lavoro veri e propri, e non periodi di formazione).
Qualche dato adesso sullo svolgimento dei tirocini. In oltre il 90% dei casi non durano più di sei mesi. Quanto alle imprese ospitanti, c'è un sostanziale parimerito tra quelle che operano nel settore dell'industria (30%), del commercio (34%) e degli altri servizi privati e pubblici (33,5%), mentre il settore dell'agricoltura fa da fanalino di coda con un 2,5%.
Quasi la metà dei tirocinanti (circa il 48,6%) viene ospitata da una microimpresa con meno di 10 dipendenti; il 15,6% da una piccola impresa con meno di 16 dipendenti; il 15,8% da una piccola impresa con 16-49 dipendenti, il 13,2% da una media impresa con 50-249 dipendenti e infine il 6,7% da una grande impresa con oltre 250 dipendenti. Come accennato sopra, la percentuale di assunzione dopo lo stage si attesta in media sul 26,5%: dei fortunati che ottengono un contratto, tre su quattro rimangono a lavorare nella stessa azienda, mentre uno su quattro trova lavoro in un'azienda diversa rispetto a quella presso cui aveva fatto il tirocinio.
Gli stage attivati dai centri per l’impiego rappresentano più o meno un sesto della totalità degli stage attivati ogni anno nelle aziende private italiane: per tutti gli altri ci sono una pluralità di altri soggetti promotori, primi fra tutti gli uffici stage delle università. Interessante rilevare, infine, che questi sono stage esplicitamente "orientati all'inserimento lavorativo".

Eleonora Voltolina


Per saperne di più su questo argomento, vedi anche l'articolo «Centro per l'impiego di Frosinone: il posto "magico" dove uno stagista su due trova lavoro»

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