Quanti sono (o meglio, erano prima del Covid) gli stagisti italiani?

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 04 Giu 2020 in Approfondimenti

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Il numero esatto delle persone che fanno stage ogni anno in Italia è (ancora) ignoto. Si può dire che siano all’incirca mezzo milione ogni anno, ma il dato preciso non esiste. In questo articolo vogliamo condividere con i lettori della Repubblica degli Stagisti i numeri sicuri, quelli ipotizzati, il motivo dell’incertezza, e la proposta per uscire da questo cono d'ombra.

Il numero “sicuro” è quello degli stage extracurricolari, cioè quelli svolti una volta concluso il percorso formativo. Per l’ultimo anno per il quale disponiamo dei dati – il 2019 il numero di tirocini attivati è pari a poco meno di 355mila: numero molto simile al 2018, per la precisione in lieve aumento ( + 1%). La fonte è il nuovo Rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, pubblicato proprio pochi giorni fa.

Il numero “ipotizzato” è invece quello dei tirocini curricolari, quelli svolti mentre si è iscritti a un percorso formativo formalmente riconosciuto – per esempio l'università, o un master, o un corso di formazione regionale. Noi della Repubblica degli Stagisti riteniamo siano tra i 150mila e i 200mila ogni anno. Ma di fatto nessuno conta questi stage: non vi sono rilevazioni regionali o nazionali, non c'è un monitoraggio del ministero dell'Istruzione. Niente. Eppure si tratta di una attività importantissima per i giovani, sopratutto gli studenti universitari e gli allievi di corsi di formazione post-diploma e post-laurea.

Una ricerca commissionata l'anno scorso proprio alla Repubblica degli Stagisti dal Comune di Milano ha permesso tra le altre cose di “censire” oltre 22mila tirocini curricolari avviati da soggetti promotori attivi sul territorio di Milano nel 2017 (è verosimile che il dato non sia molto differente per gli anni successivi): in particolare 21mila sono quelli attivati dalle università ubicate sul territorio di Milano. Tutte tranne la Bicocca hanno partecipato alla mappatura: dunque il dato comprende l'università Cattolica che ne ha attivati 7mila, il Politecnico con  5.554, la Bocconi con 4.112, la Statale con 3.350, la Iulm con 1.147, e l’università Vita–Salute San Raffaele con 18.

Questo spaccato sui tirocini curricolari ha permesso di capire meglio come le università e gli altri enti formativi gestiscano questi percorsi “on the job” per i propri studenti. In oltre il 70% dei casi gli stagisti curricolari hanno meno di 25 anni. Dei 22mila mappati, oltre 7.500 erano studenti di triennale, quasi 12mila studenti di specialistica, e poco più di 2mila allievi di corsi, master o dottorati.

Ma ovviamente questi dati sono incompleti. Quanti sono i tirocini curricolari attivati non solo nella zona di Milano, ma in tutta Italia? Perché il ministero dell’Istruzione non li monitora e conteggia?

Poiché non ci vengono raccolte informazioni al riguardo, nulla nemmeno si sa dei dettagli di questo universo. Ignoto quanto durino gli stage curricolari, dove vengano svolti, se riguardino più spesso studenti o studentesse, quanto spesso diano luogo ad assunzione. Un buco nero di informazione che la Repubblica degli Stagisti chiede da anni a gran voce al mondo della politica di colmare.
Basterebbe ripristinare l’obbligo di Comunicazione obbligatoria, come è anche previsto anche nella proposta di legge a prima firma Massimo Ungaro sul riordino della normativa sui tirocini curricoli, depositata in Parlamento e forse in procinto di essere calendarizzata, per poter seguire da vicino ciascuno di questi stage e poter ottenere in tempo reale una fotografia dettagliata del fenomeno.

In attesa che ciò accada, quel che certamente non si può dire è che i tirocini in Italia “sono circa 350mila all'anno”: questo è un numero proprio sbagliato, perché non tiene conto dei tirocini curricolari, che come visto sono numerosissimi!
Bisogna quindi affidarsi a una stima, e dire: 355mila extracurricolari più circa 150mila – 200mila curricolari, il che determina quindi un numero indicativo di mezzo milione di stage attivati ogni anno in Italia.

A questo punto, per approfondire almeno un po' conviene tornare sulla tipologia di tirocini per i quali almeno qualche dato c’è: quella dei tirocini extracurricolari.

stage lavoroEcco quindi un'immersione nelle informazioni contenute nel Rapporto annuale del ministero del Lavoro appena uscito, che riguardano i 355mila tirocini extracurricolari del 2019.

La ripartizione per genere è praticamente identica: poco più di 176mila tirocinanti uomini e quasi 179mila tirocinanti donne. Dunque una prima nota interessante è che le opportunità di stage sono equamente distribuite rispetto al genere.

Dal punto di vista geografico, i tirocini extracurricolari si concentrano nelle regioni del Nord: quasi 198mila su 355mila, pari più o meno al 56%, si svolgono tra Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.

La Regione dove viene attivato il maggior numero di stage è come di consueto la Lombardia: 74.137, pari quasi al 21% del totale. Vuol dire che di tutti i tirocini attivati nel corso del 2019 in tutta Italia, oltre uno su cinque si è svolto in Lombardia.
A grandissima distanza la seconda Regione classificata in termini numerici è il Veneto, sul cui territorio sono stati attivati nel 2019 un po' più di 38mila tirocini extracurricolari; terzi Lazio e Piemonte, entrambi sopra i 34mila,  tallonati dall' Emilia Romagna con quasi 31mila.

Il Rapporto permette anche di conoscere il dato sui settori in cui lo strumento del tirocinio è maggiormente usato: per esempio oltre 41.300 tirocini extracurricolari, pari a quasi il 12% del totale di quelli attivati nel 2019, hanno riguardato il settore ricettivo, in particolare alberghi e ristoranti. E’ un numero molto significativo, che apre lo spazio per un’analisi critica dell’utilizzo degli stagisti per mansioni semplici (pensiamo solo alle figure del receptionist o del cameriere), per le quali non vi è bisogno di formazione lunga e sarebbe più opportuno stipulare un contratto di lavoro. Ma di fatto la normativa non vieta gli stage per questo tipo di lavori.

Un altro dato significativo è quello dei quasi 85mila stage in ambito “Commercio e riparazioni” (peraltro in aumento di quasi l'8% rispetto all'anno precedente): qui troviamo la diffusissima figura dello stagista-commesso. Impressionante pensare che il 24% di tutti i tirocinanti extracurricolari del 2019 sia andato a svolgere il suo stage in una struttura commerciale (negozi, boutique, piccola e grande distribuzione, officine).

Per quanto riguarda le età, lo stage è usato sopratutto da e per i giovani: il 47% circa dei tirocinanti (cioè poco più di 168mila sul totale dei 355mila) ha meno di 25 anni. Qui però si rileva una differenza abbastanza significativa per genere, nel senso che le ragazze arrivano allo stage mediamente più tardi rispetto ai coetanei maschi. In particolare, gli stagisti under 25 sono oltre 51% del totale degli stagisti maschi, mentre le stagiste under 25 sono solo il 44% del totale delle stagiste femmine.
Vi è poi un 36% di persone che hanno fatto il loro tirocinio, nel 2019, mentre erano nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni: in valori assoluti si tratta di 128mila persone.

Il fenomeno degli stagisti anziani è ancora presente e purtroppo anzi, per quanto riguarda l'ultimo segmento, addirittura in crescita. 48.613
sono i tirocini attivati su adulti tra i 35 e i 54 anni nel 2019, pari a quasi il 14% di tutti gli stage attivati.
Ma ancor più triste è che vi siano stati anche quasi 10mila tirocini attivati su persone over 55. Da notare che questo numero è quasi raddoppiato nel corso degli ultimi tre anni: nel 2016 i tirocini attivati su persone di oltre 55 anni erano stati soltanto 5mila.

I dati sono importanti, in politica, perché permettono di analizzare i fenomeni e di elaborare policy adeguate. Conoscere i dettagli di come, quando e perché le persone fanno stage è così importante per poter gestire e governare il fenomeno dello stage e, più in generale, assicurare le migliori condizioni ai giovani nel momento di passaggio dalla formazione al lavoro. Ecco perché bisogna al più presto rimediare alla mancanza di dati riguardanti i tirocini curricolari, e mettere in cantiere per gli anni a venire dei monitoraggi molto accurati di entrambi i tipi di stage, rendendo poi pubblici i risultati per la discussione e la valutazione.

Eleonora Voltolina

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