Parte la discussione della proposta di legge sui tirocini curriculari: tre anni di ritardo, «è ormai necessaria»

Scritto il 11 Dic 2021 in Notizie

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Finalmente, dopo oltre tre anni, comincia in Parlamento la discussione sulla proposta di legge per introdurre nuove tutele per i tirocinanti curricolari. Alla proposta principale, quella di Massimo Ungaro (C. 1063), si è unita nel frattempo un’altra proposta a prima firma De Lorenzo (C. 2202). Entrambe puntano a riformare la materia dei tirocini curricolari.

Era il 27 settembre del 2018, un giovedì, quando a Montecitorio la proposta di legge Ungaro venne presentata ufficialmente dal suo primo firmatario, allora neoeletto nelle file del PD, con la presenza ovviamente anche della Repubblica degli Stagisti che aveva fortemente perorato la causa e contribuito alla stesura del testo.

Ma purtroppo gli entusiasmi sono stati sedati, mese dopo mese, anno dopo anno, dato che la proposta è rimasta nel cassetto senza mai essere calendarizzata. Fino all'altroieri.

stage lavoro«Finalmente siamo riusciti ad incardinare in commissione un testo che aspettavamo da tre anni» dice Manuel Tuzi
[nella foto a destra], 33enne deputato romano del Movimento 5 Stelle, co-relatore della proposta: «È un lavoro che ha portato avanti sopratutto Massimo Ungaro in Commissione Lavoro; noi lato Commissione cultura abbiamo provato a spingere affinché la proposta venisse calendarizzata».

E quella parola, “finalmente”, è anche la prima che esce dalla bocca di Ungaro: «Dopo più di tre anni è stato avviato l’esame in sessione congiunta delle commissioni Cultura e Lavoro» conferma il deputato 34enne, eletto nella circoscrizione Estero dopo un lungo periodo da expat a Londra: «C’è un’assenza di normativa sulla faccenda» che questa proposta di legge si propone di colmare.

Il fatto che la proposta sia stata assegnata non a una Commissione bensì a due ha complicato e rallentato le procedure: «sopratutto la Commissione Cultura e istruzione era molto bloccata da vari provvedimenti: le lauree abilitanti, la riforma dei ricercatori, gli Its» spiega Ungaro: «Adesso hanno sgombrato il campo e quindi siamo riusciti ad ottenere il primo slot libero».

L'altroieri il deputato, ora in Italia Viva, ha letto ed esposto il documento di relazione, ed è stato fissato per le 14:30 di lunedì il termine per le richieste di audizioni. Che Ungaro spera non solo di riuscire a contenere dal punto di vista numerico ma anche e sopratutto di concentrare tutte in un breve lasso di tempo, in modo da «non ritardare la cosa, perché abbiamo pochissimo tempo rimasto per la legislatura» riflette Ungaro: «Quindi dobbiamo cercare di averla approvata in Commissione entro febbraio e di andare in Aula entro giugno, possibilmente anche prima; poi andrà al Senato per essere esaminata, sperando che ne esca senza modifiche, così che poi diventi legge dello Stato». Per riuscire nell’impresa bisognerà dribblare gli ostacoli: «Ho visto troppe volte proposte di legge insabbiate per secoli, è una corsa contro il tempo» dice ancora.

«C’è un terreno politico trasversale» afferma Tuzi: «Tra le forze politiche c’è consenso sul tema. E quindi il nostro obiettivo è chiudere velocemente: potremmo addirittura valutare l’ipotesi di una commissione veloce – una “commissione redigente” – che permetterebbe, se ci fosse il consenso anche delle opposizioni, di approvare la proposta direttamente in commissione, e tecnicamente avrebbe lo stesso valore dell’approvazione in Aula».

“Terreno politico trasversale” vuol dire che molti singoli parlamentari di molte forze politiche si sono espressi, sopratutto negli ultimi mesi, a favore di più tutele per i tirocinanti, e hanno dato la loro disponibilità a partecipare a iniziative politiche in questo senso. Ma i detrattori, è facile prevederlo, non mancheranno.

stage lavoro«In teoria sono tutti a favore» dice Ungaro [nella foto a sinistra] senza giri di parole «ma in realtà vedrete che qualcuno a un certo punto dirà “Ma no! Volete mettere troppi lacci e lacciuoli! La libera impresa! Facendo così distruggerete tutto, non ci saranno più tirocini!”. Oppure “Queste non sono posizioni di lavoro, sono cose formative: se mettete l’indennità minima vedrete che poi nessuno vorrà fare convenzioni!”.  Aspettiamoci che cominci ad arrivare questo fango. Ma l'attività degli stagisti, anche se non è un lavoro, merita un compenso: e molte forze politiche si sono espresse contro gli stage non retribuiti, adesso è la loro occasione per dimostrarlo».

Peraltro, lo scenario apocalittico “indennità obbligatoria = niente più stage” è stato platealmente sconfessato già una volta: paventato da chi, tra il 2012 e il 2013, voleva bloccare l'introduzione dell'obbligo di compenso per gli stage extracurricolari, è stato smentito dai numeri. Dopo il 2013 gli stage extracurricolari sono addirittura aumentati!

Ma innegabilmente l’introduzione di più tutele per i tirocinanti curricolari, a cominciare dal diritto a ricevere una indennità mensile, a qualcuno inevitabilmente darà fastidio. Principalmente a coloro che si sono abituati a poter “pescare” nel calderone degli studenti – specialmente universitari, ma anche di master e scuole di formazione – per poter avere stagisti gratis. Una condizione, quella di poter svolgere stage gratuiti, che da alcuni anni relega i tirocinanti curricolari in serie B, con meno diritti rispetto ai “cugini” tirocinanti extracurricolari, per i quali dopo lunghe battaglie tra il 2012 e il 2014 le Regioni (in quel caso la competenza legislativa è regionale) hanno introdotto normative più tutelanti e, appunto, la garanzia di una indennità minima
il cui importo varia dai 300 euro al mese della Sicilia agli 800 del Lazio.

«Con questa proposta noi andiamo a rivedere completamente il sistema dei tirocini curricolari» aggiunge Tuzi: «È inevitabile che si vada a toccare un sistema, dato che vogliamo introdurre una serie di tutele che non erano mai state previste fino adesso. Ma ovviamente andremo avanti, indipendentemente da qualsiasi tipo di opposizione anche esterna. Diventa vitale e fondamentale portare a casa il risultato in questa legislatura».

Ora bisogna sopratutto vedere come si pronunceranno i ministeri competenti, quello del Lavoro e quello dell’Istruzione: «Quello che conta è la loro opinione, che è ancora non è stata formulata. Vorrei interloquire per capire qual è» dice Ungaro: «E quando dico ministeri non dico i ministri: dico le strutture ministeriali, i pareri tecnici, le relazioni tecniche» che poi determinano spesso il successo o l’insuccesso di una proposta di legge.

E come si potrebbero convincere gli oppositori della giustezza di questa misura? «È un semplice discorso di buonsenso, di maturità anche politica per dire che questa cosa ormai è necessaria» chiude Tuzi: «Non si può più immaginare ancora oggi nel 2022 – perché siamo arrivati in quello che poi sarà l’anno dei Giovani, definito così anche dalla Commissione europea – di non retribuire dei ragazzi che non svolgono una semplice formazione ma prestano un servizio: fanno una formazione-lavoro a tutti gli effetti. Penso che sia semplicemente una cosa che si deve fare». E speriamo che nei prossimi mesi si riesca a farla.

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