Opportunità alla Commissione europea: aperte le selezioni per 700 stage a 1000 euro al mese

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 15 Lug 2014 in Notizie

Nuove selezioni di stagisti alla Commissione europea che, anche quest'estate, torna a convocare centinaia di giovani europei che vogliano cimentarsi con il lavoro della principale istituzione dell'Ue. I posti totali sono circa 1400, ma spalmati su due tornate, per un totale di circa 700 ognuna. Quella attuale, che si è aperta il 15 luglio, chiuderà il 29 agosto a mezzogiorno. Un mese e mezzo di tempo dunque per candidarsi a uno dei tirocini in partenza il 1° marzo 2015, con una durata di cinque mesi (si concluderanno infatti il 1° ottobre). Con un rimborso spese di tutto rispetto: circa 1070 euro lordi mensili. La tassazione dipende dalla normativa del Paese di origine, quindi è bene informarsi sul proprio status fiscale: ad esempio in Italia la percentuale dipende dal reddito familiare o dal fatto di risultare ancora a carico dei genitori. Un emolumento comuqnue niente male considerato che una stanza a Bruxelles porta via in media 4-500 euro di affitto al mese. Anche le spese di viaggio sono rimborsate: «I tirocinanti assunti possono ricevere un'indennità di viaggio in funzione della disponibilità di bilancio» è scritto sul regolamento dei tirocini. In genere è riconosciuto a chi abita a più di 50 chilometri da Bruxelles, ed è liquidato a fine tirocinio, o entro due mesi se si viene destinati a una sede diversa dalla capitale belga. Ci sono poi le assicurazioni malattia e infortuni, entrambe obbligatorie. Ma mentre la prima può essere liberamente sottoscritta dal tirocinante, la seconda rientra nel contratto di tirocinio stipulato (un decimo del premio lo paga infatti lo stagista).
La sede destinazione è normalmente quella principale di Bruxelles, ma non si escludono altre agenzie o distaccamenti dagli uffici centrali: si può per esempio essere assegnati alla «European External Action Service» o alla «Executive Agency for Competitiveness and Innovation» spiegano sul sito. Quanto ai requisiti per candidarsi, fermo restando che restano fuori tutti gli ex tirocinanti presso istituzioni europee (per un minimo di sei settimane, anche nel caso in cui non fosse prevista una indennità), non sono granché stringenti: possono fare domanda i laureati - almeno - triennali con una conoscenza fluida di due lingue europee, di cui una deve essere l'inglese, il tedesco o il francese. I requisti linguistici si intensificano per chi opta per un tirocinio nel dipartimento per le traduzioni (il Translation Directorate General). In questo caso le lingue salgono a tre, perché oltre alle due per le traduzioni è obbligatorio anche essere madrelingua di un idioma ufficiale Ue.
Per candidarsi sono previsti due step: la registrazione al sito (qui) con username e password e il caricamento della domanda, da formulare in inglese, attraverso cui si riassume il proprio curriculum vitae. A quel punto i selezionatori esaminano i profili, stralciando quelli che non rispettano le caratteristiche necessarie. Viene quindi stilata una graduatoria sulla base dei risultati accademici, delle conoscenze linguistiche e delle altre skill riportate nel file di domanda. Finiscono nella shorlist finale circa 2.800 candidati, il famoso Blue Book da cui poi le varie unità della Commissione attingono stagisti in base «ai propri criteri e bisogni del momento». A questi "finalisti" verrà richiesta anche la spedizione dei documenti ufficiali, per dimostrare quanto dichiarato, e potranno essere contattati per colloqui telefonici dai responsabili dei dipartimenti. Niente panico però: tutto il procedimento è pubblico, in ogni momento il candidato potrà consultare online lo status della propria selezione e aspettarsi di conseguenza una eventuale telefonata. Ai selezionati verrà infine spedita una lettera formale a ridosso dell'apertura dello stage (in questo caso entro febbraio del prossimo anno).
Si diceva che i tirocini sono sostanzialmente di due tipi: amministrativo o di traduzione, e che è possibile scegliere per una di queste alternative. In generale però, è chiarito sul sito, «il contenuto delle proprie mansioni dipende in larga misura dal dipartimento a cui si è assegnati», quindi «legislativo, ambientale, risorse umane» e così via. Ci si occuperà comunque principalmente di «organizzare meeting, conferenze, fare attività di ricerca, compilare report, seguire progetti» specificano. «Un importante arricchimento per la propria carriera» assicurato «dall'ambiente internazionale e multiculturale». Unico neo, assumendo un ruolo da funzionari pubblici, il lavoro futuro dentro la Commissione non dipende per gli stagisti dalla maturazione di questa esperienza - che potrebbe solo agevolare a livello di punteggio - ma da un regolare concorso.
Le statistiche del resto parlano chiaro: il percorso è molto ambito, le application sono raddoppiate rispetto al 2012 passando da 7mila per tornata alle 15mila dell'ultima chiamata. Un record di cui gli italiani sono in gran parte responsabili. Quasi 4mila quelli che si sono fatti avanti all'ultima tranche (più del doppio degli spagnoli, mentre i tedeschi erano 600). E il segno dei tempi che corrono (e della disoccupazione galoppante) è che l'anno prima erano meno della metà con 1400 domande – di cui 88 accolte – e che negli anni si sono sempre posizionati primi non solo a livello di richieste ma anche – per ovvi motivi di proporzione – per ammissioni. Se si tenta questa carta per smuovere la propria situazione lavorativa si è insomma in buona compagnia.

Ilaria Mariotti 

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