Inps: la dura legge dell'indennità di maternità alle lavoratrici precarie

Giulia Cimpanelli

Giulia Cimpanelli

Scritto il 10 Ott 2012 in Approfondimenti

maternità maternità e lavoro occupazione femminile

Per una lavoratrice iscritta alla Gestione separata Inps capire come richiedere e ottenere l’indennità di maternità è decisamente arduo. Il sito web dell’Inps, infatti, oltre a essere poco chiaro e men che meno intuitivo, è un mare magnum di informazioni, ripetute, contraddette e confuse in diverse pagine web.

Per reperire indicazioni e dati sull’indennità di maternità concessa dall’Inps a lavoratrici freelance e precarie la Repubblica degli Stagisti, non riuscendo a capire quale pagina web prendere in considerazione (in particolare tra questa pagina e quest'altra pagina) ha contattato via email l’ufficio stampa Inps chiedendo informazioni e dati numerici, a partire dal numero di iscritti (e di donne iscritte) alla gestione separata.
Questa è stata la risposta: «i dati richiesti sono presenti sul nostro sito internet, www.inps.it. In particolare, possono essere reperiti nella sezione Dati e bilanci, alle voci Osservatori statistici (Osservatorio sui lavoratori parasubordinati, Osservatorio sulle pensioni>Complesso delle pensioni vigenti), Rapporto annuale 2011 e Rapporto sulla coesione sociale 2011 (Tav. II.2.2)». Peccato però che nelle pagine segnalate si trovino solamente dati statistici ma nessuna informazione relativa all’indennità di maternità.

Al secondo tentativo, stavolta telefonico un
addetto alla comunicazione ha suggerito di sentire un «esperto del settore maternità», facendo richiesta scritta.

La mail è stata inviata il 18 settembre e l’ufficio ha risposto spiegando di aver girato la richiesta agli uffici competenti. Per una decina di giorni, nonostante ripetuti solleciti, nessun’altra novità.

Nel frattempo la Repubblica degli Stagisti ha studiato i documenti faticosamente reperiti sul sito, cercando di capirci qualcosa.

Dal Rapporto annuale 2011 dell’Inps emerge che gli iscritti alla Gestione separata sono circa 1 milione e 700mila divisi tra 263.572 contribuenti professionisti di cui 100mila donne e 1.444.039 contribuenti collaboratori di cui 604mila lavoratrici. Quindi, quando si parla di Inps gestione separata, si parla di oltre 700mila lavoratrici: considerando che le tipologie contrattuali parasubordinate sono state introdotte solamente 15 anni fa e che riguardano prevalentemente i nuovi entranti, cioè i giovani che fanno il loro ingresso nel mercato del lavoro, si può calcolare che almeno la metà – se non due terzi – di queste 700mila iscritte sia in età fertile, e dunque potenzialmente interessata alla questione dell’indennità di maternità. Qui i dati precisi sulle fasce anagrafiche delle iscritte sarebbero stati utilissimi per definire e quantificare il fenomeno, ma come detto l’Inps non è stato finora in grado di fornirli.

In ogni caso a quali condizioni l’Inps assicura questo servizio?

In sostanza possono goderne tutte le lavoratrici a progetto e categorie assimilate (collaboratrici coordinate e continuative); le associate in partecipazione; le libere professioniste iscritte alla gestione separata; le lavoratrici che svolgono prestazioni occasionali (prestazioni di durata inferiore a 30 giorni nell’anno solare e con un compenso inferiore a 5mila euro con lo stesso committente); le lavoratrici riconducibili alle categorie tipiche (amministratore, sindaco, revisore di società, di associazioni e altri enti con o senza personalità giuridica); le titolari di rapporti di lavoro autonomo occasionale; i venditori "porta a porta". Attenzione a un particolare: le lavoratrici autonome (tra cui la categoria di maggiore importanza numerica è costituita dalle commercianti) non possono iscriversi alla gestione separata, bensì sono iscritte all’Inps ma con servizi e modalità differenti rispetto alle lavoratrici dipendenti.

Secondo i dati forniti alla Repubblica degli Stagisti dall’ufficio stampa Inps, le donne iscritte alla gestione separata che hanno usufruito dell'indennità nel 2010 sono state 7.870 – non è dato sapere quanto però abbiano percepito in media.

REQUISITI PER ACCEDERE ALL’INDENNITÀ DI MATERNITÀ


Il diritto all’indennità prende a riferimento la data presunta del parto per i periodi di due mesi precedenti, quello intercorrente tra data presunta e data effettiva del parto e i tre mesi successivi alla nascita. Ai fini del computo delle indennità il reddito annuo da prendere a riferimento è quello utile ai fini contributivi nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo indennizzabile. Per i collaboratori coordinati e continuativi si considera il reddito effettivamente percepito; per i liberi professionisti il reddito annuale risultante dalla denuncia dei redditi derivanti da attività libero-professionali. Il sito dell’Inps poi in una delle sue pagine web sostiene che l’indennità di maternità spetta a condizione che nei 12 mesi precedenti il mese di inizio del congedo di maternità risultino effettivamente accreditati alla gestione separata almeno tre contributi mensili, di qualsiasi importo si tratti, mentre in un’altra parla di redditi minimi: il minimale di reddito 2010 è di 14.334 euro e il massimale di 91.507 euro. Da questa informazione sembra che chi ha guadagnato meno di 14mila euro lordi non abbia diritto all’indennizzo

Per chiarire questo importantissimo dubbio, e capire se le donne iscritte all'inps Gestione separata che guadagnano meno di 14mila euro (cioè potenzialmente anche quelle che guadagnano solo poche migliaia di euro all'anno, o addirittura 0 euro) abbiano o no diritto ad un assegno di maternità minimo la Repubblica degli Stagisti ha di nuovo contattato l’ufficio stampa dell’Inps che ha precisato che minimale e massimale non si riferiscono al diritto all'indennità ma al calcolo della stessa. Le tre mensilità versate sono il requisito sine qua non per ricevere l'indennità ordinaria che l'Inps garantisce alle lavoratrici parasubordinate. Quindi sono necessari tre contributi mensili che, moltiplicati per 12, consentano di raggiungere il minimale di 14.334 euro.
Per esempio per l’anno 2010 per ogni 319,17 euro versati l’Inps accrediterà un mese, per avere accreditati tre mesi devono essere stati versati almeno 957,51 euro.

L’INDENNITA' SOLO A CHI RAGGIUNGE IL MINIMO


Dopo una lunga attesa e numerosi solleciti, finalmente l’ufficio stampa ha risposto: non esiste un minimo garantito a tutte. In primis deve sussistere il requisito di aver versato almeno tre mensilità contributive nei 12 mesi precedenti la gravidanza. E questi tre contributi mensili devono avere un importo minimo tale per cui, se moltiplicato per 12 raggiunga il minimale di 14.334 euro.

Per il calcolo dei mesi per i quali deve essere diviso il reddito (in caso di attività libero-professionale) vanno considerati i mesi solari interi. Per calcolare il numero dei giorni per i quali deve essere diviso il reddito totale devono essere considerati i giorni di calendario.

L’indennità è pari all’80% del reddito medio giornaliero moltiplicato per tutte le giornate comprese nel periodo indennizzabile. Una lavoratrice con un cocopro da mille euro lordi al mese per esempio dovrebbe percepire un’indennità totale di 4mila euro, con 1500 euro al mese percepirebbe 6mila e con 2mila euro al mese 8mila.

OBBLIGHI


L’Inps 2 impone alle lavoratrici che richiedono l’indennità di maternità l’astensione dal lavoro per i cinque mesi.

PROCEDURE PER RICHIEDERE L’INDENNITA'


La domanda deve essere presentata alla sede Inps di residenza prima dell'inizio dell'astensione dall'attività lavorativa e comunque entro un anno dal termine del periodo indennizzabile e deve essere corredata dalla dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà rilasciata dalla lavoratrice e dal committente o dall’associante in partecipazione o dalla libera professionista attestante l’effettiva astensione dall’attività lavorativa e completa di certificato medico di gravidanza rilasciato dai medici del sevizio sanitario nazionale o dall'azienda ospedaliera da presentare prima dell’inizio del congedo- auto certificazione attestante le generalità del richiedente, del neonato, del rapporto di parentela o certificato di stato di famiglia dal quale risulti la paternità e la maternità.

CHI PAGA E COME


L'indennità è pagata direttamente dall'Inps o per mezzo bonifico presso l'ufficio postale o per accredito su conto corrente bancario o postale. Per quanto riguarda i tempi l'indennità viene accreditata a seconda della tempestività e della completezza della domanda e a seconda di come si organizzano le varie sedi Inps, o mese per mese o in un'unica formula.

Giulia Cimpanelli


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