Al via il salario minimo in Germania, ma il rischio è che ci siano troppe eccezioni

Marta Latini

Marta Latini

Scritto il 30 Ago 2014 in Articolo 36

All'inizio di luglio il Parlamento federale tedesco ha approvato il salario minimo, il Mindestlohn, con 535 voti favorevoli, 5 contrari e 61 astensioni. A metà luglio anche il Bundesrat, ovvero il Consiglio federale, ha dato il via libera alla legge, Tarifautonomiestärkungsgesetz, che introduce la retribuzione minima di 8 euro e 50 lordi all’ora. Questa è stata firmata dal Presidente Joachim Gauck lo scorso 11 agosto, è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale (Bundesgesetzblatt) il 15 ed è entrata ufficialmente in vigore dal giorno successivo. Il salario minimo, che si applicherà ai rapporti di lavoro dipendente e quindi non ai lavoratori autonomi, a partire dal primo gennaio 2015, varrà anche per gli stagisti: per un tirocinio “a tempo pieno”, di 40 ore settimanali, guadagneranno circa 1.360 mensili. Lo conferma ad Articolo 36 Reinhard Bispinck, esperto di politiche sociali, a capo dell'Istituto di Economia e scienze sociali Wirtschafts- und Sozialwissenschaftliches Institut della Hans Böckler Stiftung, fondazione di riferimento della Confederazione dei sindacati tedeschi, Deutscher Gewerkschaftsbund (DGB).

Alla fine le eccezioni sono rimaste invariate rispetto a quelle contenute nel Gesetzentwurf ovvero nel disegno di legge?
Oltre al disegno di legge, c’è anche una proposta di emendamento (Änderungsantrag) dei gruppi parlamentari della coalizione, del primo luglio, che tecnicamente assume e mette in atto l’accordo politico del compromesso del 27 giugno. A quanto vedo i punti della proposta di emendamento sono tutti contenuti nella legge definitiva.

L’attuale commissario europeo per l’Occupazione, gli affari sociali e l’integrazione Lázló Andor è stato piuttosto critico in merito alle eccezioni. «La Commissione europea esorta gli stati membri ad introdurre un salario minimo che copra tutti i campi. Questo è particolarmente importante affinché le persone non si trovino in una situazione di povertà, malgrado il lavoro» aveva dichiarato al Die Welt prima del voto del Bundestag. La legge sul salario minimo prevede troppe eccezioni?

Trovo questa esortazione molto positiva poiché richiede che in tutti gli Stati membri entri in vigore per legge un salario minimo, che sia generale e capillare, che valga per tutti i settori.
Questa naturalmente come dichiarazione politica del commissario attuale è da accogliere con grande favore ma la domanda è se Andor farà ancora parte della nuova Commissione. Ha ragione nella sua critica, nel testo di legge ci sono troppe eccezioni e credo che quelle più problematiche riguardino i disoccupati da lungo tempo.

Secondo la legge i disoccupati da lungo tempo potranno ricevere il salario minimo solo dopo i primi sei mesi. Che conseguenze può avere una misura di questo tipo?

Il problema è che potrebbe darsi che i disoccupati da lungo tempo diventino fondamentalmente delle risorse umane flessibili.

Bisogna temere che le aziende li utilizzino, li impieghino per sei mesi o anche per minor tempo e che poi per così dire ricomincino con nuovi disoccupati e che questi non ricevano mai il salario minimo. Ciò potrebbe determinare che la loro, in ogni caso molto difficile, integrazione nel mercato del lavoro, in questo modo diventi ancora più ardua. Noi sappiamo dalla ricerca che un’integrazione duratura di quei soggetti che da molto tempo sono senza occupazione deve essere accompagnata da alcuni provvedimenti, da provvedimenti di qualificazione o dall’elargizione alle imprese di sovvenzioni per i costi dei salari. Se tale deroga ora entrasse in vigore, sarebbero scavalcati tutti gli sforzi fatti finora per realizzare l’integrazione.


Veniamo ai tirocini (
Praktika): quali hanno diritto a ricevere il Mindestlohn?
Fondamentalmente tutti quelli che non rientrano nelle eccezioni hanno diritto ad avere il salario minimo. Secondo la legge ci sono Pflichtpraktika, tirocini obbligatori, nell’ambito della scuola, della formazione professionale e dell’università. Se siamo in presenza di un tirocinio obbligatorio allora non si può rivendicare il diritto ad alcun salario minimo. Poi si può svolgere un tirocinio per orientarsi, Praktikum zur Orientierung, per capire se si è adatti ad una formazione professionale oppure all’università, prima di iniziare gli studi universitari o di cominciare la formazione o Ausbildung. In questo tipo di tirocini, di questi “Orientierungspraktika”, fino ai primi tre mesi non c’è alcun diritto a ricevere il Mindestlohn. Il terzo caso è un tirocinio che accompagna ad una formazione lavorativa o universitaria: anche questo non è obbligatorio, anche questo è volontario, il tirocinante però è già iscritto agli studi ma nel programma di studi non viene indicato nessun tirocinio obbligatorio. Anche qui, fino ai primi tre mesi, non si può aspirare al salario minimo, a meno che non si sia effettuato già precedentemente un tirocinio con la stessa azienda, con lo stesso museo, con la stessa istituzione. In questo caso allora, quando cioè già è stato svolto un tirocinio, si ha diritto al salario minimo.

«La Generation Praktikum appartiene al passato», ha detto il ministro del lavoro Andrea Nahles. È davvero così?
Questa è certamente la questione centrale, vale a dire la “Generazione Stage”. Penso che con queste eccezioni ci saranno ovviamente ancora molti tirocinanti che non riceveranno il salario minimo. Perciò ci saranno come prima anche tirocinanti malpagati o non pagati affatto. Questa normativa è un primo passo per limitare lo sfruttamento ma non lo eliminerà completamente. La “Generazione Stage”, se questa espressione è un sinonimo per indicare i tirocinanti pagati male o sfruttati, non scomparirà del tutto, eppure bisogna sperare che quantomeno il fenomeno si riduca nettamente. Il grande pericolo è che le aziende cercheranno di sviluppare alcune strategie per non pagare il salario minimo.

Il Fondo monetario internazionale nel suo rapporto finale sulle consultazioni annuali con la Germania ha avvertito che il salario minimo uniforme minaccia di aggravare sia la disoccupazione nell'Est del Paese sia la situazione lavorativa delle donne. Il rischio è concreto?

Da quando si è iniziato a discutere del salario minimo, si è sollevato l’argomento che nell’Est della Germania il Mindestlohn debba essere molto più basso ma io credo che possa essere tollerabile anche ad Est. Il salario minimo non deve neppure causare ulteriore disoccupazione. Una serie di aziende hanno un modello commerciale che funziona solo con salari bassi. Determinate aziende, se non trasformano il loro modello, se non sviluppano un altro piano aziendale, può darsi che non riusciranno a sopravvivere. Questo può accadere ma a livello di macroeconomia non deve necessariamente comportare un aumento della disoccupazione. Ciò che queste imprese non offrono più al mercato, verrà offerto da altre aziende con un modello commerciale più intelligente. Stessa cosa vale per le donne, dato che sono molto più rappresentate rispetto agli uomini in termini di stipendi bassi.  Si approfitterà della situazione ma ciò non significa automaticamente che la disoccupazione delle donne si innalzerà. Il salario minimo in Germania esordisce in modo relativamente moderato, in confronto ad altri Paesi europei non è particolarmente alto. La situazione in Germania, per ciò che riguarda la capacità produttiva delle aziende, è abbastanza alta da poter reggere 8 euro e 50 all’ora.

Non tutti però riceveranno il salario minimo a partire dal primo gennaio 2015. 

Abbiamo alcuni settori dove ci sono dei contratti collettivi di lavoro che non raggiungeranno gli 8 euro e 50 entro il primo gennaio 2015 ma solo nel corso del 2015 o addirittura nel 2016. I settori che hanno concordato questi contratti collettivi hanno un certo periodo di transizione, hanno un po’ di tempo in più per prepararsi. Un classico esempio è quello dei parrucchieri: questi hanno già siglato un contratto collettivo verso la metà dello scorso anno e raggiungeranno il salario minimo nell’agosto 2015. Nel settore dell’industria delle carni il contratto collettivo arriverà a 8 euro e 60 ad ottobre del prossimo anno. I contratti che ora ricorrono a questo periodo di transizione possono naturalmente superare gli 8 euro e 50. Sopra la soglia del salario minimo tutto è concesso.

La foto Mindestlohn è di Barockschloss- Flickr modalità Creative Commons

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