I libri

Se potessi avere mille euro al mese
uscito nelle librerie il 15 marzo 2012

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La Costituzione sancisce il diritto di ogni lavoratore a una retribuzione «sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa». Eppure milioni di persone in Italia lavorano gratis, o per stipendi miseri: ma così i giovani non possono diventare pienamente adulti e autonomi. Il dilagare del lavoro gratuito sta portando il Paese al declino:  bisogna cambiare musica

La «generazione mille euro» non esiste più. Se potessi avere mille euro al meseQuello che solo sei anni fa veniva indicato come lo stipendio standard dei giovani italiani si è ormai trasformato quasi in un miraggio. Ma come può sopravvivere un giornalista pagato cinque euro a pezzo? Ed è accettabile che un neoavvocato – dopo cinque anni di università, due di pratica forense e l'esame di stato – porti a casa meno di  800 euro al mese?
Dalla piaga del lavoro sottopagato non scampa nessuno: ricercatori, artisti, archeologi, "lavoratori della conoscenza".  Perfino i medici, che prima della specializzazione passano mesi o anni a lavorare gratis negli ospedali. E le commesse, inquadrate con l’«associazione in partecipazione» per figurare come lavoratrici autonome anzichè normali dipendenti e far risparmiare i datori di lavoro.
Le famiglie funzionano da ammortizzatori sociali e mantengono figli e nipoti ben oltre l'accettabile, ma i risparmi si stanno assottigliando e il sistema è vicino al crac. Sempre più forti sono le voci dei giovani che chiedono di essere contrattualizzati e pagati il giusto, per potersi mantenere da soli e raggiungere una vera autonomia.
Nel libro Se potessi avere mille euro al mese, uscito il 15 marzo per Laterza, la giornalista Eleonora Voltolina racconta le loro storie e le proposte per cambiare il futuro non solo di tanti singoli cittadini, ma di un intero Paese.

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L'indice

Introduzione
1. Emergenza retribuzioni   
2. Medicina, la professione è ammalata
3. Partite Iva: numeri senza futuro
4. Per amore dell’arte
5. Cogito, ergo (pauper) sum
6. Giornalisti, da quarto potere a quarto Stato
7. Praticantato, il nonnismo delle professioni
8. Se il master sostituisce il lavoro che non c’è
9. Contratti: la fantasia al potere
10. Cambiare musica

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Il libro è disponibile anche in ebook


La Repubblica degli stagisti 
uscito nelle librerie il 1° luglio 2010


Ci sono quattrocentomila stagisti ogni anno in Italia. Forse addirittura mezzo milione - il numero cresce anno dopo anno con percentuali a due cifre. Vanno in stage in multinazionali e microimprese, ditte private ed enti pubblici. Spesso a titolo gratuito, senza percepire nemmeno un rimborso spese, sperando che lo stage sia una porta d'ingresso per entrare mondo del lavoro. Speranza troppo spesso frustrata, considerando che oggi come oggi meno di un tirocinio su dieci si trasforma in un contratto.
L'Italia non è più una Repubblica fondata sul lavoro, come dice la Costituzione. Ormai è fondata sullo stage, diventato un passaggio obbligato per giovani e meno giovani in cerca di occupazione. E un modo in cui aziende senza scrupoli riescono a risparmiare sul costo del personale, arruolando tirocinanti anziché dipendenti, levandosi la seccatura di dover pagare stipendi e contributi.
Per accendere una luce su questa situazione la giornalista Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti,  ha scritto un libro: «La Repubblica degli Stagisti», appunto, sottotitolo: «Come non farsi sfruttare», pubblicato dalla casa editrice Laterza e nelle librerie da luglio. Un viaggio nell'universo stage alla ricerca dei riferimenti normativi, delle storie di stage vissuto, dei trucchi per scegliere bene stando alla larga dalle truffe e dalle fregature. Crossover tra saggio, inchiesta giornalistica e guida, il libro offre una panoramica su tutto quel che c'è da sapere sullo stage, raccogliendo anche le voci di tanti stagisti ed ex stagisti che raccontano la loro storia.
Si incontrano così Olimpia, emigrata in Olanda per sfuggire all'ennesimo stage; la psicologa Martina, arruolata in un'agenzia di selezione del personale e trasformata in tutor della stagista successiva; Giulio, laureando in Biotecnologie mediche che dopo un anno di stage si sente proporre (e rifiuta) una proroga di altri cinque mesi… I protagonisti di questo libro sono sparsi per l'Italia, perché lo stage si fa dappertutto e dappertutto si annidano gli abusi. E non sono solo stagisti, ma anche praticanti: perché il praticantato, al pari dello stage, è un guado che migliaia di giovani ogni anno devono attraversare per poter cominciare a svolgere alcune professioni (avvocato, commercialista, giornalista…), e spesso ne escono con le ossa ammaccate e il morale a terra.
Ma ci sono anche le storie felici, i casi positivi ed esemplari, i programmi di stage seri e utili, che aumentano davvero le competenze e traghettano nel mondo del lavoro. A questa parte positiva è dedicata un'ampia parte del libro, affinché i giovani non perdano la speranza e abbiano in mano gli strumenti necessari a poter agire in prima persona per determinare il proprio futuro.
Il libro è destinato in primis agli stagisti presenti e futuri ma anche dalle loro mamme, papà e zii che vogliano regalare una bussola con cui orientarsi nel mare magnum del mercato del lavoro italiano.


 

Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
- Rapporto Excelsior 2009: sempre più stagisti nelle imprese italiane, se
mpre meno assunzioni dopo lo stage
- La carica dei centomila studenti stagisti: i nuovi dati di Almalaurea sui tirocini svolti durante l'università
- Quanti sono gli stagisti negli enti pubblici italiani? Nessuno lo sa. L'appello della Repubblica degli Stagisti a Brunetta: ministro, ce lo può dire?