Elezioni 26, 27, 28 e 29/11 rinnovo Consiglio direttivo Associazione Lombarda Giornalisti

13 anni, 4 mesi fa di paolobrambilla

Paolo Brambilla Giornalista pubblicista
Direttore responsabile dell’Agenzia di stampa ActionNews
paolo@brambilla.net
MIL Movimento Informazione e Libertà.
(fondatore e portavoce Franco Abruzzo).
Elezioni 26, 27, 28 e 29/11/2010 per il rinnovo del Consiglio direttivo dell’Alg - Associazione Lombarda Giornalisti - e per l’elezione dei delegati al Congresso 2011 della Fnsi.
(Il 26/11 si vota nelle sedi delle province lombarde).
Franco Abruzzo: Ci sarò e guiderò una lista ‘regionale’ e una lista ‘nazionale’.
Sono tempi duri e c’è bisogno di persone dure, che non pieghino la testa di fronte agli editori. Sono pronto!
CARI COLLEGHI, ho deciso di candidarmi in un momento difficile per la professione, mettendo a disposizione di tutti le mie competenze e la mia passione civile. Ubbidisco a un principio fissato nell’articolo 4, secondo comma, della Costituzione: Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Sarò con Franco Abruzzo che guida la lista del MIL, il Movimento Libertà e Informazione nato il 10 giugno scorso.
Vince la lista, non il singolo candidato. Le liste sono un momento organizzativo dei gruppi o delle componenti sindacali. Indubbiamente votare la LISTA del MIL significa fare eleggere i propri candidati in rapporto ai voti complessivi presi. Più voti al MIL, più candidati eletti. FATE UNO SFORZO: VENITE A VOTARE IN MASSA. L’articolo 41 della Costituzione e l’articolo 13 dello Statuto dei lavoratori (legge 300/1970) tutelano la dignità della persona: un giornalista non è un sacco di patate che si possa spostare, in modo arbitrario e senza tener conto delle specificità individuali, da un punto all’altro della redazione oppure da una città all’altra. Dobbiamo chiedere alle aziende editoriali di rispettare il contratto e la legge 388/2000 in tema di formazione continua dei giornalisti nonché di assicurare ai collaboratori e ai co.co.co trattamenti dignitosi.
Dobbiamo convincere l’Inpgi:
a) a liberalizzare la libertà di cumulo, che è un atto di giustizia per quanti sono stati costretti al pensionamento anticipato o alla pensione di anzianità;
b) a copiare dall’Inps il limite dei 5mila euro per i collaboratori gravati oggi dall’obbligo di iscrizione alla getsione separata (o Inpgi/2). Chi guadagna meno di 5mila euro all’anno deve essere libero di aderire io meno all’Istituto vista la eseguità delle pensioni.
Oggi c’è il problema di combattere contro il bavaglio alla stampa e gli ostacoli all’attività dei Pm, pur riconoscendo che il rispetto della privacy per i cittadini innocenti ed estranei alle inchieste giudiziarie è un problema serio da risolvere in fretta.

Gli altri punti della piattaforma:
1. Difesa del ruolo degli inviati speciali, cancellati come qualifica dal Contratto del 2001. Attraverso la figura dell’inviato, dobbiamo difendere la specificità e l’originalità di ogni giornale inteso come opera collettiva dell’ingegno. No ai giornali copia e incolla, sì ai giornali costruiti dai giornalisti, che devono tornare a parlare con la gente nelle città e nei paesi della Penisola. Sì ai cronisti, che battono i marciapiedi e consumano le scarpe alla ricerca di notizie. Ferma condanna della scelta degli editori di utilizzare le tecnologie informatiche come taglio dei costi. Chiedere organici delle cronache adeguati alla realtà complessa delle nostre città e delle aree urbane nonché della nostra realtà sociale/economica e della nostra vita civile. Le inchieste sono state sostanzialmente abolite almeno negli ultimi 15 anni. Dobbiamo tornare a fare inchieste, che facciano male a qualcuno, soprattutto ai poteri forti (banche, grande industria, assicurazioni, mondo politico). I Palazzi non sono luoghi inviolabili!!!! Garantire ai redattori addetti al desk, come prevede il Cnlg, il diritto alla firma almeno settimanalmente.
2. Difesa degli organici redazionali, favorendo nuove iniziative di tutte le testate giornalistiche.
3. Crescita qualitativa dei servizi resi dall’Alg attraverso un uso sempre più incisivo e innovativo della telematica. L’obiettivo è quello di avvicinare l’Alg agli iscritti, garantendo prestazioni soprattutto via web e incrementando le prestazioni di natura legale e fiscale completamente gratuite
4. Promozione di una forte campagna di iscrizioni al sindacato.
5. Sviluppo dell’azione di comunicazione dell’Alg attraverso il portale, le email e Giornalismo (che oggi esce quando può). Bisogna elaborare un piano editoriale che trasformi Giornalismo in un trimestrale ad alto contenuto sindacale, culturale, storico, giuridico, organo di una professione centrale nella vita democratica del Paese. Sviluppare la presenza del sindacato nella vita culturale milanese e lombarda con una serie di dibattiti di vasto impatto.
6. Persa la sede storica di Palazzo Serbelloni, trovare, con l’aiuto delle Istituzioni milanesi e lombarde, una soluzione adeguata per il rilancio del Circolo della Stampa.
Paolo Brambilla
Cell. 335-220221
paolo@brambilla.net

Piattaforma elaborata su sollecitazione di un gruppo di giovani giornalisti:
1) retribuzioni dignitose per i pezzi dei collaboratori: ripristinando, come gli avvocati, il tariffario minimo (anche sotto il profilo degli usi e delle consuetudini) e controllando che venga rispettato, o comunque sanzionando le aziende editoriali che erogano retribuzioni troppo basse.
2) controlli incrociati sulle richieste di iscrizione all'albo dei pubblicisti: per smascherare le testate giornalistiche che fingono di retribuire gli aspiranti giornalisti, talvolta facendo pagare a questi le ritenute d'acconto.
3) moltiplicare le borse di studio dell'Ordine per gli studenti delle scuole di giornalismo: per evitare che le scuole siano accessibili solo ai più abbienti, e ripristinare la "democrazia" che era la cifra dell'Ifg De Martino (che non a caso era gratuito). Riduzione dei Master biennali di Giornalismo riconosciuti dall’Ordine a 6 su scala nazionale (tre a Milano, due a Roma, Perugia). Collegare i Master alle esigenze e alle possibilità concrete del mercato.
4) emanare linee guida precise sulla presenza degli stagisti nelle redazioni giornalistiche, differenziando tra stagisti-praticanti (iscritti a scuole di giornalismo) e stagisti non praticanti. I primi dovrebbero sempre essere messi in condizione di svolgere pratica giornalistica (scrivendo, firmando, apparendo in video, etc.) perché sono a tutti gli effetti praticanti iscritti al Registro annesso all'Albo dei professionisti. Allo stesso tempo, però, è importante vigilare affinché non vengano utilizzati per sostituzioni ferie, malattia o maternità.
5) praticantati d'ufficio: trasmettere sistematicamente le informazioni sulle pratiche di praticantato d'ufficio agli organismi competenti a svolgere indagini e ispezioni (Ispettorato provinciale del Lavoro e Ispettorato Inpgi). Nella maggior parte dei casi dietro un praticantato d'ufficio si cela una situazione di sfruttamento ed evasione fiscale/previdenziale, con giornalisti di fatto sottopagati e ricattabili.
6) più controlli su trasmissioni radiofoniche e di tv locali: spesso ci sono persone che svolgono attività giornalistica professionale e di redazione, anche continuativamente, anche per mesi o addirittura anni, magari avendo anche la responsabilità di specifiche trasmissioni!, senza che ciò venga riconosciuto contrattualmente. Non solo quindi sanatorie "ex post" coi praticantati d'ufficio, ma anche e sopratutto un impegno dell'Ordine (e del sindacato) per controlli ex ante
7) controlli accurati su sedicenti scuole, corsi, master di giornalismo estranei ai circuiti ufficiali, che creano illusioni e aspettative.

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