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chiarimenti sullo svolgimento e sul post-conclusione del tirocinio

13 anni, 12 mesi fa di chedelusione

NEL CORSO DELLO SVOLGIMENTO TIROCINIO POST-LAUREAM
"può il tirocinante realizzare un prodotto nuovo(la realizzazione di esso è prevista ed indicata nel progetto formativo) che l'azienda ospitante vende e dunque ci guadagna il 100%?"

DOPO LA CESSAZIONE DEL TIROCINIO
"può il tirocinante (ormai ex) chiedere all'azienda che l'ha ospitato di non utilizzare a scopo di lucro il prodotto nuovo da egli realizzato in fase di tirocinio?"

Riccardo

13 anni, 11 mesi fa

Caro chedelusione,
scusa se mi intrometto ancora.. ma se è una email tienitela stretta, stampala, incorniciala, aggiungila al resto della documentazione &portala all'ispettorato del lavoro come dice Eleonora..

In bocca al lupo!
Riccardo

chedelusione

13 anni, 11 mesi fa

Rinnovo i miei ringraziamenti per la sua disponibilità. La ringrazio per il consiglio e spero di trovare persone che abbiano a cuore il rispetto per gli stagisti.
Comunque, posso continuare nel raccontarle la mia esperienza? Ciò che le ho raccontato è un antipasto. Le racconto anche la beffa: ad oggi, il tutor usufruisce dei miei elaborati e si identifica come l'autore di essi, nonostante io abbia fatto richiesta esplicita di eliminarli rivendicando il mio diritto d'autore(purtroppo il decreto 142/98 nulla specifica sul copywriter)e, nonostante mi abbia comunicato che, seppur egli non fosse tenuto a ciò perché i prodotti li avevo realizzati durante un tirocinio presso il suo ufficio , avrebbe esaudito la mia richiesta.

Eleonora Voltolina

13 anni, 11 mesi fa

Caro Chedelusione, scusa il silenzio di questa settimana. In effetti la situazione che descrivi ha più di un punto oscuro - nel senso che mi sembra che l'impresa che ti ha accolto in stage si sia comportata con molta leggerezza, al limite della legalità.

Mi spiego: tu scrivi di aver iniziato lo stage a febbraio 2009, che solo a metà marzo il titolare si è "svegliato" rendendosi conto che lo stage andava formalizzato. Quindi un primo ritardo di un mese. Poi scrivi anche che, pur essendoti recato al centro per l'impiego della tua città a metà marzo, il tirocinio è stato "legalizzato" solamente a maggio. Quindi altri due mesi di ritardo! Ma questo, com'è stato possibile? Il centro per l'impiego non era al corrente del fatto che tu stessi già svolgendo lo stage? E come mai ci ha messo così tanto per sbrigare la pratica?

Di fatto, stando così le cose il tuo stage è rimasto tecnicamente IN NERO da marzo a maggio. Dal tuo racconto il centro per l'impiego fa una figura davvero pessima: non solo lento, ma anche ignavo di fronte a una situazione che avrebbe dovuto invece far suonare tutti i campanelli d'allarme possibili e immaginabili! Sopratutto nel momento in cui tu, a dicembre, tornasti da loro per richiedere la chiusura anticipata dello stage!

Se vuoi, certamente puoi provare ad agire perchè quel che hai subito non resti impunito. La strada è recarsi presso un ispettorato del lavoro e raccontare per filo e per segno quel che ti è successo, avendo l'accortezza di supportare il racconto con tutte le prove documentali e cartacee di cui disponi (es. i prodotti grafici su cui il tuo nome era visibile, le eventuali email che ti sei scambiato con il titolare dell'impresa dal momento del primo contatto a quello del commiato, etc). Dovresti certamente sottolineare anche che quello che sulla carta avrebbe dovuto essere il tuo tutor in realtà non aveva nessuna competenza rispetto alle mansioni che tu avresti dovuto apprendere, e che quindi non era in grado di offrirti una formazione - ma che anzi eri tu a doverti quotidianamente "auto-formare" per realizzare ciò che lui ti aveva chiesto.

Però è giusto che tu sappia che non è una passeggiata: innanzitutto non tutti gli ispettorati sono sensibili al tema degli stagisti sfruttati, e in secondo luogo anche trovando la collaborazione di un ispettore capace e sensibile, il fatto che lo stage risalga ormai a 5-6 mesi fa potrebbe complicare la situazione, essendo per gli ispettori più difficile recuperare le "prove".

Nel tuo caso specifico, però, credo che almeno una cosa non sarebbe difficile dimostrarla: e cioè che il primo periodo di stage è stato svolto in nero. A questo punto sta a te fare le tue valutazioni e decidere il da farsi. La posizione della Repubblica degli Stagisti è che non si debba mai restare in silenzio, e che si debbano denunciare le proprie esperienze negative anche per evitare che si ripetano, in futuro, su altri giovani. Però la scelta finale spetta a te. Nel caso decidessi di procedere, naturalmente consideraci a tua disposizione per qualsiasi tipo di supporto.

Ti consiglio di dare un'occhiata a questo link:
Intervista a Paolo Weber: «Gli ispettori a Milano vigilano anche sugli stage, ma quanto è difficile» http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/intervista-a-paolo-weber-ispezioni-stage

Rispetto all'intervento di Riccardo, mi sento di sottoscrivere una sua frase: è sempre meglio spendere un po' più di tempo e cercare offerte serie, piuttosto che accettare una proposta che fin dall'inizio non ci convince (tu stesso scrivi che eri "scettico", e che alla fine hai accettato praticamente solo per mancanza di alternative). Perchè raramente le proposte poco convincenti si trasformano in qualcosa di meglio... anzi.

Attendiamo tue notizie!!

Eleonora

Riccardo

13 anni, 11 mesi fa

Caro chedelusione, in attesa della risposta di Eleonora (presumo un po’ occupata dato il successo del sito), consentimi di scriverti due righe. Perdonami se sono troppo diretto o sembro provocatorio. Non è affatto mia intenzione, ma il mio è un carattere difficile..
Premesse. Primo: i “tempi bui”, la “crisi”, o il fatto che c’è “troppo personale” sono cose che in italia ho sempre sentito da quando sono venuto al mondo. E presumo siano lo standard per la mia (nostra?) generazione. Quindi, non aspettarti risposte diverse. Personalmente, quando mi è capitato ho sempre risposto che sono cose che ho sempre sentito dalla culla e che do già per scontate.
Secondo: in italia le aziende non rispondono MAI quando gli si invia il CV. Non solo a te. Manco se sei un astronauta. Non risponderebbero neanche a Steve Jobs perché non ha abbastanza esperienza lavorativa locale né a Barack Obama perché sarebbe troppo complicato fargli avere il permesso di soggiorno. Prendi anche questo come dato di fatto. Quindi, in questi due punti, non vedo che hai da scoraggiarti..è una situazione comune a tutti.
Detto questo, passiamo al dunque: la prassi per la fine del tirocinio ti è stata comunicata. Se non sbaglio, tu in teoria non dovresti fare altro, ma ti sei assicurato che quello che ti hanno detto al centro per l’impiego sia stato fatto? Io mi informerei, tanto per essere sicuro.
Riguardo al fatto che l’azienda ora venda quello che tu hai preparato: effettivamente non sembra regolare, segnalerei la cosa al centro per l’impiego- ma hai una documentazione che possa eventualmente provare ciò che dici? Ad ogni modo, dal mio (bacato, lo so..) punto di vista dovrebbero essere tutti contenti. L’autore di un libro (semi-serio) di finanza che ho letto diceva che alla fine “everybody gets what he/she wants”.. e mi sembra proprio questa la situazione:
1) L’azienda vuole aumentare profitti o fatturato a costo (quasi) zero. Quindi, l’azienda ora è contenta. Ha sviluppato un nuovo prodotto a costo basso, e ora lo rivende. Success, direbbero in USA..
2) Tu (e pure lo dici) volevi crescere professionalmente, e in aggiunta “i soldi non sono il tuo interesse tanto quanto lo sviluppo professionale”. Beh, ora sai come si sviluppa da zero un prodotto (cosa che prima non sapevi), ed in aggiunta NON sei stato adeguatamente retribuito per farlo (ma non ti interessava- e poi sei andato tua sponte in una azienda che ti aveva già detto che non cercava personale). Anche tu hai avuto quello che cercavi.. non sei contento? PERCHE’ NON SEI CONTENTO??? SORRIDI, DANNAZIONE!! ;)
Summa summarum: la prossima volta evitiamo di metterci da soli la testa nella bocca del leone..non è forse meglio spendere un po’ più di tempo a rifinire il CV e cercare offerte serie (ammesso che ce ne siano) e nel frattempo, ad esempio, magari fare del vero volontariato (cosa apprezzata da aziende serie in sede di colloquio..)?
Ultima cosa: si, c’è un modo per non favorire l’uso sbagliato di un tirocinio formativo. Dire di NO quando te li propongono, ma anche e non farne uno aiuta.
Cheers,
Riccardo

chedelusione

13 anni, 11 mesi fa

Scusi per il disturbo, Sig.ra Eleonora, ma non ho più avuto sue notizie.
Lei reputa che io non debba procedere in via legale perchè non posseggo le carte in regola?

chedelusione

13 anni, 11 mesi fa

Ho inviato il mio CV a varie aziende e, SOLO (complice la crisi economica che sta attraversando l'Italia), questo ufficio mi ha risposto. Ho sostenuto il colloquio nel quale mi fu fatto presente che non fossero alla ricerca di alcuna figura professionale ma che erano ben disposti ad appoggiare una mia iniziativa.
Scettico, Mi presi un po' di tempo per riflettere e dopo aver analizzato pro e contro, tenuto presente il periodo buio, ho colto l'occasione: era una (e per il momento), l'unica possibilità che mi era stata offerta per farmi spazio nel mondo del lavoro. Ciò risale a Febbraio 2009 mese in cui si è deciso il progetto da portare aventi. A Marzo il titolare dell'ufficio si è informato ed un bel giorno(il 16 marzo) mi comunica di recarmi presso il centro per l'impiego per farmi avere la documentazione per legalizzare un tirocinio formativo. Prontamente, il giorno dopo mi recai al centro per l'impiego dove mi fecero presente che a richiedere la documentazione non spettava al tirocinante ma all'azienda ospitante (e vabbè, ho imparato una cosa nuova).
A Maggio il tirocinio è stato legalizzato con un rimborso spese di 200€ ed una frequenza dal lunedì al venerdì. Mi autogestivo e il tutor (il titolare dell'ufficio) ogni giorno mi rivolgeva la solita domanda "Ci sono novità?" (novità su cosa? trascorrevo le giornate dinnanzi al computer alla ricerca di come meglio organizzare il servizio,che si sarebbe concretizzato a settembre 2009, perchè come lei ha ben dedotto "non c'era nessuno che avesse le competenze necessarie a insegnarmi il mestiere: mi hanno messo a fare una cosa che nessuno dei dipendenti aveva fatto prima (e che nessuno avrebbe saputo fare), costringendomi ad arrangiarmi e ad "autodidattizzarmi")".
Ho avuto pazienza fino a settembre illudendomi che le cose cambiassero.
Arrivato settembre ho realizzato i grafici cartacei e quando chiedevo delle direttive per una realizzazione ottimale non mi veniva data una risposta professionale.
Circa i miei prodotti grafici: quelli sul web erano già pronti a marzo, realizzati in totale autonomia ed erano resi usufruibile gratuitamente dai potenziali clienti ed era anche comunicato chi fosse l'autore (il mio nome era visibile).
Da settembre i miei grafici realizzati su supporto cartaceo erano a pagamento (parliamo di pochi € non perchè i prodotti fossero di bassa qualità ma solo perchè si voleva offrire una concorrenza ideale). Sinceramente non ho mai chiesto una % perchè (povero illuso) credevo nel buon senso di chi avevo di fronte (ma i soldi non era il mio interesse primario quanto la possibilità di crescere professionalmente).
La mia pazienza iniziava a scarseggiare e metà dicembre chiesi se fosse possibile, entro il medesimo mese, terminare anticipatamente il tirocinio perchè insoddisfatto e mi fu risposto che tutto fosse possibile.
L'ultimo giorno prima delle feste natalizie lasciai il mio rimborso spese ma ci saremmo rivisti a gennaio per ultimare la pratica di conclusione del tirocinio.
Chiesi al centro per l'impiego la prassi da seguire per la richiesta della fine anticipata, essa mi fu comunicata ma null'altro mi fu chiesto.
Spero di esser stato esaustivo.

Eleonora Voltolina

13 anni, 11 mesi fa

Ciao Chedelusione,

grazie per i particolari.

Allora, vediamo se ho ben capito: tu sei andato nel centro per l'impiego della tua città (quale?) perchè cercavi un lavoro. Immagino che quindi tu ti sia laureato da più di un anno e mezzo (altrimenti ti saresti rivolto all'ufficio stage della tua università, giusto?).

Al centro per l'impiego ti hanno proposto un posto di stage in uno studio che si occupa di modellistica: un'esperienza di un anno, interessante anche perchè offriva un buon rimborso spese (quanto?). Tu hai deciso di accettare, ma quando sei entrato in questo studio ti sei reso conto che non c'era nessuno che avesse le competenze necessarie a insegnarti il mestiere: ti hanno messo a fare una cosa che nessuno dei dipendenti aveva fatto prima (e che nessuno avrebbe saputo fare), costringendoti ad arrangiarti e ad "autodidattizzarti". Sostanzialmente ciò che hai fatto era più simile, mi pare di capire, a un contratto a progetto che a uno stage.

Restano alcune domande in sospeso. Durante lo stage andavi tutti i giorni in orario d'ufficio? Ti autogestivi completamente o seguivi comunque direttive - tabelle di marcia? Avevi all'interno dello studio una persona di riferimento, un tutor che ti aiutasse ad affrontare le difficoltà e che ti guidasse (almeno dal di fuori) in quel che stavi facendo?

C'è poi tutto il discorso del risultato del tuo lavoro. Dopo quanti mesi i tuoi prodotti grafici sono stati pronti? In questi prodotti c'era scritto che li avevi ideati tu, o il tuo nome e cognome è completamente scomparso? Quand'è che l'azienda si è messa a vendere i tuoi prodotti, e quanto denaro ne ha ricavato? Tu hai mai provato a chiedere che ti fosse data una percentuale di questi guadagni?

Infine, la questione della fine anticipata dello stage. Dopo quanti mesi hai deciso di abbandonare lo studio? Come è stata presa questa tua decisione all'interno dello studio stesso? Il centro per l'impiego non ti ha chiesto quali fossero le motivazioni che ti spingevano a questa scelta, e se sì: hai raccontato quel che era successo?

Eleonora

chedelusione

13 anni, 11 mesi fa

GRAZIE PER LA DISPONIBILITA'.
Il tirocinio è stato promosso da un centro per l'impiego mentre l'azienda ospitante è un ufficio modellistico. Ho realizzato dei prodotti grafici sul web e cartacee senza l'aiuto di nessun altro dunque in totale autonomia, poichè l'azienda ospitante non si occupa di questi prodotti.
Per la realizzazione di tali prodotti grafici mi sono autodidattizzato, ho elaborato una mia metodologia di ricerca e di sviluppo, perchè l'azienda ospitante, non trattando questi prodotti, non sapeva come procedere.
L'azienda ospitante mi ha dato la possibilità rendere visibile i miei prodotti grafici e di questo gliene sono grato.
L'azienda ha venduto questi prodotti ma io non ho percepito nessuna percentuale.
La durata del tirocinio era di un anno, ma io ho richiesto il recesso anticipato perchè insoddisfatto. Ho percepito un rimborso spese.
Il progetto formativo prevedeva la creazione di un sito attraverso il quale fornire informazioni alle aziende mediante elaborati grafici.

Eleonora Voltolina

13 anni, 11 mesi fa

Caro Chedelusione, certo che ti aiutiamo. Dovresti raccontarci però un po' meglio la tua storia, perchè la situazione cambia significativamente a seconda di quanto il tirocinante ha effettivamente contribuito alla realizzazione di un progetto nuovo. Dove hai svolto il tuo tirocinio? Cosa c'era scritto nel progetto formativo? Qual è l'università che ha promosso lo stage? Che tipo di prodotto hai ideato? Lo hai ideato in collaborazione con il tuo tutor, o in maniera completamente autonoma? Quanto è durato il tuo percorso di stage? Hai percepito un rimborso spese per i mesi di stage?
Tutte queste informazioni ci aiuteranno a comprendere a fondo la tua situazione e a valutare insieme a te quali siano i passi da compiere. Attendiamo tue notizie,

Eleonora

chedelusione

13 anni, 11 mesi fa

C'E' QUALCUNO CHE POSSA FORNIRE DELLE RISPOSTE ALLE MIE DOMANDE?
VI PREGO RISPONDETEMI..
NON HO INTENZIONE DI FAVORIRE UN USO SBAGLIATO DEL PROGETTO FORMATIVO!

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