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Questo paese fa schifo

2 anni, 7 mesi fa di Emi25

Buongiorno a tutti,
uso questo spazio solo per sfogarmi e per confrontarmi con altre persone che si trovano nella mia situazione.
La mia storia è molto simile a quella di tantissimi altri, anzi, probabilmente più fortunata di quella di molti altri.
Ho studiato sempre con passione, mi sono diplomata con il massimo dei voti, ho deciso di investire in un'università privata dove mi sono laureata perfettamente in tempo e con ottimi risultati, scegliendo una facoltà - quella di economia e marketing - che per quanto piuttosto inflazionata, è comunque una delle più richieste sul mercato. Ho studiato all'estero per vari periodi della mia vita, parlo due lingue.
Già un anno prima della laurea ho iniziato a cercare stage/lavoro, sia per iniziare a muovermi in questo mondo, sia per cominciare progressivamente a ripagare i miei genitori dei soldi investiti per la mia formazione.
Da lì è iniziata un'epopea di stage.
Ho fatto un'esperienza di stage di comunicazione pubblicitaria che alla fine si è rivelata una specie di call center senza alcuna finalità formativa.
Successivamente ho trascorso 1 anno (sempre di stage, curricolare + extra) in una piccola multinazionale in cui, considerando il tempo che vi ho trascorso, ho imparato davvero poco di inerente ai miei studi.
Sono stata usata, di fatto, solo per i primi 6 mesi, durante i quali ho dovuto ricoprire una vacancy e ho gestito moltissime pratiche: il lavoro non mi piaceva granché, però lo trovavo comunque formativo e sicuramente utile.
Passati i primi 6 mesi, il posto vacante che stavo fondamentalmente sostituendo (con un contratto di stage, eh!) è stato riassorbito ed è stata assunta una persona con più seniority. Io sono quindi diventata fondamentalmente inutile, e per tutto il resto del tempo (ALTRI 6 MESI..) ho dovuto prevalentemente per svolgere attività di back office o in generale fare le classiche fotocopie,
Durante questo periodo ho cercato delle alternative, mandando tantissimi CV e svolgendo circa una decina di colloqui (SEMPRE PER ALTRI STAGE, naturalmente), ma tutti, per qualche motivo, non sono andati bene.
Il motivo prevalente è che, a ciascuno di quei colloqui, i miei concorrenti avevano anche il doppio della mia età e altre trecento esperienze alle spalle: per disperazione, però, si candidavano ad esperienze di stage insieme ai ragazzini.
D'altra parte, i colloqui per accedere agli stage sono ormai paragonabili ad Hunger Games: processi di selezione lunghissimi con tre/quattro step, assessment a tempo, business case da svolgere in 24h.. sono spesso arrivata in fondo ai processi di selezione senza mai riuscire ad essere selezionata.
Ovviamente parliamo di stage con una retribuzione dai 500 agli 800 €, per lo più senza buoni pasto, che spesso richiedono anche il trasferimento (nonostante la situazione Covid) e quindi l'accollo di eventuali spese di affitto e annessi.
Non ho trovato nulla, e quando sono arrivata al termine dello stage che stavo svolgendo non si è riuscito a trovare modo di assumermi. O meglio: data la mia attività di perenne back office, mi è stato proposto un possibile inserimento nella gestione della reception.
Io a 25 anni, laureata da appena 6 mesi dopo un investimento costosissimo di cui non voglio nemmeno nominare la cifra, piena di sogni e aspirazioni, ero convinta che potessi ancora mettermi in gioco e trovare qualcosa di adeguato ai miei titoli, alle mie passioni, qualcosa che mi desse un senso.
Quindi ho rifiutato.
Tutt'ora penso di essere stata una deficiente.
Sono fortuitamente riuscita a trovare un altro tirocinio in un'altra azienda, svolgendo mansioni diverse e finalmente maggiormente in linea con i miei studi, che mi hanno entusiasmato molto e permesso di apprendere.
Anche in questo caso, dopo 6 mesi, non c'è stato verso di assumermi: "non c'è budget", "sai, il COVID..".
Eh certo, il COVID.
Adesso danno tutti la colpa al COVID.
La verità è che se esistono forme di lavoro praticamente GRATUITE come lo stage, in cui l'azienda non paga nulla, e in cui è possibile anche trovare lavoratori abbastanza formati (ho visto stagisti di 30 anni con innumerevoli esperienze alle spalle), è inevitabile che si sceglieranno sempre quelle forme contrattuali.
E quindi, anche in questo posto dove stavo, ecco che diamo il via un altro stagista, che tanto lavora gratis e quindi tanto vale mandare avanti un turn over senza fine.
Ho provato a cercare lavoro. Non l'ho trovato. E quindi, mi sono buttata sull'ennesimo stage, che inizierò tra poche settimane.
Per i contratti veri e propri, infatti, in questo paese di m*, si arrivano a richiedere anche 5 anni di esperienze per posizioni estremamente basic e poco senior.
Vedo annunci di lavoro in cui si offre 1 anno di contratto determinato a 1000 euro al mese e si richiedono 4/5 anni di esperienza e una serie infinita di specializzazioni.
Ho fatto un paio di colloqui di lavoro, che sono andati anche piuttosto bene, ma in tutti è stata lamentata la mia mancanza di esperienza "autonoma", nel senso che sul mio CV ho quasi due anni di stage, in cui, per forza di cose, per quanto abbia lavorato molto e - soprattutto nell'ultimo periodo - appreso molto, non sono mai stata lasciata completamente autonoma su un progetto o per lo meno, dato il mio inquadramento, è difficile crederlo.
Mi chiedo: ma se il lavoro non c'è, e l'unico modo di lavorare è andare avanti a stage (quando si riescono effettivamente a trovare, perché non si trovano manco quelli data la concorrenza) come è possibile acquisire davvero una esperienza più elevata? Come si cresce? Mi sembra di trovarmi in un loop senza fine.
E più vado avanti più si accumula una rabbia sorda e un odio che mi fa male psicologicamente, mi fa vivere male le giornate e anche la mia vita privata, in quanto non riesco a svagarmi con i miei amici/fidanzato perché sono ossessionata da questo senso di frustrazione.
Il lavoro è VITA per le persone, sia da un punto di vista economico che da un punto di vista psicologico.
Io dopo circa 2 anni di lavoro, per lo Stato, risulto disoccupata. Ho percepito dei rimborsi spesi che sono paragonabili al reddito di cittadinanza, dato che l'azienda per la quale stai lavorando effettua un esborso minimo: siamo dei sussidiati.
Non ho ovviamente uno straccio di contributi, non ho ferie (non vado in vacanza da 2 anni se non per i classici 5 giorni di chiusura di agosto); non ho sgravi fiscali; e nel caso in cui ora non ritrovassi l'ennesimo stage, non avrei naturalmente il sussidio di disoccupazione.
Eppure, io posso contare sulla mia famiglia. Se non avessi i miei genitori e, come tanta altra gente, dovessi pensare anche a pagarmi da mangiare?
Da un punto di vista emotivo, non trovo più uno scopo nelle giornate che passano: sono demotivata perché non sento di crescere, non trovo un senso, non sento uno "scatto di qualità" e non riesco più nemmeno a provare ambizione.
Che cosa diventerò? E soprattutto, COSA DIVENTEREMO? Che paese è un paese che non garantisce futuro ai giovani, che li denigra in tutte le forme possibili e immaginabili e poi, però, ha anche il coraggio di insinuare che non hanno voglia di fare niente?
Scusate lo sfogo.

Antonio27

2 anni, 6 mesi fa

In risposta a #31407
In cosa sei laureata?

Blublublu

2 anni, 7 mesi fa

Anche io sto vivendo questa giostra da luglio 2020, devi dire che mi sta inducendo alla depressione. La mia unica speranza è riuscire a lavorare  nella scuola, se non fosse che continuano a rimandare il concorso di selezione a causa del covid. Se va tutto bene forse ad autunno 2022 potrei iniziare l'altra giostra che sono le supplenze ed il precariato indefinito. Ma meglio questo di continuare a passare da un tirocinio all'altro.

In ogni caso questo stato ci ha tolto la possibilità di crearci un futuro. 

Santa_Pazienza

2 anni, 7 mesi fa

Amica mia, mi dispiace molto leggere storie come la tua. Ti sono estremamente vicino e ti auguro, dal profondo del cuore, di trovare la serenità e il tuo spazio nel mondo. 

Un grosso abbraccio.

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