Categoria: Storie

Federica: in Medtronic tante certezze per il futuro

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Federica Fornari, assunta a tempo indeterminato in Medtronic. Ho 25 anni e sono nata e cresciuta nella periferia est di Milano. Nell’ottobre 2006, dopo la maturità linguistica mi sono iscritta alla facoltà di Scienze politiche della Statale. Dopo tre lunghi anni di fatiche mi sono laureata in Scienze internazionali ed istituzioni europee. Durante la mia carriera scolastica ed universitaria ho fatto qualche lavoretto per togliermi qualche sfizio, per non pesare troppo sui miei genitori e anche per cominciare a fare i primi passi nel mondo del lavoro. Tra questi ho fatto uno stage di 76 ore, senza alcun rimborso spese, presso l’Azienda EPO srl mi occupavo dell’archivio ed ero aiuto centralinista. Nonostante io abbia cercato di lavorare mentre studiavo, ho sempre trovato ben poco, un po’ per motivi universitari, visto che avevo molte lezioni da seguire che spesso occupavano l’intera giornata, un po’ perché l’offerta era scarsa. Nel  gennaio 2009 ho fatto un ulteriore stage di sei mesi di nuovo presso la EPO srl tramite la Provincia di Milano. Il mio ruolo però è cambiato e mi occupavo di gestire le pratiche dei prodotti da registrare presso l’Agenzia delle entrate.Subito dopo la laurea ho cominciato a inviare il mio curriculum speranzosa di trovare presto lavoro. Mi sono recata in tutte le agenzie interinali della zona, senza però trovare qualcosa che mi interessasse. Che sensazione frustrante: dopo anni di studio e sacrificio neanche un’offerta professionale alle porte!Nel settembre 2010 ho partecipato al Career Day gestito dalla Statale di Milano dove ho avuto modo di ricevere dépliants informativi da molte multinazionali fra cui Medtronic. Ho quindi inviato il mio curriculum in azienda, certa di ricevere almeno un riscontro. E infatti dopo qualche giorno mi hanno telefonato dall’ufficio risorse umane e mi hanno chiesto di presentarmi per un colloquio: stavano cercando una stagista da inserire nell’ufficio assistenza tecnica.Dopo qualche giorno sono stata ricontattata per un secondo colloquio, questa volta con il supervisor del sat; un paio di giorni dopo sono stata chiamata dall’ufficio del personale: mi avevano scelta!Al servizio di assistenza tecnica ho imparato a gestire tutto ciò che sta dietro al lavoro dei tecnici, dall’apertura della chiamata alla fatturazione. Prima ho seguito una certa linea di business per poi continuare con un’altra che è quella che seguo tutt’oggi.Il primo stage è durato sei mesi e il rimborso spese ammontava a circa 775 euro. Al termine me ne hanno proposto un altro il cui rimborso era di circa 850 euro. Le mansioni da svolgere erano le stesse ma ogni giorno le mie competenze e la mia sicurezza si rafforzavano. Una volta finito lo stage, dopo essere rimasta disoccupata per un mese, sono stata richiamata dall’azienda che, tramite agenzia interinale, mi ha assunta con contratto a tempo determinato per sei mesi. Finalmente ho iniziato a percepire un vero stipendio infatti venivo pagata circa 9 euro e 50 lordi all’ora, vale a dire circa 1500 euro lordi al mese.Da quando sono stata chiamata in Medtronic ho sempre lavorato in assistenza tecnica, seguendo le riparazioni di apparecchiature di differenti business, per esempio neuro navigatori e trapani della linea Surgical Technologies, ablatori cardiaci di Cardiochirurgia, Pacemaker esterni. In pratica gestisco tutta la fase di riparazione, dal preventivo all’uscita del tecnico e la conseguente fatturazione.Da maggio 2012 sono finalmente stata assunta a tempo indeterminato direttamente da Medtronic e percepisco 1200 euro netti al mese. Spero che Medtronic possa offrirmi l’opportunità di crescere professionalmente perché mi piace lavorare in questa azienda. Ora convivo a Milano con il mio ragazzo e riesco a mantenermi senza problemi con il mio stipendio.Non ho mai pensato di mandare il mio curriculum all’estero perché ho sempre sperato che, anche se la situazione del lavoro in Italia non è delle migliori, esistano delle aziende serie disposte ad assumere. Fortunatamente io faccio parte di quei giovani fortunati che hanno trovato lavoro e che possono avere delle certezze per il futuro.Testo raccolto da Giulia Cimpanelli Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Un palermitano a Torino: carriera al sapore di Nutella per Guido

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Guido Girardi, assunto nel marketing Ferrero a Pino Torinese. Sono Guido, ho 26 anni e sono nato a Palermo. Qui dopo il liceo scientifico mi sono iscritto a Ingegneria gestionale, completando la triennale a fine 2009 con il massimo dei voti e la menzione alla carriera: il punteggio di partenza per la laurea, senza punti di tesi, era di 115... Nel frattempo mi ero iscritto con riserva alla specialistica, sempre a Palermo, e a novembre 2010 mi sono laureato con 110, lode e menzione alla tesi. Insomma, mi sono concentrato molto sullo studio: volevo ottenere i migliori risultati in tempi brevi, e per questo ho rinunciato a lavoretti e iniziative come l'Erasmus, cosa di cui mi sono pentito in seguito. I tirocini però non sono mancati. Il primo, curriculare, l'ho svolto durante la triennale nel marketing del Banco di Sicilia, dopo aver vinto un bando dell'università per una trentina di posti in diverse aziende del territorio. Nessuna traccia di rimborso però, nemmeno i buoni pasto! Avevo 21 anni, una certa fretta di laurearmi e l'idea di lavorare gratis non mi piaceva; perciò, dovendo fare solo 150 ore, ho accelerato i tempi e in un mese ho finito tutto. Stessa cosa durante la magistrale. Stavolta si trattava di una piccola società di consulenza manageriale e sviluppo software, dove mi occupavo di redigere documentazioni tecniche: un'attività piuttosto noiosa, e di scarsa utilità secondo me.  Dopo due mesi e mezzo - e zero soldi -  si è concluso anche questo secondo "stage grigio". Subito dopo, con la laurea alle porte, c'è stata una breve esperienza in uno studio di consulenza manageriale: un periodo di prova, con il solo rimborso delle spese di viaggio, dopo il quale sarei stato assunto con un cocopro molto poco vantaggioso. Non ero nemmeno contento del lavoro, quindi ho lasciato perdere. Ed eccomi quindi nei primi mesi del 2011, mentre mi preparavo per gli esami di abilitazione, a inviare cv in tutta Italia, qualcuno anche all'estero. È in questo periodo che ho conosciuto la Repubblica degli Stagisti. Ho trovato molto utile la sezione annunci stage: proprio qui, e in contemporanea su  un altro sito, ho letto un annuncio Ferrero, e mi sono candidato. Ho sostenuto un test logico al computer e due colloqui a Pino Torinese, a cinque chilometri da Torino, e alla fine mi è stato proposto uno stage semestrale nel Demand Planning con un rimborso mensile di mille euro netti, mensa e palestra. Risultato: dalla Sicilia ho fatto un balzo in Piemonte. La Ferrero ha persino sostenuto le spese di alloggio per una settimana in un albergo di Torino centro, dandomi aria per trovare casa con più calma. Il sostegno dei miei è stato importante all'inizio ma, una volta decollato lo stage, per la prima volta nella mia vita sono diventato economicamente indipendente: il rimborso spese stage si può paragonare ad uno stipendio! A Torino pago 500 euro d'affitto, per un appartamento che adesso condivido con la mia compagna.A fine 2011 poi, concluso lo stage, mi è stato offerto un contratto quadriennale di apprendistato con una retribuzione di 1.400 euro mensili. Il Demand Planning - con cui si gestisce il piano vendite dei prodotti - è un ambito molto stimolante e formativo, in cui si incontrano diverse funzioni aziendali: logistica, marketing, vendite. Fin dallo stage mi erano state affidate responsabilità importanti, ma adesso gestisco il piano delle vendite di Nutella! Lo scopo è prevedere i volumi di prodotto che verranno venduti settimanalmente, incrociando dati storici, di marketing, informazioni sulle condizioni del mercato e su quelle ambientali - adesso che inizia il freddo ad esempio le vendite aumentano... È importante saper gestire l'incertezza e la variabilità della domanda di mercato, coglierne tempestivamente i mutamenti. Sul nostro lavoro si basa poi quello del piano produttivo. Mi ritengo molto fortunato ad avere iniziato una carriera in Ferrero: per l'azienda, i rapporti con i colleghi, la retribuzione, le possibilità di carriera, anche la città. Gli unici aspetti negativi sono la lontananza dalla famiglia e il poco tempo libero, ma sono problemi comuni. È anche la storia di molti miei colleghi di università: tutti trasferiti dalla Sicilia al nord, o all'estero. Fare ingegneria gestionale è stato comunque un tassello importante di questo successo: la maggior parte dei miei amici si trova in una condizione diversa dalla mia, non avendo ancora terminato il proprio percorso di studi. Per quel che mi riguarda, a 26 anni sono all'inizio del mio percorso, e fiducioso nel futuro. Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

In meno di un anno dallo stage al tempo indeterminato: la storia di Alberto in Bip

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Alberto Ferrigno, assunta a tempo indeterminato in Bip. Ci ho impiegato un po’ più del previsto a laurearmi ma non me ne pento. Nonostante ciò, infatti, ora ho un lavoro che mi soddisfa, pur non avendo mai rinunciato a vivere tutte le belle esperienze che un ragazzo di vent’anni si trova ad affrontare. In più nel corso degli anni universitari ho provato a crearmi una certa indipendenza economica dai miei genitori per pagarmi tutti gli extra visto che loro mi mantenevano in casa. Quindi ho sempre fatto qualche lavoretto saltuario, principalmente come steward in diversi eventi e fiere, pagato a giornata (di solito 50 euro). Sono nato a Napoli nel 1982, ultimo di tre figli maschi. I miei genitori sono entrambi ex insegnanti ormai in pensione: mia madre ha insegnato analisi matematiche all’università Federico II di Napoli e mio padre, architetto, ha insegnato educazione tecnica alle scuole medie. Cresciuto a Napoli, mi sono diplomato nel 2000 al liceo scientifico e poi mi sono iscritto alla facoltà di ingegneria delle telecomunicazione alla Federico II. La scelta dell’università è stata abbastanza facile e senza alcun tipo di condizionamento da parte dei miei genitori: avevo una predisposizione per le materie scientifiche e, rispetto a una facoltà più settoriale come matematica o fisica, ho preferito intraprendere un percorso che mi aprisse più sbocchi lavorativi.Da subito mi sono reso conto che la scelta fatta era quella giusta, mi piaceva quello che studiavo e i risultati erano buoni. Nel 2005 ho conseguito la laurea triennale e nel 2009 la specialistica.Dopo un’estate trascorsa con la massima spensieratezza possibile, un amico di mio cugino mi ha proposto di fare un colloquio per iniziare uno stage a Roma presso una società di consulenza direzionale, la Business Integration Partners.Avevo già preso in considerazione l’ipotesi di lavorare in quest’ambito, quindi ho mandato il curriculum attraverso il sito aziendale e sono stato contattato per un colloquio. A ottobre ho iniziato uno stage in Bip. Per me si trattava anche un’importante esperienza di vita, perché per la prima volta andavo a vivere da solo. Conoscevo già Roma e non ho avuto problemi ad ambientarmi.A parte qualche aiuto economico iniziale dai miei genitori, ho cercato subito di essere indipendente e con il rimborso spese mensile di 700 euro più 200 per la trasferta riuscivo a pagarmi l’affitto (530 euro per una stanza in un appartamento con un ragazzo siciliano) e le spese ordinarie.Lo stage è durato sei mesi durante i quali il mio responsabile di progetto mi ha offerto diverse opportunità per mettere in mostra le mie capacità, che per fortuna sono riuscito a sfruttare nel migliore dei modi facendomi apprezzare per la qualità del lavoro svolto.Nel corso dello stage ho principalmente collaborato come analista funzionale e di processi in un importante progetto che viveva il suo periodo più critico, dimostrando da subito una buona autonomia nello svolgere il lavoro e integrandomi rapidamente con i miei colleghi più senior. Certo le mie mansioni non erano, e non sono, molto attinenti agli studi svolti, ma le attività che mi venivano affidate mi piacevano e lavorare come consulente presso un importante cliente mi ha dato da subito molte gratificazioni.Al termine del periodo di stage mi è stato proposto un contratto a tempo determinato di un anno con un retribuzione netta di 1300 euro al mese più buoni pasto, che mi ha permesso di sostenere con più tranquillità le spese ordinarie. Mi sono trasferito in un appartamento con la mia ragazza, dove dividiamo l’affitto di 850 euro al mese.Con il trascorrere dei mesi mi sono state affidate maggiori responsabilità, seguite quasi sempre da altrettante soddisfazioni e gratificazioni per il lavoro svolto e mi è stato permesso di lavorare su diverse tipologie di progetti e instaurando un ottimo rapporto con i miei colleghi e con il responsabile di progetto.Ad aprile 2011 sono stato assunto da Bip a tempo indeterminato (mantenendo lo stesso stipendio) e quest’anno sono stato promosso a Consultant, con la un aumento di stipendio a 1500 euro.Oggi mi guardo indietro e pensando a quando mi sono trasferito a Roma per intraprendere lo stage, sono felice di notare la mia crescita nel lavoro, ma soprattutto nella vita; in questi anni a Roma sono successe tante belle cose anche fuori dall’ambito professionale che mi hanno insegnato a prendere le mie responsabilità e a crearmi l’indipendenza che cercavo. Testo raccolto da Giulia Cimpanelli Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Stage ergo assunzione: con il Bollino un sogno possibile

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Gianluca Rossini, ora sistemista junior per il gruppo Reti a Busto Arsizio, in provincia di Varese. Ho 25 anni e abito ad Olgiate Olona, un piccolo paese della provincia di Varese. Nel 2005, dopo il liceo scientifico, mi sono subito iscritto ad Informatica alla Statale di Milano. Fin da piccolo le nuove tecnologie mi avevano sempre affascinato, quindi la scelta di questa facoltà è stata un naturale proseguimento del mio cammino scolastico.  Verso la fine della triennale- mi sono laureato a giugno 2010 - stanco di assimilare solo regole e nozioni, ho pensato di cercare uno stage che mi permettesse di mettere in pratica la teoria. E ad inizio 2010 ne ho trovato uno semestrale in una piccola azienda locale specializzata in servizi informatici alla pubblica amministrazione, con cui la mia università aveva una convenzione aperta. Finalmente i miei primi passi nel mondo IT! Tutti i concetti studiati all'università affioravano e si incastravano perfettamente con l'esperienza di ogni giorno in ufficio. L'azienda non offriva rimborso spese, né buoni pasto, ma la voglia di imparare e mettermi in gioco per la prima volta era troppa, tanto da far passare in secondo piano questa mancanza. Quei sei mesi sono passati molto in fretta. Alla fine l'azienda voleva concludere il progetto su cui io avevo lavorato, così mi è stato offerto un contratto di collaborazione a progetto di altri sei mesi, con uno stipendio di 700 euro lordi. A fine 2010 però, a causa della grave crisi economica, il contratto non mi è stato rinnovato. Peccato.Non mi sono fatto scoraggiare, ho aggiornato il mio curriculum e mi sono rimboccato le maniche: anno nuovo, nuovo posto di lavoro! Il portale della mia facoltà pubblica spesso buone offerte di stage, ed è lì che ne ho trovata una molto interessante, del Gruppo Reti, a Busto Arsizio: sei mesi come sistemista junior con un rimborso di 500 euro mensili. Molto buono per me. Purtroppo non tutte le aziende che propongono stage con rimborso, e in quel caso per lo meno bisogna puntare ad apprendere un bagaglio di conoscenze da sfruttare nel futuro.  È bastata una mail con cv allegato e dopo una settimana sono stato contattato, prima per un colloquio telefonico e poi per uno in azienda. Tempo dieci giorni ed è arrivata la risposta finale, positiva: marzo 2011, si parte con lo stage!Dopo un primo periodo di formazione su diversi sistemi di collaborazione in linea, ho affiancato un sistemista senior per un lavoro in una grossa multinazionale di Milano - e in questo frangente il rimborso spese è risultato molto utile a coprire i costi della trasferta giornaliera. Quell'esperienza, sotto l'occhio vigile del mio superiore, è stata fondamentale e mi ha permesso di prendere confidenza con le applicazioni Enterprise. A settembre 2011, con lo stage ormai in dirittura d'arrivo, è arrivata la proposta di rimanere: il buon lavoro svolto nei mesi precedenti mi è valso l'ingresso in azienda. Sono stato assunto come sistemista junior con un contratto da 1500 euro lordi al mese. Sono molto contento, sia dello stipendio che del rapporto con i colleghi, sempre disponibili ad aiutarmi. Per il momento il mio Paese mi ha permesso di lavorare in modo più o meno continuativo, per cui non ho mai pensato seriamente di lasciarlo, anche se ho ammiro molto il coraggio delle persone che emigrano all'estero per lavoro.Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Giulia, passi da gigante nel marketing Neomobile: destinazione Londra

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella della 27enne romana Giulia Campa, da cinque mesi a Londra come dipendente Neomobile.La mia storia ha inizio dalla passione per una parola molto breve, moda: non solo un modo di vestire o un oggetto da avere, ma anche uno stile di vita che porta ad essere curiosi e innovativi, a trovare qualcosa che si addica perfettamente a sè. La mia formazione però è di tutt'altro tipo: ho frequentato il liceo classico-linguistico a Roma. Poi nel 2003 mi sono iscritta ad Economia a Tor Vergata, conseguendo la triennale nel 2007, con una tesi in Statistica economica sul Sistema moda Italia. E con un Erasmus all'attivo: mio padre è spagnolo e io, nata e vissuta a Roma, capivo la lingua ma non la parlavo benissimo. Quindi ho scelto Madrid. Sono partita per sei mesi, con una borsa di 200 euro al mese, integrata dai miei, e sono tornata praticamente madrelingua. Una bella esperienza, che ha scolpito i contorni del mio carattere. Altrettanto posso dire di...Toronto! Dopo la triennale mi sono iscritta alla magistrale di Economia, sempre a Tor Vergata, e nel 2008, dopo tanto studio, ho deciso che era il momento di fare una nuova esperienza all'estero, lavorativa questa volta. Ho trovato uno studio di marketing canadese e per quattro mesi ho frequentato i suoi uffici di Toronto, senza che il mio piano di studi lo richiedesse. È stato un internship completamente autofinanziato, un po' con i miei risparmi, un po' con l'aiuto dei miei genitori. Ho sempre cercato di essere il più indipendente possibile e fatto molti lavoretti: hostess, baby sitter, cameriera, commessa; ripetizioni di matematica. Ma anche molte partite a calcetto femminile!Lingue, estero, economia... ma la passione per la moda era sempre lì. Nel luglio 2010, la tesi specialistica - uno studio delle esportazioni Italiane del settore delle calzature - è stata una nuova occasione per conciliare tutto. Dopo un rigenerante road trip estivo in California ho iniziato a mandare i primi curriculum, prediligendo le aziende della moda. Nel frattempo, da settembre, avevo iniziato a lavorare in una società di revisione contabile, con un contratto di collaborazione occasionale. Un mio curriculum è arrivato anche a Neomobile, tramite auto candidatura sul web. Dopo un mesetto sono stata chiamata per il colloquio a Roma, e nello stesso periodo è arrivata anche la chiamata di nota azienda di moda. Ho sostenuto entrambi i colloqui, e da entrambe le aziende ho ricevuto l'offerta di uno stage semestrale pagato. È stata una decisione difficile: da una parte il settore che mi ha sempre affascinata, la moda, ma una realtà aziendale che non sentivo mia; dall'altra Neomobile, che mi aveva subito colpito per dinamicità, flessibilità, bassa età media dei suoi dipendenti, internazionalità. Ho seguito l'intuito e ho accettato lo stage Neomobile - quello che ritenevo appunto più "ritagliato su di me", come dicevo all'inizio - che mi assicurava 600 euro al mese, più ticket restaurant, computer e telefono aziendale. Non me ne sono pentita. Sono stata molto seguita ma anche responsabilizzata, mai in seconda linea, e mi sono appassionata alle attività. Da novembre 2010  ho dato man forte al team mobile marketing Italia, seguendo le campagne pubblicitarie dalla ideazione all'analisi dei risultati. E dopo soli quattro mesi, ecco la bella notizia: mi hanno comunicato che a fine stage sarei stata assunta con un contratto di apprendistato di nove mesi, e uno stipendio di 23 mila euro l'anno. Puntuale poi, a febbraio 2012, è arrivata l'assunzione a tempo indeterminato, con un piccolo aumento di stipendio, e non solo: mi è stato proposto un trasferimento per sei mesi a Londra, per occuparmi di campagne pubblicitarie e acquisti adv cross-country, cioè per tutti i Paesi in cui opera Neomobile, cosa che mi piace moltissimo [a fianco, la sede di Cavendish Square]. Da cinque mesi quindi sono a Londra, dove ho trovato un piccolo studio a West Kensington, una zona molto bella e abbastanza centrale. Anche rispetto alla carissima Roma, gli affitti a Londra sono molto più alti, e la qualità delle case inferiore.  Neomobile mi paga l'appartamento e mi fornisce un rimborso spese mensile, quindi con il mio stipendio riesco a mantenermi completamente da sola. Il primo periodo però è stato molto duro, frenetico, pieno di lavoro, ma soddisfacente, e ho imparato moltissimo. E adesso... adesso un'altra proposta gratificante, quella di rimanere fino al prossimo gennaio. Che dire? Lo "stile Neomobile" mi si addice perfettamente. Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

«Non voglio fuggire all'estero, ma realizzarmi professionalmente qui in Italia»

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Lidia Pomponi, con un contratto a progetto in Bip.  Mi chiamo Lidia Pomponi e sono nata 24 anni fa in un paesino sperduto della provincia di Teramo (sì lo so, Teramo non la conosce nessuno). A 14 anni mi sono iscritta al liceo classico, scelta fortemente voluta e in antitesi con quella del resto della famiglia che ha la maturità scientifica, visto che la scuola mi ha decisamente appassionata e nel 2006 mi sono diplomata. Sono sempre stata molto portata per lo studio e sin da piccola ho adorato stare sui libri, per cui i miei genitori non mi hanno mai spinta a lavorare, nè io ne ho mai sentito il bisogno; oggi me ne rammarico perchè, con qualche lavoretto durante gli studi, avrei imparato molto! Dopo la maturità ero un po’ stanca delle materie umanistiche e senza esitazioni ho scelto di iscrivermi alla facoltà di economia. I miei, consci dei disservizi delle università pubbliche, che loro stessi hanno frequentato, mi hanno spinto all’università privata e io mi sono trovata d’accordo: ho superato i test alla Bocconi di Milano e alla Luiss di Roma, ma Milano mi spaventava - era troppo lontana da casa. Così ho scelto Roma: lì ho vissuto i tre anni più belli della mia vita.Dopo la triennale però ho sentito il bisogno di nuove sfide e nuovi stimoli: ho ripetuto il test di ammissione in Bocconi, l’ho passato di nuovo e questa volta mi sono trasferita sotto la Madunina. Dopo il primo anno ho deciso di partire per un’esperienza all’estero, cinque mesi in California alla university of San Diego a frequentare corsi Mba ed ultimare i tre esami mancanti per la laurea. È stata un’esperienza che mi ha cambiata, mi ha aperto la mente. La mia famiglia con grandi sacrifici mi ha sostenuto economicamente per tutto il soggiorno, e di questo e altro sarò loro grata per sempre: dall’università infatti ho avuto solo una piccola borsa di studio di 700 euro, neanche un decimo delle spese complessive. Appena rientrata dall’America mi sono anche messa alla ricerca di uno stage curriculare per accumulare i crediti formativi necessari per completare il percorso di studi. Ho conosciuto Bip tramite una persona che aveva avuto modo di lavorarci e che me l’ha consigliata fortemente. Ho inviato il cv e fatto tre step di selezione, e alla fine mi è stato offerto esattamente ciò che cercavo: uno stage curriculare della durata di tre mesi, al termine dei quali avrei avuto bisogno di una pausa per ultimare la tesi. Mi veniva fornito un rimborso spese di 700 euro. Nei primi mesi di stage ero stata inserita a supporto di un team di lavoro attivo su un progetto di razionalizzazione in una grande banca italiana. Io non neanche un foglio bianco, ma ancora cellulosa da trasformare per cui hanno dovuto insegnarmi tutto partendo dalle basi: come scrivere una mail formale, come utilizzare Powerpoint per fare presentazioni ai clienti, come lavorare su tabelle excel e utilizzare le principali funzioni del pacchetto Office.Ho consegnato la tesi a settembre 2011 e mi sono laureata ad ottobre dello stesso anno. A quel punto Bip mi ha dato la possibilità di terminare l’iter di  stage classico che dura sei mesi, facendo altri tre mesi di stage. Sono tornata a seguire lo stesso cliente, ma su un progetto e con un team diversi. Si trattava di un progetto abbastanza amplio e complesso e io avevo il compito di coordinare le varie attività garantendo allineamento informativo ed organizzativo. In questo modo ho appreso le basi di un’altra attività fondamentale nella consulenza, il cosiddetto Pmo, project management office. Al termine di questo secondo periodo sono stata assunta. Come da policy aziendale, mi hanno fatto un contratto a progetto di un anno con retribuzione mensile netta di 1.300 euro circa più buoni pasto. Mi occupo della gestione delle attività progettuali in maniera quasi autonoma: in consulenza infatti non si lavora mai da soli, ma sempre in un team all’interno del quale ciascuno è responsabile di una serie di attività. Il mio lavoro ruota tutto attorno a un obiettivo: portare a termine il progetto conseguendo i risultati attesi dal cliente entro le tempistiche stabilite.Oggi mi sento ovviamente ancora all’inizio della mia vita professionale e sento il peso del dover dare un indirizzo decisivo alla mia carriera lavorativa in questi primi anni che sono i più importanti e i più carichi di indecisione. Nella consulenza finora ho trovato un’oasi di stabilità: mi ha offerto la possibilità di «sperimentare» e «sperimentarmi» in campi estrememente diversi e sicuramente mi ha aiutato a crescere professionalmente. All’orizzonte non vedo un cambiamento di rotta perchè sento che questo settore può darmi ancora molto e non ho intenzione di cambiare a breve.Ho vissuto all’estero per un breve periodo ed è stato sufficiente per riconoscerne le potenzialità, l’estrema apertura al «giovane» e la forte dinamicità economica. Molti Paesi oltreoceano sono sicuramente «l’eldorado», il sogno di molti neolaureati italiani. Anche molti miei amici vorrebbero partire. Io però mi sento italiana, una di quelle dal nazionalismo romantico che vuole vivere e veder crescere i propri figli nel suo paese. Pur criticando duramente l’eccessiva burocrazia, il clientelismo e la rigidità economica, sociale e di pensiero, non sono ancora stanca nè rassegnata e non credo ancora che l'Italia non abbia più speranze e non offra futuro. Il mio sogno è realizzarmi nella terra dove sono nata, senza scendere a compromessi e senza dovermi accontentare. Comunque sia farei molto volentieri un’altra esperienza lavorativa all’estero ma la considerei solo una breve parentesi professionale ed un’ulteriore occasione di crescita culturale, non certo come una decisione di lungo periodo.Per crescere ed avere successo in Italia - ma anche nel resto del mondo - bisogna dare il massimo, per imparare il massimo e ricevere indietro il massimo. Risparmiarsi nel lavoro, come nella vita, nella speranza di fare il meno possibile ed ottenere il massimo con il minimo sforzo non è una strategia vincente: bisogna sacrificarsi e dare il meglio di se per essere apprezzati e non farlo solo ed esclusivamente per interesse ma sempre e sopratutto per passione. Per il resto, come diceva la mia fantastica professoressa di latino del liceo: «ad majora semper».Testo raccolto da Giulia Cimpanelli Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

«Nell'azienda delle caramelle della mia infanzia sono diventata grande»

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Valery Razzetti, che ha appena firmato una proposta di assunzione in Leaf, a Cremona.        Sono Valery, ho 25 anni e vengo da Maleo, un piccolo paese immerso nei campi di mais vicino a Cremona. Ho frequentato l'istituto tecnico per periti chimici: mi piace capire cosa c'è dietro i fenomeni quotidiani e la chimica è una vera passione. Il mio primo stage risale proprio al quarto anno delle superiori, nel giugno 2005: per tre settimane ho affiancato Giuseppe, un dottorando del laboratorio di chimica organica dell'università di Pavia, che si occupava di estrarre aromi naturali da matrici vegetali. È stata un'esperienza importantissima, che ha determinato le mie scelte future. Ho capito che il puro lavoro di laboratorio non faceva per me e ho scartato l'idea di iscrivermi a Chimica, scegliendo invece Scienze e tecnologie alimentari alla Cattolica di Piacenza, a 20 km da casa. Mi sono immatricolata subito, a fine luglio 2006, dopo due settimane dal diploma. La decisione può sembrare strana ma si spiega benissimo: questa laurea coniugava le mie due passioni, la chimica e... il cibo! Il percorso prevedeva anche un tirocinio di tre mesi, che ho svolto nell'estate 2008 presso una casa di residenza per anziani, senza rimborso. I miei compiti? Ottimizzare la composizione dei menù, verificare l'assenza di sprechi e riorganizzare l'attività del personale della cucina. Mi sono laureata a luglio del 2009, l'unica del mio corso a fare questa "pazzia": è stata davvero dura completare esami e tesi per quella data. Credo si possa parlare di competitività, ma nel senso di forza di propulsione, di grinta per fare le cose - e farle bene.Dopo la triennale avrei voluto iniziare a lavorare e costruirmi un futuro con il mio fidanzato storico, però il periodo non era dei migliori. I Tg tartassavano con notizie poco rassicuranti; i docenti invitavano a proseguire... Con la speranza di avere qualche chance di impiego in più, io e le mie colleghe abbiamo proseguito e, sempre con loro, a settembre 2011 ho conseguito la specialistica. Con il sostegno costante dei miei genitori, che mi ha permesso di concentrarmi sugli studi. Poi però dopo la laurea sono stata a casa per sei mesi. Mesi duri e sconfortanti, non ero preparata a incontrare così tante difficoltà nella ricerca di lavoro. Unica nota positiva, il premio di laurea Gatti, che ho vinto lo scorso gennaio: un riconoscimento di 2250 euro a testa per le due migliori tesi e carriere accademiche di Agraria. La mia tesi si intitolava: «Sviluppo del processo di produzione di sciroppi di glucosio dalla cassava» e su questo insieme ai miei relatori abbiamo anche pubblicato un articolo.A fine gennaio poi ho ricevuto una mail dell'ateneo: un annuncio di stage Leaf per il settore Ricerca e sviluppo, a Cremona; sei mesi con 500 euro di rimborso mensile più buoni pasto, e l'opportunità di lavorare sulle linee produttive in fabbrica, non solo in laboratorio o dietro un pc: non mi sembrava vero...Qui la Sperlari - parte del gruppo Leaf - è un'istituzione. Da piccola ci passavo davanti in macchina e mia mamma mi diceva: «Guarda Valery, questa è la casa delle caramelle!». I più bei ricordi d'infanzia sono legati ai prodotti Sperlari. Ho fatto il primo assessment in febbraio, con altri sette, in un bel clima informale e rilassato. Nonostante un po' di timidezza, dopo due settimane sono stata richiamata: ero tra i pochissimi in lizza per il colloquio finale, che ho fatto a marzo. È andato benissimo, e dopo qualche giorno ecco l'annuncio tanto atteso: ero stata scelta! Ho iniziato lo stage ad aprile e tra meno di una settimana, il 28 settembre, lo concluderò. In questi mesi sono letteralmente diventata un'altra persona: io, che non mi sono mai allontanata da casa, che non sono partita per l'Erasmus per paura del nuovo, che non ho mai guidato per più di 30 km... mi sono ritrovata a dormire in una stanza di albergo da sola, a macinare centinaia di km in autostrada e ad interagire con decine di colleghi nuovi. Sono una Valery diversa, più forte e decisa. Finora ho seguito la nascita di cinque caramelle nuove, dalla ricetta alla produzione, ho collaborato a trasferimenti di linee produttive dall'estero, interagito con fornitori… Non riesco ad esprimere appieno la gratificazione che ho ricevuto in questi mesi. Qui le persone vengono prima di qualsiasi computer o impianto, pur essendo una fabbrica [a fianco, Valery con i suoi colleghi del Value Engineering team: Marco, Emanuele e Davide]. E questa azienda doveva ancora stupirmi: a fine luglio ho ricevuto la proposta di un contratto a tempo determinato di un anno! L'assunzione scatterà il primo ottobre. Non conosco ancora i dettagli, per ora ho firmato solo la proposta di assunzione, ma la retribuzione dovrebbe aggirarsi intorno ai 25mila euro lordi annui. Sono felicissima, non me l'aspettavo... La mia contentezza si è tramutata subito in voglia di fare, ma anche di prendere: non voglio sprecare nemmeno un attimo del mio tempo qui, voglio imparare, fare, vedere tutto il possibile, perché so che è una grande occasione. Non so cosa capiterà tra un anno. Intanto posso dire che ce la metterò tutta per dare il massimo: a 25 anni, è il mio primo lavoro, e ne vado fierissima.Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Isabella e il lavoro in Medtronic: «Ma che fatica mantenersi a Milano»

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Isabella Delfino, con un contratto a tempo indeterminato in Medtronic.     Fin dai tempi delle superiori ero convinta di proseguire con gli studi ed iniziare una nuova avventura nel mondo dell’università. Ho atteso però il giorno del diploma per prendere una decisione concreta. Nella mia mente  già era in progetto di allontanarmi da casa per iniziare questo nuovo percorso e così è stato: ho intrapreso l’università a Milano anzichè Torino che sicuramente mi avrebbe agenvolata con la vicinanza a casa visto che sono originaria di Cuneo.Le prime esperienze nel mondo del lavoro sono arrivate già durante il periodo delle scuole superiori: ho sempre svolto lavoro stagionale, da maggio a settembre, in un bar-gelateria. Lavoravo sei giorni su sette, otto ore al giorno, un vero impegno ma un’esperienza decisamente positiva e formativa fatta a quell’età. Inoltre ero fortunata perché mi hanno messa in regola prima con contratto con contratto a chiamata e successivamente uno a tempo determinato. Il compenso si aggirava intorno agli 8 euro lordi all’ora. Ma torniamo all’università: nel 2005 mi sono iscritta al corso di Economia e gestione dei servizi turistici alla Bicocca di Milano. Durante il terzo anno  ho deciso di vivere una nuova avventura: il progetto Erasmus: in poco tempo mi sono ritrovata a Madrid a trascorre un anno della mia vita, il più bello, il più emozionante e avventuroso! Rientrata ho concluso la laurea triennale e mi sono iscritta alla magistrale proseguendo con lo stesso indirizzo.Durante gli studi non ho mai smesso le piccole esperienze nel mondo del lavoro: ho alternato tra baby-sitter - pagata 6 euro all'ora - e promoter presso Media World e centri commerciali. In questo caso l’impegno richiesto era sabato e domenica con un compenso di 50 euro al giorno per otto ore. Ma il lavoro che sono riuscita a portare avanti per più tempo è stato servizio ai tavoli presso la galleria Sozzani, 10 corso Como di Milano. L'impegno era particolarmente flessibile in funzione degli impegni di studio. Durante il periodo di lezioni lavoravo la sera e il fine settimana, mentre durante il periodo estivo l'impegno era notevole e arrivava anche a sei giorni a settimana. Ero coperta da un contratto di collaborazione, anche qui come alla gelateria con un compenso di 8 euro lordi all’ora. Durante tutto il periodo universitario ho condiviso un appartamento con altri tre o quattro studenti perché i prezzi a Milano sono altissimi e l'unico modo per poter risparmiare il più possibile è quello di condividere addirittura la camera. Ho sempre contato sull'aiuto dei miei genitori, ma allo stesso tempo per non pesare troppo sulle loro spalle ho contribuito a pagare affitto e le spese quotidiane. L'aiuto più grande che ho ricevuto dai miei è stata la spesa delle tasse universitarie.L'unico periodo in cui non ho svolto alcun tipo di lavoro è stato l'Erasmus perché avevo necessità di parecchio tempo per dedicarmi all'università in quanto gli orari delle lezioni erano estesi durante l'arco di tutta la giornata, anche fino alle 21. Inoltre l'impegno richiesto era tanto, dovuto soprattutto ai compiti e lavori di gruppo che ci venivano richiesti. L'università ha poi contribuito fornendo un assegno Erasmus di 300 euro al mese.Durante il quarto anno accademico mi sono appoggiata al servizio Sportello stage per cercare un’offerta. Dopo diverse candidature e colloqui sono stata selezionata presso la sede amministrativa della catena Baglioni Hotels a Milano: un’esperienza molto interessante durata tre mesi in cui ho svolto diverse mansioni e attività con rimborso spese di 250 euro al mese più ticket restaurant da 5,29. Ricoprivo un ruolo di supporto all'interno dell'ufficio tesoreria e mi occupavo di riconciliazioni mensili, report mensili dei clienti debitori nei confronti dei diversi servizi usufruiti, contatto con le banche per il continuo aggiornamento dello status dei conti correnti, primo contatto con il software Opera utilizzato presso tutte le strutture e sede amministrativa della catena Baglioni. Poco prima della conclusione dei tre mesi mi è stata data la possibilità di proseguire per ulteriori tre mesi. Dopo una lunga riflessione ho scelto di dedicarmi interamente agli esami per due motivi. Il primo è che il lavoro a tempo pieno non sempre consente di dedicare il giusto tempo alla preparazione degli esami; il secondo è che essere frequentanti alle lezioni consente di avere un programma ben definito, un contatto diretto con il professore e un coinvolgimento maggiore alla materia.Già durante l’ultimo anno ho iniziato ad attivarmi per valutare annunci e offerte, e ho inoltrato una moltitudine di curriculum vitae. Mi sono laureata nel settembre del 2010 e a dicembre ho fatto il mio primo giorno in Medtronic Italia. In questo caso grazie al servizio reso disponibile dall’università: Vulcano (Vetrina universitaria laureati con curricula per le aziende navigabile on-line), una sorta di banca dati dove possono accedere studenti e aziende.Tra i diversi annunci pubblicati ho trovato un’offerta di stage inserita da Medtronic: la candidatura era riferita ad una posizione aperta per la ricerca di una figura di supporto presso l’ufficio congressi dell’azienda. Ho iniziato quindi il percorso di colloqui che si è finalizzato con una risposta più che positiva. Trascorsi i sei mesi di stage, con rimborso spese di 720 euro al mese più ticket da 9 euro, si è aperta un’ottima opportunità. Sono stata contattata dalle risorse umane perchè stavano sondando tra gli stagisti in azienda chi poteva essere interessato alla nuova posizione di administrative & marketing assistance all’interno della divisione cardiovascolare. Dopo una serie di colloqui con i manager dell’area ho ricevuto un feedback decisamente positivo: mi hanno offerto un contratto a progetto di un anno con ral - retribuzione annua lorda - pari a 24mila euro lordi e la possibilità di finalizzare al scadenza con un contratto a tempo indeterminato. Ho iniziato a giugno del 2011 e a maggio 2012 ecco la fantastica notizia: «Dal 1 di giugno sei ufficialmente assunta con un contratto a tempo indeterminato». L’inquadramento è al terzo livello del commercio (più o meno con lo stesso compenso lordo del contratto a progetto) più ticket restaurant da 10 euro e assicurazione integrativa UniSalute.Oggi vivo con il mio compagno in un monolocale di 40 metri quadri. E assicuro che nonostante sia così piccolo i prezzi attuali in vigore sul mercato sono davvero impossibili. Con tanti sacrifici riesco sì a mantenermi, ma i risparmi sono davvero nulli! In ogni caso sono pienamente soddisfatta del risultato raggiunto e spero che questo rappresenti uno stimolo ancora più forte per andare avanti e crescere nel mondo del lavoro.Testo raccolto da Giulia CimpanelliLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Stage con rimborso top e poi un contratto: in Ferrero col vento in poppa

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Francesco Varvaro, assunto con contratto di apprendistato in Ferrero, a Torino. A diciotto anni non si è pronti a fare delle scelte di vita. Io ho seguito il mio istinto, guidato dalla mie passioni, e per ora non ho alcun rimpianto. Mi chiamo Francesco, 26 anni a settembre, e sono nato e cresciuto a Palermo. Sono il maggiore di quattro fratelli - nella foto a fianco sono con mia sorella - e pur amando in modo smisurato la mia terra, pur avendo la possibilità di lavorare nell'azienda di famiglia, ho preferito costruirmi un mio percorso indipendente. Che è iniziato a 18 anni alla Bocconi di Milano, dove mi sono trasferito per studiare  Economia dei mercati finanziari, una delle mie passioni appunto, sin da piccolo. Poi mi sono specializzato in General management, preferendo questo percorso a Finanza - naturale prosecuzione della triennale - perché più completo, con maggiori sbocchi lavorativi e meno concentrato sul concetto di denaro. I miei mi hanno appoggiato, coprendo tutte le spese. Nei cinque anni di università non c'è stato niente di più formativo, stimolante e divertente delle due esperienze di studio all'estero che ho fortemente voluto. Viaggiare  è un'altra delle mie passioni, forse perché da quando avevo otto anni ho avuto la fortuna di girare il mondo grazie allo sport, la vela. Ho fatto parte della nazionale italiana e gareggiato nel campionato sudamericano, in Argentina; europeo, in Grecia; e poi Croazia, Inghilterra, Isola di Madeira. Però con il trasferimento a Milano ho dovuto abbandonare, e ora mi devo accontentare di qualche regata d'altura durante l'estate.Durante il triennio quindi, da settembre a dicembre 2008, ho studiato all'università di Maastricht, mentre altri quattro mesi della specialistica li ho passati li ho passati all'Itesm di Monterrey, in Messico, a partire dal gennaio del 2010. Nel primo caso ci ho messo molto di mio: volevo assolutamente partire, ma non sono rientrato in nessuno dei programmi di scambio promossi dalla Bocconi; quindi ho contattato autonomamente l'ateneo olandese. È stato tutto abbastanza complicato: burocrazia infinita, difficoltà nel trovare l'alloggio, nessun supporto economico - o di altro tipo - dalla Bocconi. Ma alla fine ce l'ho fatta, e sono partito come "free mover". In quattro mesi ho sostenuto tre esami.  Per il Messico invece sono rientrato in un exchange program e ho ricevuto un contributo dal mio ateneo, che si è anche occupato dell'iter burocratico. La partenza per l'America l'altro è avvenuta proprio a ridosso dello stage curriculare previsto nel biennio, che ho svolto da ottobre a dicembre 2009 in Ferrero. Sono entrato nel team marketing di Kinder Bueno, per cui mi sono occupato soprattutto di reportistica - sell-in, sell-out, ricerche consumer - sviluppo della marca, con un rimborso di 250 euro mensili. L'esperienza è stata sorprendentemente positiva: ho lavorato con passione, curiosità e grande soddisfazione, mia e dei miei superiori. Questi tre mesi per me sono stati la chiave di ingresso nel mondo del lavoro: il giorno dopo la mia laurea, ad aprile 2011, ho scritto un sms ad uno dei capi, esprimendo il mio desiderio di tornare in Ferrero. Dopo qualche giorno mi ha chiamato: c'era una posizione nel marketing per il quale mi offrivano di nuovo uno stage - di sei mesi, a Torino - che però stavolta con tutta probabilità si sarebbe trasformato in un contratto. Dopo 15 giorni e un colloquio con le risorse umane, ero stagista Ferrero per la seconda volta, sempre su Kinder Bueno, ma con mansioni e responsabilità molto più grandi, e con un rimborso quadruplo: mille euro netti al mese. E a novembre, finito lo stage, il contratto è arrivato: un apprendistato di quattro anni, con uno stipendio da 1400 euro mensili e molti servizi aggiuntivi: palestra gratuita, varie convenzioni, possibilità di usufruire di navette e lavanderia... L'appartamento in cui vivo da solo a Torino mi porta via metà stipendio ma sono indipendente dai miei e non mi manca nulla, tranne forse un po' più di tempo per la mia vita privata. Però alla fine va bene così: adesso quello che conta di più è investire su me stesso, imparare: cerco di essere una spugna, prendendo il meglio da tutto e da tutti. Con ambizione, ma senza fretta. Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Esperienza e determinazione: così Valentina è arrivata all'inserimento

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Valentina Carmignano, con un contratto di inserimento in Ceva Logistics.  Dopo il diploma scientifico tecnologico conseguito nel 2005 nella mia Tortona, una piccola città in provincia di Alessandria, è iniziata l’avventura di studentessa universitaria pendolare a Pavia, dove ho intrapreso il corso di laurea in Comunicazione interculturale e multimediale. In questi anni ho inoltre iniziato a lavorare nei weekend in una pizzeria della mia città, per poter essere un po’ più indipendente a livello economico. In pizzeria lavoravo il sabato e la domenica sera e venivo pagata all'inizio 5 euro all'ora, poi 6 euro e infine 7 euro all'ora.In questo periodo, l’esperienza più significativa è stato l’Erasmus in Inghilterra grazie al quale ho potuto studiare cinque mesi a Leicester, presso la facoltà di Mass communications: una grandiosa opportunità di crescita non solo a livello formativo - per la possibilità di confrontarsi con un diverso sistema educativo e metodi di studio nuovi e migliorare la competenza linguistica - ma anche e soprattutto a livello personale. Il contatto con culture differenti, le amicizie, i viaggi,  il clima stimolante ed effervescente che si respira non possono che arricchire e influenzare la propria visione del mondo in modo permanente. Durante l'Erasmus non ho lavorato, mi mantenevo grazie al rimborso previsto dal programma di circa 300 euro al mese e al supporto dei miei genitori. Tornata in Italia mi sono data da fare per completare gli esami e scrivere la mia tesi sull’etnomarketing, grazie alla quale otto mesi dopo  mi sono laureata con 110 e lode. Nel frattempo avevo deciso di abbandonare la tranquilla Pavia per seguire il corso di laurea specialistica in Comunicazione pubblica e d’impresa nella frenetica Milano, presso l’università Statale. Nonostante ciò volesse dire fare più ore di viaggio in treno e lasciare una facoltà che mi rimarrà sempre nel cuore per l’atmosfera famigliare che si respirava, sono stata contenta di questa scelta. Infatti, mentre dopo la triennale ancora non avevo le idee chiare su cosa avrei voluto fare dopo gli studi, seguendo i corsi della specialistica ho cominciato davvero a capire quale figura professionale potesse formarsi da un percorso di laurea in comunicazione. Dando tutti gli esami in tempo, a dicembre 2010 ho finalmente conseguito il traguardo finale con un 110 e lode e una tesi sul diversity management.Durante il secondo anno di specialistica ho svolto uno stage di tre mesi presso un piccolo ufficio stampa di Milano, trovato perché conoscevo direttamente la titolare. La supportavo nelle mansioni più basilari, come l’attività di mailing, la stesura di comunicati stampa, i “recall” ai giornalisti, le traduzioni. Seguivo un orario part-time, e in cambio percepivo un rimborso spese mensile pari al valore dell’abbonamento del treno. Nonostante questa esperienza non sia stata granché formativa, essa mi ha finalmente permesso di capire quali fossero le attività principali che una persona impiegata in uno studio di media relation deve svolgere. Alla fine dello stage mi era stata prospettata la possibilità di continuare la collaborazione, ma ho preferito dedicarmi appieno allo studio in modo da concludere l’università in tempo.Nello stesso anno ho collaborato occasionalmente con la Weber Shandwick, per la quale una settimana al mese svolgevo attività di monitoraggio online e recall ai giornalisti, sempre a Milano. È stato un mio compagno di università che, lavorando occasionalmente in questa agenzia, mi aveva proposto la collaborazione, in cui venivo pagata a ore. Questa esperienza mi ha permesso di avere un’idea di cosa significasse lavorare in un’agenzia di comunicazione multinazionale, passando dal contesto «intimo» e flessibile del piccolo studio a un clima molto più competitivo. Anche in questo caso, ho interrotto la collaborazione (che peraltro non dava prospettive di crescita professionale o possibilità di formazione) per dedicarmi interamente alla tesi. Ritengo comunque che, soprattutto durante il percorso di studio, sia fondamentale fare esperienza lavorativa anche se non corrisponde esattamente alle nostre aspettative: tutto è utile per aiutarci a capire cosa ci piace o non ci piace fare, in cosa siamo più o meno portati, quali siano le nostre qualità e in cosa dobbiamo migliorare.Dopo la laurea ho cominciato a mandare curricula online e partecipando a career days. Ho svolto alcuni colloqui per stage presso grandi imprese e agenzie di comunicazione. Da queste ultime sono rimasta colpita in negativo: stage di otto ore al giorno rimborsati al massimo 300 euro al mese o addirittura senza rimborso. Una, la MyPR, offriva 300 euro al mese e richiedeva orari dalle 8,30 del mattino alle 19,30; le altre, soprattutto quelle che non offrivano alcun rimborso, erano uffici stampa o agenzie di relazioni pubbliche più piccoli.Quando ho letto la job description sulla posizione offerta da Ceva Logistics sulla bacheca dell’università di Pavia non mi sembrava vero: uno stage in ufficio marketing&communications a 600 euro  al mese più buoni pasto. Non ho esitato a mandare il curriculum e sono stata chiamata per il colloquio nella sede centrale di Assago. Già da questo primo incontro ho percepito la serietà dell’azienda, che mi ha dato l’idea di voler davvero utilizzare lo stage come un mezzo per formare una nuova risorsa e investire su di essa. Il colloquio ha avuto esito positivo e, il 1 febbraio 2011, ho iniziato il mio stage in Ceva. Il rapporto con la mia tutor è stato molto positivo fin da subito: si è sempre dimostrata disponibile nei miei confronti, cercando di chiarire al meglio i miei dubbi e supportandomi nei momenti di difficoltà. Essere proiettati dal mondo «ovattato» dell’università a quello del lavoro reale, infatti, non è semplice, soprattutto se ci si trova immersi in una realtà, quella della logistica a livello globale, che fino a poco prima era sconosciuta.Alla fine dei sei mesi, il mio contratto di stage è stato prolungato fino a fine dicembre 2011, alle stesse condizioni e il 1 gennaio 2012 si è trasformato in un contratto di inserimento di un anno con retribuzione lorda annua di 22 mila euro. Il risultato ottenuto è per me significativo, visto il contesto lavorativo attuale di assoluta incertezza ed è anche un traguardo positivo perchè significa che, oltre a rispondere alle mie aspettative, le attività svolte hanno anche soddisfatto quelle dei miei superiori.Ora il contratto a tempo indeterminato è il mio prossimo obiettivo. Mi piacerebbe continuare a lavorare in ufficio marketing e comunicazione, accrescendo le mie competenze, acquisendo più autonomia e responsabilità.Da quando sono tornata dall’Erasmus, lavorare all’estero è sempre stata una delle mie più grandi ambizioni e molte volte ho mandato cv in Spagna, Australia o Inghilterra. In Italia la situazione per i neolaureati è critica e spesso spostarsi all’estero sembra essere l’unica soluzione per trovare un impiego in cui si è davvero riconosciuti per il proprio valore. Purtroppo però non è così semplice, soprattutto per quanto riguarda il settore della comunicazione: anche oltreconfine, infatti, le offerte di lavoro in questo ambito consistono soprattutto internship che prevedono un rimborso spese bassissimo. Sono comunque contenta di aver trovato una buona occupazione in Italia: è segno che qualcuno ancora crede in noi giovani ed è pronto ad investire in questo Paese, che senza queste preziose risorse non potrà mai fare passi avanti! Inoltre ho avuto la fortuna di trovare impiego in un’azienda multinazionale dunque chissà, magari in futuro mi offrirà l’opportunità di fare un’esperienza all’estero.Testo raccolto da Giulia Cimpanelli Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!