Categoria: Storie

«Aziende, dateci la possibilità di metterci in gioco. Come ha fatto Ferrero con me»

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Serena Lombardo, 25 anni, assunta con contratto di apprendistato nel Marketing di Ferrero, a Torino. Siciliana, classe 1988. Milanese d'adozione, torinese per passione: fermo restando alcuni punti cardinali, mi piace pensarmi sempre on the road e, in fondo, il mio percorso accademico e professionale è il frutto di questa interpretazione, che con incessante curiosità e instancabile ottimismo cerco di dare ogni giorno alla mia vita. Tutto inizia in un piccolo paese della costa ionica, Santa Teresa di Riva, vicino Taormina, che ho lasciato nel 2007, a diciannove anni, dopo il diploma di maturità classica. L'avventura aveva una nuova destinazione: Milano, università Bocconi, dove nel 2010 ho conseguito la laurea triennale in Economia per l'arte, la cultura e la comunicazione e nel marzo del 2013 la specialistica in Marketing management. Il tutto condito da un lato da esperienze di lavoro estive - nella pasticceria di famiglia e in un atelier di moda -  e dall'altro per la passione per il mountain biking e l'arbitraggio calcistico, iniziato in Sicilia a diciassette anni e coltivato sui campetti della Lombardia, fino alla categoria Eccellenza, il sesto livello del campionato di calcio italiano. Col senno di poi, nonostante difficoltà, sacrifici e rinunce affettive, rifarei tutto allo stesso modo, sicura dell'appoggio e della fiducia incondizionati della mia famiglia che mi ha sostenuto in tutto, in primis lasciandomi partire.Il primo contatto con il mondo del lavoro è avvenuto nel biennio specialistico, con la partecipazione ai challenge promossi dall'università in collaborazione con alcune grandi imprese - come Heineken, eBay, GDO Week, Sorgenia. I challenge sono dei progetti formativi che durano diverse settimane, in cui gli studenti, in gruppi di 4 o 5, analizzano un caso aziendale e realizzano un lavoro conclusivo - una piccola campagna pubblicitaria ad esempio, o un video promozionale - confrontandosi anche con i professionisti del settore. La soddisfazione più grande è stata la vincita del Brand Management Heineken Award, che ci ha permesso di assistere al lancio sul mercato di un prodotto basato proprio sul concept proposto con il nostro lavoroProprio alla Bocconi, nel novembre 2011, è avvenuto uno degli incontri professionali più importanti, quello con Ferrero, che partecipava al Bocconi&Jobs, un'occasione di incontro tra imprese e studenti organizzata più volte all'anno dall'ateneo. Tra centinaia di curricula ricevuti, l'azienda ha selezionato una rosa di candidati per un primo colloquio, da sostenere lo stesso giorno dell'evento. Il mio nome non era tra questi ma il ritardo di un collega prescelto mi ha permesso di presentarmi al recruiter. E il giorno dopo ecco una telefonata completamente inaspettata, che mi invitava a sostenere i successivi step di selezione, i test psico-attitudinali e il colloquio con due figure aziendali, il Country Marketing Manager e Brand Manager. A distanza di pochi giorni ho ricevuto un'offerta di stage curriculare - a questo punto mancavano pochi mesi alla laurea -  di tre mesi, con rimborso spese  di 250 euro netti mensili più mensa e palestra aziendale gratuite [in Ferrero gli stage con finalità di assunzione, pensati per chi ha terminato di studiare, durano invece sei mesi e prevedono un emolumento di 750 euro al mese, ndr]. Il che mi ha portato a rifiutare altre quattro proposte di tirocinio da parte di altrettante multinazionali della grande distribuzione, inorgoglita e incuriosita com'ero dall'idea di lavorare in Ferrero. Il lunedì successivo - mancava poco a Natale - ero già in ufficio, all'interno del team commerciale che si occupa di Kinder Cereali e Duplo, effettuando l'analisi di vari indicatori di gradimento del prodotto e lavorando alla sviluppo della marca. Tre mesi sono passati in fretta e alla fine ho accettato la proposta di proroga di stage, per altri tre mesi, con conclusione definitiva a giugno. Ma qualche giorno prima, ecco una sorpresa: l'azienda mi comunica l'intenzione di assumermi, per di più lasciandomi libera i mesi estivi per concludere la tesi di laurea specialistica. Quindi rientro in ufficio a metà settembre, ma questa volta con un contratto di apprendistato di tre anni con uno stipendio di 25mila euro lordi all'anno. Come affronto il mio lavoro ogni giorno? Nella mia vita, sia in ufficio sia nella dimensione privata, tengo sempre presente un principio: «che importa conquistare il mondo se poi perdi te stesso?». Guidata da questa idea, ho la fortuna di potermi esprimere in un mestiere che richiede di continuo di coniugare metodo, passione e creatività. Per natura sono curiosa e propositiva, ma soprattutto sono ottimista e credo che con la volontà e una buona dose di motivazione si possa arrivare ovunque si voglia, a patto di restare onesti. Continuare ad imparare, rendersi disponibili al confronto costruttivo, far leva sulla forza delle idee e soprattutto sulla loro condivisione sono la mia via per tenere alti l'entusiasmo e la voglia di fare. E so che là fuori sono tanti i giovani come me che vogliono mettersi in gioco. Con l'animo del sognatore, la mente dello stratega - o almeno di chi lo vorrebbe diventare - e le mani dell'artigiano.Testo raccolto da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista! var __chd__ = {'aid':11079,'chaid':'www_objectify_ca'};(function() { var c = document.createElement('script'); c.type = 'text/javascript'; c.async = true;c.src = ( 'https:' == document.location.protocol ? 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Simone, da stagista a videomaker per la Commissione europea

Scade il 30 agosto il termine per candidarsi a uno dei 700 tirocini offerti dalla Commissione europea. Il rimborso spese è di più di mille euro al mese e la durata cinque mesi, a partire da marzo 2014. Simone Sodani, 31enne di origini toscane, ha raccontato alla Repubblica degli Stagisti la sua esperienza cominciata con uno stage quattro anni fa e proseguita come videomaker freelance presso una delle più importanti istituzioni europee.Sono originario di Monterotondo Marittimo, un piccolo paese in provincia di Grosseto, e da quattro anni e mezzo vivo a Bruxelles. Dopo la maturità scientifica, mi sono trasferito prima a Siena - dove nel 2005 mi sono laureato alla triennale in Scienze della comunicazione - e poi a Bologna per la specialistica in Cinema, televisione e produzione multimediale (Dams), nel 2008. 
La scelta della prima università è stata casuale, perché finito il liceo non sapevo cosa fare. Ben presto però ho capito che in quella facoltà c'era poca pratica, e insegnamenti slegati tra loro buttati insieme un po’ a casaccio, ma ormai era tardi. La specialistica invece l’ho scelta per interesse e curiosità verso la produzione audio-video. Anche qui però, la parte teorica è stata decisamente preponderante e la pratica molto trascurata, come da tradizione italica. Verso la fine della specialistica ho cominciato a lavorare. Per prima cosa ho fatto il barista a Londra: lì avevo un contratto full time, che mi impegnava 37 ore e mezzo a settimana, e venivo pagato sei sterline l'ora. Poi a settembre 2007 ho fatto uno stage curriculare di tre mesi senza rimborso spese - solo i buoni pasto - alla Flashvideo, portale per le politiche giovanili del comune di Bologna. Il tirocinio è stato molto utile, il tutor mi ha seguito facendomi imparare cose concrete riguardo al video making ed editing. Devo ammetterlo: ho acquisito più conoscenze pratiche in quei tre mesi che durante tutta la specialistica. Dopo lo stage ho continuato a collaborare con loro fino al febbraio 2009 con una sorta di borsa di studio di circa 700 euro al mese. Parallelamente, ho lavorato per un video service occupandomi di riprese di eventi sportivi: lì avevo un pagamento a giornata, con la modalità della ritenuta d’acconto.
 L’opportunità di tirocinio in Commissione europea mi è capitata per caso: volevo fare un’esperienza all’estero - visto anche che il mio contratto-borsa di studio non poteva essere esteso - ma avevo ovviamente questa bisogno che questa esperienza prevedesse una retribuzione, altrimenti non sarei riuscito a mantenermi. Nonostante il mio profilo avesse ben poco a che vedere con quelli tipici di questi traineeship, ho deciso di tentare ugualmente. E così a gennaio 2009 sono stato contattato telefonicamente da un capo unità che mi ha offerto l'opportunità di iniziare.
 Sono stato a Bruxelles da marzo a luglio 2009, al Direttorato generale per l’interpretazione, che si occupa di streaming e strumenti tecnologici per favorire il multilinguismo. Qui ho realizzato video promozionali dei progetti portati avanti nell’unità stessa. Il rapporto coi supervisor è stato ottimo, sono stato integrato e seguito con pazienza e cordialità, mi hanno fatto sentire parte del team. Venire a contatto con giovani provenienti da tutta Europa - ci sono molte attività collettive auto-organizzate, ed è davvero facile fare nuove amicizie - è stata un’esperienza bellissima, che mi ha arricchito profondamente a livello personale. Per farla breve, durante lo stage mi sono divertito un sacco. Prima della fine mi hanno offerto di restare nella stessa unità come freelance, lavoro che a tutt’oggi svolgo. Insomma lo stage in Commissione mi ha davvero cambiato la vita. L’assunzione di personale esterno presso la Commissione europea è gestita da compagnie esterne che si sono aggiudicate appalti o per personale interinale o per consulenze. Il mio caso è il secondo: una ditta esterna mi manda “in missione” presso la Commissione. Non ho garanzie di sorta, il mio contratto potrebbe essere interrotto in qualsiasi momento solo con minimo preavviso, ma finora è sempre stato rinnovato e la precarietà viene ripagata con un introito maggiore rispetto a colleghi che sono invece assunti a tempo indeterminato: per 20 giorni lavorativi percepisco sui 2500-2800 euro netti. Dopo circa quattro anni sento però di dover cambiare e dare un impulso alla mia carriera: voglio imparare nuove cose e rimettermi in gioco. In particolare mi vorrei occupare di pianificazione di strategie di comunicazione o di produzione audiovideo, e vorrei farlo “da dentro” la Commissione Ue. Ho passato uno dei concorsi per diventare funzionario europeo: ora sono una "riserva" da cui le istituzioni europee possono attingere per nuove assunzioni. E da qualche mese sono in cerca di un nuovo lavoro, cosa che si sta rivelando più complicata del previsto...Riguardo i miei amici, purtroppo mentre per coloro che sono emigrati le cose vanno generalmente abbastanza bene insomma almeno un lavoro ce l’hanno più o meno tutti, quelli rimasti in Italia hanno decisamente più difficoltà nel trovare una qualsivoglia occupazione, e tra questi non pochi si stancano di stringere i denti e mollano tutto cercando fortuna all’estero - per lo più a Londra o in Australia. Il modello di stage italiano, almeno per come lo conosco io, è vergognoso. Credo che il lavorare, sotto ogni sua forma contrattuale, dovrebbe innanzitutto essere retribuito - cosa che in Italia per gli stage raramente accade - e poi dovrebbe, per definizione, dare la possibilità all’azienda di formare una figura professionale - a costo ridotto, certo, ma non a costo zero! - per poi inserirla nel proprio organico. Quando questo obiettivo si perde a favore di una logica secondo cui lo stage diventa un modo per far svolgere mansioni a costo zero, o addirittura per sostituire gratuitamente personale in malattia o maternità, diventa semplice sfruttamento. Senza contare la violenza psicologica su persone costrette ad accettare condizioni di lavoro degradanti sulla base della classica promessa sventolata “intanto fai lo stage che ora soldi non ce ne sono, poi vediamo se riusciamo a fare qualcosa...”. Purtroppo questo famigerato modello ha fatto scuola ed è stato esportato con successo: perfino qui a Bruxelles adesso non mancano affatto le offerte di stage gratuiti e senza prospettive!Testo raccolto da Ilaria Mariotti Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- All'agenzia del farmaco di Londra stage da 1600 euro al mese: e non solo per medici e biologi- «Nel bluebook della Commissione Ue si entra grazie al cv, ma per lo stage bisogna fare lobbying»- Solo un giovane su dieci viene assunto dopo lo stage: «il mondo deve sapere» anche questo- «Non voglio fuggire all'estero, ma realizzarmi professionalmente qui in Italia»

«Presa per mano e guidata, ora Leroy Merlin è la mia casa», la storia di Giulia

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Giulia Rabito, assunta prima con contratto a scadenza e dopo a tempo indeterminato nella direzione Acquisti di Leroy Merlin, a Milano.   Ho 25 anni e sono nata e cresciuta a Milano. La mia passione per le lingue straniere mi ha spinto a iscrivermi al liceo linguistico, dove ho studiato inglese, francese e tedesco. La mia famiglia non mi ha mai influenzata nella scelta degli studi, e anzi ha sostenuto le mie attitudini permettendomi di visitare spesso l'estero in vacanza-studio già da quando avevo 13 anni. Dopo il diploma, nel 2007, ho deciso di iscrivermi a Scienze linguistiche alla Cattolica, scegliendo il curriculum "Esperto linguistico d'impresa", in modo da acquisire anche conoscenze economiche di base, sempre utili. Il primo anno accademico ho deciso di dedicarlo esclusivamente allla preparazione degli esame, poiché ho avvertito molto la differenza nel carico di studio rispetto al liceo, ma una volta preso il ritmo mi sono dedicata anche a piccoli lavoretti di hostess e promoter in occasione di fiere ed eventi, che oltre a farmi guadagnare qualcosa mi hanno permesso di conoscere tantissima gente di nazionalità e culture diverse.  Il terzo anno di università prevedeva uno stage curriculare di 250 ore, che ho utilizzato per fare esperienza nel settore che più mi piace e dove immaginavo il mio futuro professionale, l'organizzazione di eventi. Tramite il servizio stage della Cattolica ho trovato quindi un'offerta presso Cives Universi, un'associazione milanese senza fini di lucro che organizza eventi culturali umanistici. Ho sostenuto il colloquio con il presidente e sono stata subito selezionata, iniziando poi a novembre 2009. Si è rivelata un'esperienza davvero interessante e utile, seppur senza indennità, poiché mi ha permesso di vedere le dinamiche di questo settore in modo ampio e completo, e in più l'ambito umanistico mi piace. Ho visto nascere e crescere gli eventi, dal momento della scelta del tema, allo sviluppo del programma fino alla realizzazione, passando per la promozione dell'evento. Il febbraio successivo, terminato lo stage, mi è stato proposto di continuare la collaborazione, ma ho preferito rifiutare per dedicarmi a esami e tesi triennale. E perché non era possibile ricevere un compenso. Dopo la laurea, a dicembre 2010, ero in cerca di un'altra esperienza di stage e quindi mi sono candidata per una posizione semestrale aperta presso la direzione Acquisti di Leroy Merlin a Milano. L'annuncio descriveva la posizione di assistente prodotto, per me una figura ai tempi assolutamente sconosciuta, e ne elencava le mansioni, che per me che non avevo mai lavorato in questo settore non avevano alcun significato concreto. Però l'intuito mi diceva che valeva la pena provare e sono andata ai colloqui - uno con il capo del reparto e uno con il buyer - con tanta curiosità e voglia di mettermi in gioco. Chissà, sarà stato anche l'entusiasmo, ma dopo soli pochi giorni, sono stata selezionata e ho iniziato il mio secondo stage, a distanza di un anno dalla fine del primo. Questa volta lo stage però avevo un rimborso spese di 500 euro al mese e l'accesso alla mensa aziendale. Il mio compito era supportare il buyer e l'assistente del reparto idraulica in costruzione e revisione delle gamme, preparazione di volantini e guide tematiche, gestione del parco fornitori e relazione con in punti vendita.  È stata un'esperienza incredibilmente formativa, una vera e propria palestra. Ho avuto la fortuna di trovare persone che mi hanno presa per mano e guidata in questo mondo per me completamente nuovo, avendo la pazienza di spiegarmi tutto da zero. E io cercavo di fare tesoro di tutto. Al termine dello stage, dopo il feedback positivo dei miei responsabili,  si è cercata una collocazione stabile in azienda per me, ma non è stato possibile subito. L'opportunità però si è presentata a distanza di qualche mese, quando sono stata ricontattata per una posizione a tempo determinato di 11 mesi, con un contratto di sostituzione maternità. Ovviamente ho accettato l'offerta senza pensarci un istante: il lavoro mi piaceva, l'ambiente era stimolante e familiare e per i tre mesi successivi al termine dello stage non ero riuscita a trovare nient'altro. Con immensa felicità, a dicembre 2011, sono tornata in Leroy Merlin, sempre come assistente prodotto, e ho rivissuto la positività della prima esperienza, soprattutto grazie al supporto del mio responsabile, con cui sono entrata in perfetta sintonia e di tutti i miei colleghi. So di essere stata molto fortunata per le opportunità che ho avuto e per le persone che ho incontrato e sono riconoscente nei confronti della mia azienda, anche visto il momento storico che stiamo vivendo.E non è tutto. Lo scorso aprile sono passata a tempo indeterminato, con uno stipendio lordo di 21mila euro annuali e posso finalmente pensare a un futuro indipendente dai miei genitori, con i quali tuttora vivo. Oggi posso dire con certezza di voler continuare la mia crescita nel settore della grande distribuzione, che trovo molto dinamico e stimolante; sono curiosa di imparare e desiderosa di nuove sfide, dimostrando a tutti che nonostante la giovane età posso dare un contributo concreto.Testo raccolto da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Il mio post-laurea: prevedevo lacrime e sangue, invece ho incontrato un'azienda col bollino

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Alice Pietralunga, assunta con contratto a progetto nella Pianificazione strategica di Chiesi Farmaceutici, a Parma. Ho 25 anni e sono di San Secondo, un paesino vicino Parma. La prima occasione per staccarmi da questa mia piccola realtà l'ho avuta alle superiori, che ho frequentato al liceo classico di Parma, scegliendo l'indirizzo bilingue - inglese e francese. La sensazione che più ricordo di quegli anni è l'entusiasmo, la voglia di sapere e imparare tutto ciò che potevo. Il percorso fino alla maturità è stato impegnativo ma, come si dice, tornassi indietro lo rifarei mille volte. Al di là dello studio, il liceo ha sicuramente rafforzato il mio senso di disciplina, insegnandomi che il futuro bisogna saperselo costruire, cogliendo le occasioni ma a partire da basi solide, che non si possono improvvisare,  ma vanno coltivate fin da piccoli.Dopo la maturità nel 2007, affascinata dalla chimica e da tutto ciò che riguardava la patologia umana, mi sono iscritta Chimica e tecnologie farmaceutiche a Parma, corso di laurea a ciclo unico, di cinque anni, che oltre a essere vicino casa ha fama di essere eccellente. I sacrifici sono stati tanti, ma la determinazione di arrivare alla fine è stata la forza trascinante: in questo ambito ciò che si perde in termini di studio o esperienza di laboratorio lascia sempre delle lacune. Proprio per imparare meglio alcuni strumenti di laboratorio, ho deciso di svolgere la mia tesi di laurea in Chimica analitica - scelta non convenzionale per un Ctf - e a settembre 2012 mi sono laureata con 110 e lode discutendo un elaborato sulla estrazione di complessi metallo-polifenoli negli infusi di thè. Sembrerà strano, vista la fatica fatta per ottenere il titolo, ma il giorno dopo la laurea mi sentivo tutt'altro che serena o "arrivata". Per cinque anni avevo vissuto e sentito parlare della crisi, consapevole che i problemi sarebbero iniziati dopo la laurea e che finché fossi rimasta dentro al corso di studi sarei stata in qualche modo protetta. Ho rinunciato a qualsiasi viaggio post-laurea e ho iniziato subito a inviare cv ovunque. Trovare lavoro è stato il mio primo lavoro! Passavo otto, nove ore ogni giorno davanti al computer a setacciare offerte di lavoro e inviare cv. Un paio di aziende farmaceutiche mi hanno contattato, ma mentre svolgevo le selezioni - era ottobre dell'anno scorso - mi è arrivata una telefonata decisiva: quella del reparto HR di Chiesi Farmaceutici, a cui tempo prima avevo inviato una candidatura spontanea. Mi proponevano uno stage pagato di tre mesi nella direzione Strategic Planning, dove era da poco partito un nuovo progetto di lavoro su malattie rare e farmaci orfani, area di grande interesse per le industrie farmaceutiche negli ultimi anni. Ho sostenuto il primo colloquio di lì a poco; poi il secondo dopo due settimane. Poi è arrivato il sì definitivo, dopo poche ore dall'incontro! Ci ho messo un po' per realizzare che davvero ero stata scelta, forse perché tra le chiamate ricevute in realtà aspettavo solo quella: sono cresciuta sentendo parlare di Chiesi, del suo sviluppo, del bellissimo ambiente di lavoro... Accettai subito. Così a novembre 2012 eccomi a iniziare il mio stage, poi prorogato di altri tre mesi fino a maggio 2013, con un rimborso di 600 euro netti al mese più buoni pasto. Futuro nero? Sfruttamento? Lavori che non piacciono e che non avremmo mai pensato di fare? Il mio stage in Chiesi ha contraddetto ogni previsione, ha rappresentato una grande opportunità di crescita e ora mi sento molto diversa da quella che ero appena laureata. Ho imparato così tante cose che non saprei come elencarle, e ho ricevuto tantissimo dalle persone con cui ho lavorato, anche umanamente. Mi sono come trovata in una grande famiglia e mi sono sentita apprezzata e trattata proprio come una qualsiasi dipendente, anche prima della vera e propria assunzione. Sì, perché finito lo stage ho continuato a lavorare sullo progetto, che hanno timeline piuttosto lunghe, e su uno nuovo, ma con un cocopro da 1400 euro netti al mese, più buoni pasto, che scade a dicembre. È un po' presto per dire che succederà dopo, ma fin qui sono entusiasta. Il lavoro di ufficio era fuori dalla mia comfort zone - il laboratorio - ma ho scoperto che mi piace molto; il ruolo manageriale mi è più congeniale, sento che qui riesco a dare il meglio di me e a sentirmi felice. Se dovessi fare un bilancio sbrigativo non ho sentito molte persone soddisfatte di uno stage o della prima esperienza lavorativa come lo sono io. Mi sento una mosca bianca. Insomma, la strada sarà pure lunga, ma chi ben comincia e a metà dell'opera. Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Gaetano, 24 anni e già a tempo indeterminato

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Gaetano La Rosa, programmatore junior a tempo indeterminato per Everis, a Milano. Sono  nato a Messina 24 anni fa; fin da piccolo ho avuto una certa passione per l'informatica e per la tecnologia, dopo le medie mi sono iscritto al liceo scientifico, conseguendo la maturità nel 2008 con una tesina sulla rivoluzione industriale. Dopo mi si è presentato il famoso interrogativo «E ora?». Posto che volevo continuare con l'università - e ho avuto la fortuna di avere una famiglia che mi ha sempre sostenuto - in che facoltà iscriversi? Questo è un momento delicato per i giovani: una delle prime decisioni importanti che bisogna prendere, che indirizzerà tutta la propria vita in una direzione più o meno precisa. Dopo tante riflessioni mi sono iscritto alla triennale di Informatica a Messina; si è rivelata una scelta indovinata, perché non solo penso di aver ricevuto una buona formazione ma, tra amici e professori, ho conosciuto persone splendide. Negli ultimi mesi di università ho iniziato autonomamente un master per migliorare le mie conoscenze di PHP, il linguaggio di programmazione che avevo la necessità di conoscere ad un livello adeguato per sviluppare la tesi triennale, che ho poi intitolato "Sistema web based per la gestione dei dati medici". Così nel marzo del 2012 sono diventato dottore di informatica e il mio progetto di tesi, sviluppato in collaborazione con il Policlinico di Messina, è tutt'ora in uso presso i loro uffici.Nelle settimane successive alla laurea diverse aziende italiane mi hanno contattato per svolgere uno stage, spesso finalizzato all'assunzione, attingendo al mio nominativo tramite i database Almalaurea. Non avevo molta fiducia in questo ente, ma mi sono dovuto ricredere! Tra le proposte ricevute, ho trovato particolarmente interessante quella della società di consulenza spagnola Everis. Mi ha attratto soprattutto l'idea di trasferirmi in una nuova città, Milano, e quella di lavorare per una multinazionale, mettendomi quindi in gioco per dimostrare anche a me stesso se e quanto valevo. Quindi ho preso un volo e sono andato a fare le selezioni, insieme ad un'altra decina di candidati. Le prove erano divise in più parti: colloquio di gruppo, scritto di inglese, colloquio conoscitivo e colloquio tecnico. La giornata si è conclusa con il classico «Le faremo sapere» ma, con una rapidità sorprendente, dopo pochi giorni sono stato ricontattato con la proposta di uno stage di sei mesi, finalizzato all'assunzione a tempo indeterminato e con un rimborso di 750 euro mensili più buoni pasto. Il ruolo era quello di programmatore junior in ambito IBM Mainframe. La voglia di partire era tanta, ma devo confessare che anche la paura di quello che mi sarei lasciato alle spalle, gli amici e la famiglia su tutto, mi ha tenuto sveglio per diverse notti. Alla fine ho deciso di accettare e dare una svolta alla mia vita. Sono arrivato a Milano all'inizio di giugno 2012, prima trovando un alloggio provvisorio e poi affittando una stanza. C'è sempre un po' di tensione quando si sta per cominciare qualcosa di nuovo e impegnativo e devo dire che il primo giorno di lavoro è stato un po' uno shock, perché mi sono trovato immerso sin da subito in un ambiente dinamico e proattivo, che lavorava a pieno regime, presso la sede di un cliente di Everis. Sono stato fortunato: i miei responsabili e colleghi con più esperienza si sono immediatamente presi cura di me quasi come una famiglia vera e propria, mi hanno fatto sentire parte del gruppo e il piano formativo di stage è stato organizzato e gestito ottimamente. Dopo cinque mesi, con mia enorme felicità, mi hanno detto che sarei stato assunto. Capita spesso che quella dell'assunzione rimanga solo una promessa, un escamotage per incentivare i ragazzi a dare il massimo per poi scaricarli. Ma per me la promessa è stata mantenuta e a dicembre dell'anno scorso ho firmato il mio primo contratto di lavoro, a tempo indeterminato, e con una Ral di circa 21mila euro suddivisa in 14 mensilità, più buoni pasto da 8,50 euro. Credo sia stato uno dei giorni più importanti che ho vissuto, sia per me che per la mia famiglia.Oggi vivo solo in un bilocale a Milano e sono piuttosto soddisfatto del mio tenore di vita, considerando anche il difficile periodo economico. Chiaramente vivere soli a Milano non è semplice e il costo della vita è decisamente superiore a quello della Sicilia; ma so che nei momenti duri posso sempre contare sul supporto della mia famiglia. Quello che vorrei oggi è soprattutto poter dimostrare il mio valore e ricompensare con il mio contributo tutti quelli che hanno creduto in me: spero di riuscire ad emergere e a fare la differenza nel mio contesto di lavoro, nella "mia" azienda. Testo raccolto da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

«Il mio stage in ALD? Ogni giorno ho imparato qualcosa di nuovo»

La Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità, e la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito. Di seguito quella di Aldo De Finis, analista in ALD Automotive a Roma con contratto di apprendistato.   NB: al momento della pubblicazione di questo articolo ALD Automotive faceva parte dell'RdS network; dall'aprile del 2014 non ne fa più parte. Chi l'avrebbe detto: dal liceo classico all'analisi finanziaria. Sono Aldo, romano, e ho 28 anni. Ho alle spalle studi classici, ma dopo il diploma nel 2003 ho virato verso le discipline economiche: per quanto gli studi liceali mi abbiano arricchito culturalmente, mi sentivo attratto dal mondo finanziario e bancario. Perciò mi sono iscritto alla facoltà di Economia di Torvergata, conseguendo la laurea triennale in Economia dei mercati e degli intermediari finanziari a dicembre 2008, con la votazione di 110 e lode. Sentivo di aver scelto gli studi più adatti a me e non ho avuto dubbi sul continuare o meno con la specialistica: a giugno 2011 ho discusso la mia tesi biennale in Finanza Quantitativa, sempre a Torvergata, questa volta ottenendo, oltre alla lode, anche la menzione accademica. Durante gli studi ho cercato di guadagnare qualcosa facendo ripetizioni e facendo dei lavoretti come assemblatore di personal computer presso un negozio di informatica; per il resto vivevo con i miei genitori e non avevo le spese che hanno tutti i fuori sede.Poco dopo la laurea - era l'inizio dell'estate 2011 - navigando in internet un annuncio ha catturato la mia attenzione: si trattava di un'offerta di stage di sei mesi in ALD Automotive per il ruolo di Pricing Analyst. La descrizione del percorso formativo, pagato 500 euro netti al mese - più buoni pasto - mi ha attratto da subito e il mio interesse è cresciuto durante i colloqui. Dopo pochi giorni dalla candidatura, infatti, sono stato contattato telefonicamente dalle Risorse umane dell'azienda, con cui ho fissato le date dei due step di selezione: il primo con un addetto HR ed il secondo con il manager del reparto Pricing. L'intero iter è stato molto fluido e fin dall'inizio ho avuto un quadro chiaro sia dell'azienda sia dell'attività che avrei intrapreso in caso fossi stato scelto. Sono rimasto anche colpito dal modo in cui i titolari della selezione sono riusciti a farmi sentire a mio agio. Alla fine è arrivato un sì e dal primo settembre 2011 sono entrato a far parte del team ALD.Ho potuto sperimentare in prima persona come lo spirito di gruppo non sia solo uno slogan aziendale, ma una realtà quotidiana. Con il mio tutor in particolare si è instaurato da subito un ottimo rapporto umano e professionale, che non si è fermato alla spiegazione delle varie attività di stage, ma mi ha fornito un quadro più ampio e organico dell'attività che svolgevo, per altro sempre con molto interesse verso i miei feedback e le mie opinioni. Passo dopo passo ho visto crescere il mio coinvolgimento nelle attività dell'ufficio - analisi del pricing di prodotti e servizi, definizione del  pricing e ottimizzazione dei margini, attività di reportistica, verifica dell'allineamento del prezzo con le strategie di pricing - e posso sicuramente dire di aver vissuto un'esperienza di stage realmente formativa. Mi sono sentito sempre parte della realtà aziendale e non sono mai tornato a casa senza aver imparato qualcosa di nuovo.Questo processo di continuo miglioramento professionale continua tuttora, ma con un vero contratto di lavoro: un apprendistato biennale con una retribuzione netta di circa 1200 euro al mese, che ho firmato subito dopo lo stage, a marzo 2012. Sono stato inserito nel team Fleet Intelligence, che si occupa di analisi specifiche su clienti importanti, e ho iniziato a seguire progetti speciali che coinvolgono tutta la Customer base dell'azienda. Il tutto in un clima aziendale sereno, incentrato sul supporto reciproco e sulla condivisione degli obiettivi. Ho da poco ricevuto la nomina di Contract Management Coordinator ed attualmente mi occupo del coordinamento del gruppo di lavoro che segue le modifiche contrattuali dei clienti. Sono molto soddisfatto di quello che ho. Ho sempre ambito a lavorare nel settore finanziario e l'impiego in ALD mi gratifica e mi garantisce autonomia economica: proprio in questo periodo sto per trasferirmi a vivere da solo. Confrontandomi con i miei amici ed ex-colleghi universitari mi sento una mosca bianca: le storie lavorative e di stage che mi raccontano sono scoraggianti, ben diverse dalla mia.  Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

Dalla ricerca universitaria alla consulenza aziendale in PwC: la storia di Francesca

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Francesca Pozzi, consultant in PwC, a Milano, con contratto di apprendistato.   Vivo a Seregno, in provincia di Monza Brianza, e sono nata a Como 27 anni fa. Ho frequentato Ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, facoltà [oggi dipartimento, ndr] scelta sulla base delle mie attitudini personali e delle mie aspirazioni lavorative. Durante gli anni del liceo e dell'università ho lavorato come cameriera in un bar e ho fatto altri lavoretti occasionali come hostess ad eventi e come commessa, il che mi permetteva di sostenere almeno parzialmente le spese universitarie e di finanziare i miei hobby. Dopo la laurea specialistica, a dicembre 2009, il professore che mi ha seguito per la tesi mi ha proposto di collaborare con il dipartimento di Ingegneria con un assegno di ricerca. L'offerta era interessante - l'assegno ammontava a 1.500 euro al mese - e la qualità del gruppo di ricerca alto, di profilo internazionale, quindi ho accettato volentieri. In sostanza ho proseguito e ampliato il mio lavoro di tesi, che rientrava all'interno di un progetto europeo per l'applicazione dei principi del lean manufacturing ["produzione snella": politica industriale finalizzata a minimizzare gli sprechi, ndr] nello sviluppo di nuovi prodotti.   Dopo un anno al dipartimento ho deciso di intraprendere la via della consulenza, che da sempre mi attirava. Ho partecipato alla settimana della consulenza organizzata dal Career Service del Politecnico, ho inserito il cv nel sistema di job placement e dopo qualche giorno sono stata contattata da PwC Advisory per un colloquio. L'iter di selezione è avvenuto in due step: un primo incontro conoscitivo e motivazionale con un director e un secondo incontro tecnico con il senior manager, che sarebbe poi diventato il mio tutor. Onestamente, vista l'esperienza maturata al Politecnico, mi aspettavo di ricevere subito un'offerta di lavoro - invece mi è stato proposto uno stage: sei mesi a 800 euro lordi al mese, più buoni pasto e rimborso spese per eventuali trasferte, e la prospettiva di una successiva assunzione. Alla fine ho accettato: le condizioni di stage offerte da PwC effettivamente sono ottime rispetto alla media. Durante lo stage mi è stato affidata la preparazione di documenti per un progetto in collaborazione con l'ufficio Affari legali e fiscali e ho supportato una collega su un progetto di piano di sviluppo. Svolgevo quindi attività di ricerca, preparavo il materiale e le presentazioni per le riunioni con il cliente, partecipavo a colloqui e interviste. Mi sono sentita coinvolta e ben accolta da subito, e anche il rapporto con il tutor è stato immediatamente collaborativo. Al termine dei sei mesi di stage, come anticipato durante le selezioni, mi è stato proposto un contratto di apprendistato di due anni con una retribuzione annua lorda di circa 22mila euro, più rimborso spese trasferte e buoni pasto, che ho firmato ad agosto 2011. Da quando ho iniziato a percepire un vero stipendio non nascondo che mi sarebbe piaciuto prendere casa a Milano, ma gli affitti sono troppo alti; quindi al momento vivo ancora a casa con la mia famiglia, ma sto meditando di prendere casa da sola, rimanendo comunque in provincia di Monza. Nel mio futuro lavorativo spero ci sia la possibilità di offrire consulenza alle aziende del settore design e arredamento, per il quale nutro da sempre particolare interesse, ma ad oggi sento di dover imparare ancora molte cose prima di essere una brava manager. Anche fare un'esperienza lavorativa è un obiettivo nella mia whish list lavorativa. Anzi, è proprio uno dei motivi per cui ho scelto PwC: trattandosi di una società affermata anche in ambito internazionale, spero di riuscire a sfruttare qualche buona occasione di lavoro fuori dall'Italia. Ho diversi amici e compagni di università che sono andati all'estero: guadagnano di più e hanno un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata. Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

«In Nestlé ho trovato l'opportunità che cercavo»: da Salerno a Milano sola andata

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Francesco Brancaccio, assunto nel marketing di Nestlé, a Milano, con contratto di apprendistato.Ricordo ancora il primo giorno che ho lasciato la mia città e mi sono trasferito a Parma per iniziare la specialistica. Ero carico di energia, le dieci ore di viaggio in treno non mi avevano stancato per nulla, con me avevo due valige - di cui una quasi più grande di me - la borsa del pc e la mia chitarra a tracolla. Alla fine la voglia di esplorare una città diversa aveva prevalso.Ho 28 anni e sono originario di Salerno, dove ho frequentato l'istituto tecnico commerciale, appassionandomi molto alle materie economiche. Di conseguenza dopo la maturità, nel 2004, mi sono iscritto a Economia e amministrazione delle imprese all'università della mia città, scegliendo l'indirizzo Marketing e distribuzione. Ho sempre studiato e lavorato insieme; fin dalle superiori ho voluto avere una certa indipendenza economica, perciò ho fatto diversi lavoretti: cameriere, porta pizze, barman , animatore nei villaggi turistici... Ma ho tenuto il passo con la triennale, e a fine 2007 il primo obiettivo era raggiunto: l'Italia aveva un dottore in Economia in più. A quel punto toccava capire che scelta fare. Salerno iniziava un po' a starmi stretta, e a Parma avevo individuato un  corso di laurea specialistica interessante, in Trade Marketing e Strategie Commerciali. Dopo aver riflettuto un po', ho preso la mia decisione e ho fatto i bagagli - tanti bagagli! Col senno di poi, è stata la decisione giusta: sono stati due anni molto belli, davvero intensi e ricchi di novità, e la scelta del corso universitario si è rivelata azzeccata. Parma poi è una città molto bella e vivibile, e il costo della vita è accessibile anche ad uno studente che è costretto a lavorare per mantenersi agli studi. In quegli anni ho vissuto in diverse case, come capita a tanti studenti fuorisede, sempre condividendo l'appartamento con altri ragazzi.  Puntualmente ad ottobre 2009 ho discusso la mia tesi specialistica, in cui ho analizzato le problematiche legate ai listing fee - le commissioni pagati dai produttori per vendere i propri prodotti in supermercati e ipermercati - come strumento regolatore che può limitare lo sviluppo della concorrenza sia distributiva che industriale. Dopo la discussione ero entusiasta, finalmente era arrivato davvero il momento di entrare nel mondo del lavoro. Nei miei ultimi mesi da studente e nei primissimi da neolaureato l'università di Parma aveva inviato il mio curriculum a diverse aziende del proprio circuito, il che mi ho portato a fare diversi colloqui.  In particolare a novembre, dopo qualche settimana dalla laurea, ho iniziato le selezioni in Compass, la società finanziaria di Mediobanca, e alla fine mi è stato offerto uno stage di sei mesi, con un rimborso mensile di 600 euro, più buoni pasto - e sede di lavoro proprio a Parma, dove ancora vivevo dopo la specialistica. È stata un'esperienza molto utile, da più punti di vista. Innanzitutto, quello dell'arricchimento professionale: all'inizio mi occupavo di front office e di back office, poi col tempo ho avuto anche l'opportunità di lavorare sul campo, sia gestendo i dealers convenzionati che andando alla ricerca di nuovi clienti. Però, soprattutto, lo stage mi ha aiutato a capire che non era quello il lavoro che volevo fare nella vita e quando, conclusi i sei mesi, mi è stato proposto di rimanere in azienda con un contratto annuale da mille euro al mese, mi sono trovato di fronte a una scelta davvero difficile. Alla fine ho scelto di rimettermi nuovamente in gioco. Dopo aver studiato tanti anni e aver fatto sacrifici, per me era giusto provare a fare un'esperienza lavorativa in quello che desideravo davvero, quello per cui avevo studiato.Ed è stato così che ho iniziato a inviare cv alle aziende per cui sognavo di lavorare. Tra queste c'era Nestlé... Non era passato molto tempo dalla mia autocandidatura online quando sono stato contattato dalle Risorse umane, per iniziare le selezioni per uno stage. Era l'opportunità che cercavo: l'ingresso in una grande azienda e proprio nel settore che mi appassionava, il trade marketing - nel quale le strategie di marketing vengono elaborate e applicate al settore distributivo, più che alla fascia dei consumatori. Lo stage, di sei mesi, prevedeva per altro un ottimo rimborso, circa 710 euro netti mensili, con accesso gratuito alla mensa aziendale e alla palestra. Poi dopo ho sperimentato in prima persona che lo stage in Nestlé è un'esperienza che ti arricchisce enormemente: non sei li a fare fotocopie, ma ti senti parte integrante del team e impari davvero. Le selezioni infatti - quattro step, tra colloquio conoscitivo, di gruppo, tecnico e  finale - hanno avuto esito positivo e a settembre 2010 ero parte della divisione Buitoni. Posso dire che quei sei mesi sono serviti a imparare un lavoro, a conoscere la realtà aziendale; e naturalmente è servita all'azienda per conoscere me. Certo non è stato tutto rose e fiori, il trasferimento da Parma a Milano è stato duro. Sono due città completamente diverse: il costo della vita a Milano è molto più alto e la mia qualità di vita è decisamente cambiata; sono cambiati i ritmi, le persone, la velocità, i paesaggi... Il rovescio della medaglia è che se hai un'ambizione, se pensi di voler fare qualcosa, a Milano ce la puoi fare, le opportunità non mancano.In Nestlé tutto è andato come speravo: alla fine dello stage mi è stato proposto un contratto di apprendistato professionalizzante della durata di 24 mesi, con uno stipendio di 25mila euro annui, e adesso lavoro come assistente sell-out per Buitoni. Organizzo eventi e attività nei punti vendita, sono di supporto al category manager per lo studio delle dinamiche di acquisto e della collocazione dei prodotti a scaffale, metto a punto progetti di visibility con l'obiettivo di migliorare l'esperienza d'acquisto dei nostri acquirenti.  Insomma, il sogno iniziato con lo stage ad oggi continua. Lo stipendio mi permette di vivere lontano dal mio luogo d'origine, in piena autonomia economica, e in una città come Milano, dove condivido un appartamento con la mia ragazza. Gli amici di Salerno che hanno deciso di rimanere lì invece si sono dovuti accontentare, nella situazione in cui ci troviamo oggi non puoi di certo sperare di trovare il lavorare che hai sempre sognato sotto casa. I più fortunati lavorano come ragionieri o nel settore pubblico mentre altri sono ancora in cerca di occupazione. Io ho fatto qualche sacrificio in più ma ora sono soddisfatto di quello che ho, mi sento arricchito da tante nuove esperienze e fiducioso per il futuro. Mi aspetto tanto da me stesso. Mi impegnerò affinché tutti i miei sacrifici siano sempre ripagati, e un giorno, chissà… sarebbe bello poter essere una guida per chi come me, crede in ciò che fa. Testo raccolto da Annalisa Di Palo Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!

All'agenzia del farmaco di Londra stage da 1600 euro al mese: e non solo per medici e biologi

C'è tempo fino a sabato 15 giugno per candidarsi a una delle quaranta posti per tirocinanti all'Agenzia del farmaco di Londra. Sei mesi di stage per profili scientifici (ma non solo) e un rimborso spese che ammonta a circa 1600 euro al mese. Enrico Del Zotto, 29enne di Udine, ha raccontato la sua esperienza di stagista all'Ema alla Repubblica degli Stagisti. Sono friulano doc, nato a Udine nel 1983 e quindi trentenne quest'anno. Ho una formazione scientifica: liceo scientifico, laurea breve in Informatica, e ora sto concludendo la magistrale in Informatica all'università di Udine. Mio papà è insegnante di educazione fisica, e da quel punto di vista ho ereditato la passione per lo sport diventando un pallavolista a livelli agonistici: ma il mio profilo professionale non è stato minimamente influenzato dai miei genitori, che mi hanno sempre lasciato libertà di scelta.Prima di Londra avevo lavorato in diversi contesti. La prima volta nel 2006, in una piccola azienda informatica (E-moz) il cui ceo è un mio amico: lì ho sviluppato un software di medio-basso livello (per una retribuzione di 1500 euro circa). Successivamente ho svolto un tirocinio curriculare di sette mesi, senza rimborso spese purtroppo, per un'azienda nel settore della sicurezza informatica (Emaze), a Trieste. Al termine dello stage a dire il vero mi avevano proposto un contratto, ma ho rifiutato per continuare il percorso accademico. Poi ho partecipato a un concorso per un posto al Centro di calcolo dell'università di Udine. Su 100 candidati sono arrivato al colloquio finale ma, come si sa, i concorsi pubblici sono fatti per assumere chi ha già un'esperienza pregressa nella struttura: e quindi non l'ho vinto. Un paio di settimane dopo mi hanno però richiamato per una collaborazione con il Dipartimento di fisica, dove sono stato per due anni - fino al 2009 - guadagnando più o meno 700 euro mensili. È stata un'esperienza di confronto con persone molto preparate, ma distante dal reale mondo del lavoro.Sei mesi dopo sono entrato a tempo determinato come analista programmatore in un'azienda parastatale di Udine. Era il 2010. Qui avevo sicurezza economica - 23mila euro lordi annuali, più o meno 1.300 al mese - ma scarse possibilità di carriera. Il profilo poi non era quello prospettato e gran parte delle mansioni erano di tipo amministrativo: estrazioni dati, assistenza pc... tutti motivi per cui alla scadenza del contratto ho rifiutato il rinnovo. Così sono approdato allo stage all'Ema, per me la prima esperienza internazionale. L'European Medicine Agency si trova nel nuovo polo economico di Londra: Canary Wharf, sede delle maggiori aziende britanniche come Morgan&Morgan, City Bank e Barclays Personal Banking. Visto l'annuncio su internet, dopo vari ripensamenti ho deciso di candidarmi. Fatto il colloquio telefonico e avuto l'ok, mi è arrivato il contratto con tutti i dettagli: retribuzione di 1.800 sterline lorde pari più o meno a 2.100 euro al mese, una settimana di vacanza (più le bank holidays) e rimborso per il trasferimento che se ti sposti dall'Italia vuol dire quasi una mensilità in più alla fine del tirocinio. Non sai prima in che settore andrai, perché ti mettono dove c'è bisogno, a meno che tu non sia specializzato in qualche ambito medico: l'Ema è un azienda non adattissima per i profili IT, anche se ha molti programmatori.Sono arrivato a Londra a metà settembre del 2011, e il mio primo consiglio è: se non si conosce Londra è meglio arrivare anche tre settimane prima per cercare casa. Io mi sono messo subito in contatto con altri tirocinanti: la responsabile tirocini aveva creato una mailing list per noi, cosa molto utile. Gli italiani erano i più numerosi, quindi non ho avuto problemi per la lingua, pur sentendomi un po' spaesato inizialmente. Il primo giorno di lavoro è stato stupendo: buffet di accoglienza, riunione con la responsabile dell'ufficio personale, presentazione di ognuno e contatto con la banca per il conto dove depositare i soldi. Una volta che si accetta lo stage bisogna pensare solo a trovar casa, per il resto non ci si deve preoccupare: pensano a tutto loro. Anche il tutor, un italiano, si è dimostrato gentile e disponibile per qualsiasi mia perplessità. Il reparto a cui sono stato affidato è l'IT-unified Communication, che segue tutte i meeting virtuali e dà supporto alle conferenze in streaming. All'agenzia le riunioni tra medici internazionali e industrie farmaceutiche sono veramente tantissime. All'Ema ho avuto l'impressione di vivere nel vero mondo del lavoro, dove le persone sono felici di lavorare e fanno ciò per cui sono nate. Il rimborso, checcé se ne possa pensare, non è altissimo considendo il costo della vita della città; comunque con una stanza a Canary Wharf - zona molto cara, pagavo 800 sterline al mese- non ho avuto problemi a mantenermi e spesso il weekend uscivo la sera a ballare o a cena fuori. Lavorare a Londra è totalmente diverso dall'Italia. Giusto per fare un esempio, due giorni dopo il mio arrivo è arrivato un medico per sistemarmi la sedia in maniera che non avessi problemi di postura. Inoltre gli orari flessibili funzionano, e nessuno ti guarda male se il venerdì vai a casa alle 15 dopo che il giorno prima hai lavorato due ore in più.Per problematiche personali, ho dovuto interrompere il tirocinio a metà febbraio 2012. L'esperienza è stata molto positiva, sia dal punto professionale che umano. Al termine mi hanno perfino proposto di fare domanda – tramite concorso – per qualche posizione aperta, spiegandomi che sarei stato avvantaggiato conoscendo già l'agenzia. Naturalmente con una remunerazione neanche paragonabile al nostro Paese.Ho scelto però di rientrare in Italia e adesso lavoro come programmatore mobile per un'azienda del Nord est. Il lavoro mi piace, il team è giovane - molti sono miei compagni all'università o amici – e ho un reddito di 33mila euro lordi annuali. Nonostante la nostalgia di Londra dal punto di vista professionale, mi ritengo fortunato: ho un contratto a tempo indeterminato e il mio campo è in grande evoluzione. Sto seguendo con molto interesse la scena delle startup italiane, perché ho alcune idee che vorrei sviluppare in futuro. La crisi economica è un buono stimolo per ripensare molte cose e ritengo che l'Italia abbia bisogno di un ringiovanimento sia di mentalità che di approccio al mondo del lavoro. Per questo mi sento di dire a chi sta per entrarci di scappare da qui e di tentare stage all'estero: oltre che una grande esperienza professionale rappresentano accrescimento culturale e personale.Testo raccolto da Ilaria Mariotti Per saperne di più su questo argomento leggi anche: - Agenzia europea del farmaco, quaranta tirocini con rimborso record: 1600 euro al mese- Dalla Spagna all'Irlanda, dalla Francia alla Lituania: oltre 120 tirocini Leonardo a bando- Solo un giovane su dieci viene assunto dopo lo stage: «il mondo deve sapere» anche questoE anche: - Un tarantino a Cambridge: «Qui in Inghilterra se vali ti assumono, perché in Italia no?»- «Non voglio fuggire all'estero, ma realizzarmi professionalmente qui in Italia»  

Biagio, 26 anni e già a tempo indeterminato: «Non tutte le aziende ci trattano come kleenex»

“Sono molto soddisfatto del mio tenore di vita e di quello che faccio. Ho preso casa in affitto  con la mia ragazza, anche lei assunta a tempo indeterminato, quindi che dire? Ci riteniamo molto fortunati”Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex tirocinanti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Biagio Previte, assunto a tempo indeterminato in Everis, a Milano, con la qualifica di Solution Assistant. Tante aziende oggi, soprattutto se sei giovane,  ti fanno sentire costantemente in bilico - incerto, precario - e sono in grado di azzerare le tue motivazioni, non accorgendosi forse di danneggiare sè stesse quanto un'intera generazione. Anche io l'ho vissuto in prima persona, poi però la mia storia ha preso una piega molto diversa. Ho 26 anni e vengo da Messina. Qui dal 2000 al 2006 ho frequentato il liceo scientifico, passando più o meno tutte le estati impegnato in qualche tipo di lavoretto che mi permettesse di guadagnare qualcosa e di iniziare a fare un po' di esperienza nell'ambito che mi interessava, l'informatica. Ho la passione dei computer fin da bambino e dopo la maturità mi sono iscritto al corso triennale in Informatica all'università di Messina. In tutta onestà, me la sono presa piuttosto comoda e ho concluso la triennale dopo cinque anni, ma ha influito anche il fatto che di nuovo ho sempre cercato di abbinare studio e lavoro, mettendo in pratica quello che apprendevo dalla didattica. Ne ho guadagnato soprattutto in esperienza, perché i compensi spesso sono stati irrisori, li definirei piuttosto rimborsi spese, e non ero tutelato da contratti.Un paio di mesi prima della laurea, a maggio 2012, sono stato contattato da Everis, tramite segnalazione di un mio collega universitario che già lavorava lì. L'azienda, una multinazionale che si occupa di consulenza e servizi alle imprese e che in Italia ha sede a Milano, mi proponeva di iniziare le selezioni per uno stage semestrale nel settore IT, finalizzato all'assunzione e con un rimborso spese mensile di 750 euro netti più buoni pasto giornalieri da circa 5 euro l'uno. Per me, l'occasione giusta per entrare subito nel mondo del lavoro. In quel frangente, da laureando all'università di Messina, mi trovavo a 1200 chilometri di distanza dalla sede dello stage, Milano appunto, e con molte scadenze universitarie a cui far fronte, ma l'azienda è stata molto comprensiva e mi ha permesso di sostenere i colloqui preliminari su Skype. Quelli erano i miei primi contatti diretti con un'azienda così importante ed ero un po' teso, ma sono stato messo subito a mio agio, sia dalla referente HR sia dal senior manager, che valutava le mie competenze tecniche. Il feedback è stato veloce e... positivo, e mi è stato proposto di andare in sede per un'incontro di persona, di lì a una settimana circa. Devo dire che l'iter di selezione è stato piuttosto snello. Arrivato a Milano, nei pressi di piazza Duca d'Aosta, ho trovato un ambiente moderno e molto accogliente. Ho sostenuto il colloquio con un manager che mi ha spiegato in maniera dettagliata quale sarebbe stato il mio percorso di stage, in caso di esito finale positivo. E nel giro di poche ore sono stato ricontattato avendo la conferma che sì, ero stato scelto. Tempo un mese e avrei iniziato a far parte del mondo Everis. Ho iniziato a giugno 2012, quando mancavano ormai poche settimane alla discussione della mia tesi triennale, per la quale ho preso qualche giorno di pausa. Nella tesi ho ricostruito il mio percorso di elaborazione di un software aziendale per la gestione delle spese e proprio elaborare programmi è stata anche una parte consistente del mio stage; il progetto più lungo che ho seguito riguardava un pacchetto software per Eni, uno dei clienti Everis. In quei sei mesi sono stato messo subito a contatto con il lavoro "vero", niente fotocopie o lavoretti spiccioli. Mi sono state assegnate attività diversificate, ma sempre coerenti con il mio profilo tecnico-informatico, in prima linea con il cliente, e con affianco persone capaci, con alta seniority, che mi hanno seguito e aiutato fino a rendermi pressoché autonomo. Poi a dicembre 2012, quando mancava giusto un giorno alla scadenza dell'accordo di stage, sono stato chiamato dall'amministrazione ed è arrivata la mia prima grande soddisfazione lavorativa: la proposta di un contratto a tempo indeterminato, con uno stipendio annuo lordo di circa 22mila euro e molti benefit: rimborso delle principali spese mediche, assicurazioni per sè e la propria famiglia, buoni pasto da 8,50 euro l'uno... Sono ormai sei mesi che lavoro da dipendente e adesso mi occupo soprattutto di reportistica tecnica per la banca online ING Direct, anch'essa cliente di Everis. Riesco tranquillamente a mantenermi da solo a Milano, certo con un po' di sacrifici e  cercando di ammortizzare le spese, ma sono molto soddisfatto del mio tenore di vita e di quello che faccio. Ho preso casa in affitto  con la mia ragazza, anche lei assunta a tempo indeterminato, quindi che dire? Ci riteniamo molto fortunati. Da parte mia, cerco di impegnarmi il più possibile, intendo crescere all'interno dell'azienda e i miei sforzi sono tutti orientati non a diventare bravo, ma a diventare sempre migliore. Testo raccolto da Annalisa Di PaloLeggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col BollinoScopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello StagistaVai alla sezione Annunci per vedere se qualcuna di queste aziende sta cercando uno stagista!