«Non solo colleghi: con lo stage e poi il lavoro in Progetto ED ho trovato dei compagni di viaggio»

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 16 Nov 2014 in Storie

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella del ventisettenne Francescopaolo Marino, oggi Project manager in apprendistato per PROGETTO ED, a Salsomaggiore Terme.
 

Ho 27 anni e sono di Napoli; sono laureato in Economia aziendale all’università Federico II, con una specializzazione in International Management. L’unico piccolo rimpianto di questi anni è di non aver vissuto l’esperienza dell’Erasmus, per timore che potesse rallentare il mio percorso di studi. A posteriori invece consiglierei a chiunque di provarci: il mondo del lavoro, come la vita in generale, è un mondo di relazioni; quanto più variegate se ne hanno alle spalle, tanto più facile è gestire quelle nuove, professionali e non, essendo allenati ad una “filosofia” della collaborazione e del rispetto dei punti di vista altrui.

Dopo la laurea, ottenuta a dicembre 2012 con lode, sono stato ammesso al master in Project Management della Luiss: un percorso strutturato in quattro mesi di formazione in aula più uno stage in azienda, per un costo totale di 8mila euro. Anche se ho dovuto cercare da solo il mio stage – da questo punto di vista l’organizzazione del master ha peccato molto
l’esperienza si è rivelata speciale. Lo dico adesso dopo averla assimilata e sedimentata. In nessun momento di quei sei mesi ho vissuto le sensazioni alienanti che sentivo raccontare ovunque. Avevo intuito che per me sarebbe stato diverso già dalle selezioni: superata la prima fase assessment, prova di gruppo, colloquio individuale – mi sono ritrovato non più ad un ulteriore colloquio, ma ad un semplice tavolo a parlare con persone che proprio come me avevano le idee chiare su cosa volevano: scrivere una storia di successo.

E infatti, entrato in stage, più che dei colleghi ho trovato dei compagni di viaggio; in particolare con quella che è stata la mia tutor oggi siamo amici e ci frequentiamo anche fuori; la cura con cui ha coltivato la mia crescita mi ha permesso di lanciarmi con estrema facilità nel mondo delle responsabilità professionali  e dopo due mesi ho iniziato ad operare in piena autonomia, percependo ogni mese un rimborso netto di 800 euro. L’azienda che ha reso possibile tutto ciò? Progetto ED, a Parma, che commercializza e installa porte e finestre.  Lo stage per cui mi ero candidato era per una posizione di Project Manager e nello specifico mi sono occupato di formulazione delle proposte economiche per i clienti, definizione delle soluzioni tecniche più adatte rispetto alle analisi di cantiere, coordinamento dei tempi di evasione degli ordini. Insomma, una gestione integrata di una commessa da un punto di vista principalmente economico finanziario.

È stato uno stage perfetto. Credo che la mancanza di responsabilizzazione di una risorsa finisca col creare un effetto esattamente opposto alla produttività. Il rovescio della medaglia è che esistono, a malincuore bisogna ammetterlo, anche ragazzi non disposti a sacrificarsi, che pretendono tanto ancor prima di aver dimostrato qualcosa. Se ci fosse un maggiore rispetto reciproco tra questi due poli non parleremmo più dello stage come un problema. Le aziende devono vederlo come una forma importante d’inserimento a lungo termine ed i ragazzi come un’opportunità per dimostrare il loro valore. È un investimento bidirezionale e non unidirezionale.

Infatti dopo
la conclusione dei sei mesi ho firmato un contratto di apprendistato di trenta mesi, non avrei detto di no a Progetto ED per nessun motivo al mondo: qui si ha veramente la possibilità di crescere e di esprimersi. Adesso mi occupo anche di cercare nuovi potenziali partner aziendali e di alcuni aspetti di selezione del personale con uno stipendio che ammonta a circa 1100 euro netti mensili, sufficiente ad essere del tutto indipendente. La vita a Salsomaggiore non è impossibile, un affitto costa in media 350 euro più spese; ma del resto con un giusto senso di responsabilità anche durante lo stage sono riuscito ad affrontare tutte le spese in autonomia. Certo, è difficile mettersi qualcosa da parte, ma non credo sia il momento di pensare ai risparmi o ai divertimenti, bensì un momento d’investimento puro su se stessi ed sul proprio futuro. Oggi l’unico pensiero  è quello di fare qualcosa di grande nel mio Paese per il mio Paese, e portare poi la storia d’innovazione di Progetto ED all'estero.

Testimonianza raccolta da Annalisa Di Palo

 

 

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