La precarietà sul lavoro distrugge anche le coppie: l'allarme di Alessia Bottone

Andrea Coccia

Andrea Coccia

Scritto il 28 Giu 2013 in Interviste

Dopo cinque anni di esperienza all'estero, tra stage e tirocini soprattutto in Svizzera, una 28enne veneta torna in Italia e scrive un libro. Questa in estrema sintesi è la storia di Alessia Bottone, laureata in Scienze politiche, e del suo Amore ai tempi dello stage, da poco pubblicato dalla piccola casa editrice Galassia Arte. E adesso? La Bottone vorrebbe restare, ma trovare un lavoro in questo momento e nel settore di sua competenza è molto difficile. La Repubblica degli Stagisti l'ha intervistata per approfondire la tematica della coppia all'epoca della precarizzazione e, rispetto ai contenuti un po' naif del libro, ha scoperto idee sorprendentemente chiare ed eterodosse sulle riforme da attuare per migliorare le condizioni di lavoro giovanile in Italia.      

Perchè ha deciso di tornare?
Ho trascorso cinque anni all'estero. Se devo essere sincera sono tornata perché avevo finito i risparmi.
stage lavoroHo iniziato a lavorare a 16 anni come cameriera perché già a quell'età coltivavo il sogno di viaggiare e studiare all'estero e volevo farcela da sola, con i miei soldi. Li ho investiti in numerosi stage, purtroppo mai retribuiti, e nel 2011 sono tornata per scrivere la tesi e per smettere di pagare l'affitto in Svizzera. Ho messo tutto nelle mani di questo libro che ho chiamato" Un libro per restare in Italia", l'ultima chance che voglio darmi in questo Paese. Se non andrà allora vorrà dire che dovrò nuovamente partire.
Che differenze ha notato tra i rapporti di coppia in Italia e all'estero?
Le relazioni in sé non differiscono di molto. Sicuramente le donne all'estero non subiscono il ruolo di madre / moglie/ fidanzata crocerossina che ci hanno affibbiato in Italia. Gli uomini sono molto indipendenti e non attendono che siano le donne ad occuparsi della casa e dei figli: raramente si litiga per questioni legate alla gestione della quotidianità domestica. Poi ogni mondo è Paese: e posso confermare che i problemi e le gioie sono le medesime. 
Secondo l'Istat la difficoltà dei giovani italiani nel formare una famiglia è principalmente causata dalla prolungata permanenza a casa dei genitori. Cosa ne pensa?
Sicuramente negli ultimi tre anni la crisi economica ha avuto un ruolo preponderante anche nelle relazioni di coppia e ha avuto un pesante impatto sulle scelte dei giovani e meno giovani. Vedo trentenni desiderosi di uscire di casa per iniziare a pianificare il loro futuro, impossibilitati perché stretti nella morsa di un contratto a progetto, stage o tempo determinato. Vedo anche genitori insofferenti che arrivati ad una certa età desiderano vedere i loro figli sistemati e godersi la pace e la solitudine della loro casa.  Poi c'è anche da dire che stiamo vivendo un periodo molto delicato per ciò che riguarda la vita di coppia. L'individualismo, le ansie e le paure spesso si interpongono tra due persone che potrebbero avere un futuro insieme. Ci sono donne insoddisfatte e uomini soli. Mi chiedo anch'io cosa stia succedendo nel profondo.

La precarietà lavorativa e l'incertezza per il futuro danneggiano  la coppia o la rafforzano?
Certamente la precarietà lavorativa può accentuare la crisi all'interno della coppia. Lì dipende da quanto il rapporto è collaudato e soprattutto dallo spirito di sacrificio. Ho visto coppie rafforzate dopo la tempesta, la risposta è soggettiva dipende dalla capacità di reazione del singolo.
Quali sarebbero le cose da fare per migliorare la situazione lavorativa dei giovani in Italia?
Riforma del lavoro subito. Riduzione del cuneo fiscale e per le nuove assunzioni abbattimento del costo del lavoro. È paradossale pensare che su mille  euro netti in busta paga ve ne siano altri 2mila versati in tasse, per un totale di quasi 3mila euro mensili a dipendente. Oltre al costo del lavoro ci vorrebbero incentivi per i mutui e per gli affitti come del resto esistono in altri Paesi d'Europa.
Come si immagina il futuro suo e della sua generazione?
Siamo in pochi ad immaginarci un futuro in questo momento. Si vive giorno per giorno, contratto dopo contratto, in attesa che qualcosa migliori. Potrei raccontare che andrà tutto bene, ma se non ci saranno le condizioni che ho elencato prima penso che ci sarà una nuova ondata migratoria verso altri Paesi per non parlare poi di un capovolgimento all'interno della coppia. Ancora una volta sono le donne a pagare lo scotto maggiore con un tasso di disoccupazione maggiore rispetto alla componente maschile. 
Qual è il messaggio che voleva trasmettere ai lettori quando ha scritto questo libro?
Amore ai tempi dello stage racconta le vicende di uomini e donne incastrati nelle loro manie, paure tra uno stage e l'altro, tra un contratto a progetto e la voglia di crescere. In chiave ironica racconto il mondo delle donne e degli uomini, della necessità di continuare a sognare, di ironizzare, di guardare alla vita con quell'ottimismo di cui tutti oggi abbiamo bisogno. Perché se la vita è a progetto non vuol dire che lo debbano essere anche le relazioni.

Andrea Coccia 

Per saperne di più su questo argomento leggi anche:
- L'amore ai tempi dello stage, in libreria un manuale di sopravvivenza per coppie di precari

E anche:
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