Piano giovani Sicilia, oggi parte il mail bombing di diffida contro la Regione

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 12 Dic 2014 in Approfondimenti

Avrebbero dovuto prendere il via il 30 novembre: ma due settimane dopo quella data ancora nessuno dei 1.600 giovani che dovevano iniziare i tirocini previsti dal Piano giovani Sicilia ha avuto notizia di cosa succederà. Dai due famosi clicday sono passati ormai cinque lunghi mesi: molti a questo punto si sono convinti che il progetto lanciato dal presidente della Regione Crocetta e dal suo allora assessore Nelli Scilabra sia stato solo un piano propagandistico. Così i tirocinanti dimenticati hanno pensato a una nuova protesta, ultimo tentativo di smuovere la politica prima di presentare definitivamente un’azione legale contro la Regione.

Questo fine settimana prende il via quella che gli aderenti al gruppo Facebook «Piano giovani, se Crocetta annulla tutto faremo ricorso!» hanno soprannominato un’azione di mail bombing indirizzata all’assessorato regionale dell’istruzione e formazione professionale e a quello della famiglia delle politiche sociali e del lavoro. «Abbiamo cambiato strategia» spiega alla Repubblica degli Stagisti Giuseppe Sicilia, amministratore della pagina Facebook, «e deciso di scuotere la Regione». Una scelta maturata dopo mesi di attesa e dopo un silenzio pressoché totale da parte della giunta Crocetta.

A nulla sono valsi i tentativi di incontro con il nuovo assessore alla formazione Mariella Lo Bello: le richieste dei 1.600 aspiranti tirocinanti sono rimaste sostanzialmente inevase. Nemmeno la manifestazione organizzata il 17 novembre a Palermo, con l'obiettivo di chiedere di sbloccare sia il Piano sia la Garanzia giovani, è riuscita a spingere i politici siciliani ad agire. Il flash mob di novembre era stato organizzato dalla Cgil Sicilia che continua ad appoggiare la protesta degli stagisti mancati.


«Oggi siamo in piazza non solo contro il jobs act ma anche per portare alla ribalta il tema del Piano giovani, che si è rivelato un'illusione per i siciliani
» dice alla Repubblica degli Stagisti Andrea Gattuso, responsabile Cgil del dipartimento politiche giovanili. «Da mesi aspettano qualche cosa per avere speranza e non essere costretti ad emigrare, e invece è ancora tutto fermo».

Per questo motivo oggi parte l’azione di mail bombing a cui, per ora, hanno già detto che parteciperanno un centinaio di persone che invieranno un atto stragiudiziale di diffida. In questo testo si ricorda alla Regione che l’avvocatura dello Stato ha ritenuto valide le selezioni e che anche Sicilia e-Servizi ha attestato che non vi erano problemi che potessero aver impedito la fruibilità degli utenti al sito per la registrazione. Pareri a cui a tutt’oggi gli assessorati che avrebbero dovuto occuparsi dell’avvio dei tirocini non hanno voluto dare seguito. Per questo motivo i giovani chiedono ai due assessorati di «provvedere entro trenta giorni dal ricevimento del presente atto all’adozione dei provvedimenti necessari e preordinati all’avvio dell’odierno istante al tirocinio formativo ed al riconoscimento dei consequenziali diritti». E ricordano nel loro atto stragiudiziale di diffida che, ai sensi dell’art. 117 c.p.a., nel caso in cui la pubblica amministrazione si renda responsabile dell’inerzia è «passibile di provvedimento di condanna adottato in forma specifica ai fini dell’emanazione dell’atto dovuto, risultando altresì prevista la nomina di un commissario ad acta in danno dell’amministrazione stessa».

Fuori dal linguaggio legale, si chiede quindi che la Regione pubblichi l’elenco degli ammessi di luglio e agosto ai tirocini in modo da applicare il parere favorevole dell’Avvocatura dello Stato del settembre 2014 e iniziare, finalmente, questi stage. Per aderire all’iniziativa, i giovani interessati devono seguire le istruzioni pubblicate sulla pagina Facebook “Lettera di diffida”, scaricare l’atto stragiudiziale di diffida, compilarlo, allegare il documento che attesta l’avvenuto incrocio del clicday e spedire tutto in Regione.

Una raccomandata che a qualcuno potrà sembrare inutile, ma che in realtà è il primo passo da fare prima di un eventuale procedimento e potrebbe convincere la Regione a non perdere ulteriori giorni. Anche perché in ballo non ci sono solo i diritti di 1.600 giovani, ma un’ingente somma di fondi europei che potrebbero essere preziosi per rilanciare l’economia siciliana in forte crisi. E che invece - per errori di gestione del Piano giovani, per litigi tra politici e per una scelta di rimandare sine die la decisione sul da farsi - rischia di mandare all’aria 90 milioni di euro stanziati solo per il Piano giovani.

Anche Alice Anselmo, deputato di Articolo 4 all’assemblea regionale ha denunciato questo rischio. E lo stesso Gattuso evidenzia:
«Per noi è inaccettabile che si sia perso tutto questo tempo per mettere a disposizione dei giovani questi soldi, anche perché i fondi del Piano giovani fanno riferimento alla programmazione 2007-2013 e sono all'interno di un piano disposto nel 2011»

Come se non bastasse, poi, il Piano giovani prevedeva anche una terza finestra dei tirocini che a questo punto non ci sarà prima del 2015. Certo, dopo le polemiche e soprattutto gli errori degli ultimi mesi, la cautela con cui la Regione sta agendo è comprensibile, ma questa lentezza cosa potrebbe far presagire? La Repubblica degli Stagisti ha provato a mettersi in contatto con il nuovo assessore alla formazione Mariella Lo Bello, che ci ha promesso un’intervista nei prossimi giorni per fare luce sulla questione.

Di tempo per le risposte, però, non ce n’è molto per gli aspiranti tirocinanti in attesa:
«Abbiamo aspettato che si formasse il nuovo governo Crocetta ter prima di procedere, ma ora che non abbiamo ancora avuto risposte abbiamo deciso di stringere i tempi. D’altronde avevamo già annunciato il deposito dell’azione legale per il 30 settembre» ragiona Sicilia, «se abbiamo aspettato è solo perché l’avvocatura dello Stato il 29 di quel mese aveva già indicato all’allora assessore di dare seguito ai tirocini».

Il perché di questi due mesi e mezzo di ritardo nel far cominciare gli stage sarebbe riconducibile a due ordini di motivi secondo Gattuso:
«Il primo è burocratico: la Regione ha paura di sbagliare nuovamente e di incorrere in ricorsi che sarebbero un danno dal punto di vista economico non indifferente. Per questo motivo ha atteso il parere di organismi che accertassero non ci fosse questo problema. L'altro motivo è, invece, di ordine politico e riguarda l'assegnazione della gestione del Piano a società esterne come Italia Lavoro e Ett».

Le prossime mosse ora sono in mano alla Regione, perché sarà in base alla sua risposta che i giovani decideranno se proseguire o meno con l’azione legale. E se il governo Crocetta dovesse ancora rimandare, sarebbe la certificazione di un interesse davvero scarso nei confronti dei propri giovani, desiderosi a tal punto da fare un tirocinio nella propria terra da essere disposti a intraprendere il lungo cammino di un’azione legale. «Questi ragazzi vogliono lavorare subito», dice Giuseppe Sicilia. Mentre la Regione, al momento, sembra non avere alcuna fretta di prendere una decisione in merito.

Foto quadrata: di
Figiu [in modalità creative commons]

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