Crisi dell'editoria: per i neogiornalisti il futuro è incerto - Pianeta praticanti: inchiesta della Repubblica degli Stagisti / quarta puntata

Eleonora Della Ratta

Eleonora Della Ratta

Scritto il 11 Gen 2010 in Approfondimenti

Continua il viaggio della Repubblica degli Stagisti nel pianeta praticanti. Questa quarta puntata è dedicata ai giornalisti: il praticantato è necessario per diventare professionisti, ma l'iter non è uguale per tutti. Il posto di lavoro, poi, non è mai certo.

Quanti sono i giornalisti.
Secondo i dati ufficiali dell'Ordine dei Giornalisti, a settembre 2009 risultano in Italia  108.437 giornalisti. Di questi però meno di 27mila sono professionisti (22.629 in attività e 4022 in pensione). Vi sono poi circa 70mila pubblicisti (62.155 in attività, 7408 in pensione) e 10mila tra elenco speciale e stranieri.

Quanti sono i praticanti. Nonostante la crisi dell’editoria, circa 1000 - 1200 persone all’anno sostengono l’esame di Stato: soltanto il 10% dei candidati (100-120 persone) proviene da un contratto di praticantato (art. 35 del contratto nazionale), e un 20% (200-240) dalle scuole di giornalismo o dai master. La maggior parte dei praticanti sono “d’ufficio”: 700-800 persone ogni anno che non hanno avuto un contratto di praticantato, ma hanno ottenuto il riconoscimento per l’abilitazione a sostenere l’esame direttamente dal proprio Ordine regionale. Ogni anno all'albo "professionisti" dell’Ordine dei giornalisti si aggiungono 800-1000 nuovi iscritti: a fronte di questi ingressi vi sono in media 300 professionisti che ogni anno vanno in pensione o sospendono l’attività. Insomma, per ogni posto che (teoricamente) si libera ci sono due o tre new entry che ambiscono a occuparlo. Nel corso del 2010 la situazione potrebbe cambiare: le aziende che dichiarano lo stato di crisi prevedono dei pre-pensionamenti e molti professionisti si ritireranno dall’attività. Allo stesso tempo, però, le assunzioni saranno bloccate per un periodo di circa due anni.
L'esame.
Prevede due prove, una scritta e una orale. Circa il 15-20% dei candidati non supera la prova scritta, mentre un altro 5-10% viene bocciato all'orale. Non esiste un numero prefissato di professionisti da abilitare ogni anno, magari in proporzione alle richieste da parte del mondo del lavoro: l’esame dell’Ordine dei giornalisti è soltanto abilitante e non garantisce un posto. Per questo spesso sono sorte polemiche sulle modalità di accesso all’esame, in particolare per i praticantati d’ufficio e le scuole di giornalismo che sostituiscono, di fatto, i contratti di praticantato nelle redazioni.
Il praticantato. Per accedere alla professione giornalistica non è necessario essere professionisti, ma solo chi lo è ha tutti i diritti riconosciuti alla categoria, primo fra tutti la protezione delle fonti. Il praticantato dura 18 mesi e va svolto in una redazione giornalistica (carta stampata, tv, radio, ma anche service editoriali e uffici stampa). Il numero dei praticanti dev'essere proporzionato a quello dei giornalisti assunti. Il praticantato è un vero e proprio contratto, assimilabile a quello di apprendistato: i minimi salariali sono determinati dal contratto nazionale. Accanto al praticantato “classico”, ne esistono altre due forme: le scuole di giornalismo e il praticantato d’ufficio. L’iscrizione d’ufficio nell’elenco praticanti, infatti, permette ai giornalisti free lance o ai collaboratori senza contratto, abusivi nelle redazioni, di accedere all’esame per diventare professionisti nonostante non abbiano mai avuto un contratto di praticantato: un modo per aiutare chi lavora nella zona grigia dei "giornalisti di fatto" senza un riconoscimento contrattuale, ma che ha aperto molte discussioni per il gran numero di professionisti che così vengono immessi in un mercato del lavoro già saturo. Per avere il riconoscimento di questo tipo di praticantato è necessario il nullaosta del proprio Ordine regionale che verifica l’attività continuativa per almeno 18 mesi: le collaborazioni devono essere tutte retribuite per un guadagno totale di circa 18mila euro (equivalenti più o meno a mille euro al mese).
Le scuole di giornalismo
. In Italia esistono 15 scuole di giornalismo in altrettante università: i corsi e i master durano due anni e prevedono lezioni tenute da giornalisti e periodi di stage presso le redazioni dei giornali. Per evitare che gli stagisti diventassero di fatto dei giornalisti impiegati nelle redazioni per far fronte alla mancanza di personale, soprattutto nel periodo estivo, dal 2009 l’Ordine ha imposto che gli stage vengano effettuati in maniera scaglionata durante l’anno e non nei mesi estivi (luglio e agosto). La validità del corsi è certificata dall’Ordine nazionale dei giornalisti che proprio nei mesi scorsi ha chiuso due scuole, quella toscana nata dalla collaborazione tra le università di Firenze, Pisa e Siena e quella della Basilicata, perché non garantivano un livello di preparazione adeguato. Se da un lato master e scuole offrono una preparazione a tutto tondo nei diversi settori (radio, tv e stampa), dall’altro il costo non permette a tutti di accedervi: le tasse, infatti, variano dai 10 ai 19mila euro per biennio. Il numero massimo di allievi per corso è in genere di 30 iscritti, selezionati in base al curriculum e al superamento di prove scritte ed orali.
Quanto guadagnano i giornalisti
. È difficile dare una media esatta dello stipendio di un giornalista, sia perché è necessario distinguere tra professionisti assunti e free-lance, sia per la larga forbice che esiste in base a mansioni ed anzianità. In media i giornalisti guadagnano circa 40mila euro l’anno ma, secondo la Federazione nazionale stampa italiana (il sindacato unico dei giornalisti), oggi in Italia ci sono 4.700 giornalisti che guadagnano meno di 14mila euro l’anno. Dai dati di bilancio Inpgi (la previdenza del settore) emerge che fino ai 35 anni i giornalisti percepiscono retribuzioni medie lorde che non superano i 31mila euro annui, mentre nella fascia 36-40 la media è di 43.138. Questo dipende da diversi fattori: lo stipendio per chi è professionista da meno di 30 mesi è più basso dei colleghi con maggiore anzianità, le aziende applicano quanto più possibile i minimi tariffari e tendono a forfettizzare gli straordinari.
Quanto guadagnano i praticanti.
Il contratto dei giornalisti dà indicazioni molto chiare in merito alla retribuzione dei praticanti: 15mila euro l’anno per chi ha meno di 12 mesi di servizio, 20mila per chi ha una maggiore anzianità. Totalmente diversa la situazione per chi ottiene un praticantato d’ufficio: la maggior parte delle testate paga le collaborazioni secondo tariffari molto bassi, anche solo pochi euro a pezzo.
Il concorso
: Gli esami di idoneità professionale per giornalisti per l’iscrizione nell’elenco dei professionisti sono regolati dall’art. 32 della legge 69/1963 sull’ordinamento della professione giornalistica, recentemente modificato con l’introduzione del personal computer nella prova scritta che ha sostituito la macchina da scrivere. I praticanti, per essere ammessi agli esami di idoneità, devono documentare la partecipazione a corsi di formazione o preparazione teorica anche "a distanza", della durata minima di 45 ore, promossi dal Consiglio nazionale o dai Consigli regionali dell'Ordine. Sono esonerati dai corsi i praticanti delle scuole di giornalismo. L’esame si svolge a Roma quattro volte l’anno e prevede tre scritti (redazione di un articolo, sintesi di un articolo, questionario) e un orale su diverse materie (fondamenti di diritto civile, diritto penale, procedura civile e penale, storia, cultura generale, ordinamento della professione, deontologia professionale e altri argomenti attinenti alla professione). Per superare la prova scritta occorre aver raggiunto un punteggio minimo di 36 su 60. L’esame deve essere superato entro due anni dalla fine del praticantato e non può essere sostenuto più di tre volte.

Eleonora Della Ratta


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E tre storie di praticantato vissuto
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- Praticantato d'ufficio, il calvario di A., giornalista free lance, per diventare professionista
- Praticantato in redazione: l'esperienza di Caterina Allegro in un service editoriale

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