Fotocopie gratis grazie alla pubblicità, il successo di una startup per studenti

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 06 Lug 2015 in Approfondimenti

stage lavoro startupperRestare si può. Anche in Italia, dove il tasso di disoccupazione sfiora il 13%, quasi raddoppiato sul 2008; anche se per i giovani under 25 la situazione continua a peggiorare, con numeri in salita a quota 42%. C'è però chi non si lascia scoraggiare e decide che varcare i confini del proprio paese non è la soluzione. Come i ragazzi di Fotocopiagratis, una startup partita dal nulla, o quasi. E questo perché Andrea Geremicca, di Crotone, classe 1983 e medico mancato, e Giampiero De Paolis, 34enne commercialista di Anagni - founder del marchio - agli inizi della loro avventura hanno pensato di appoggiarsi alle strumentazioni di altri, in questo caso quelle delle tipografie.

Tutto nasce da un semplice calcolo: gli studenti – che ancora fotocopiano, nonostante la rivoluzione digitale – spendono annualmente cifre sostanziose per stampare. «Circa 250 euro» spiega Geremicca, intervistato dalla Repubblica degli Stagisti. Da lì l'idea di stipulare convenzioni con le tipografie, con questa proposta: gli studenti possono fotocopiare gratis, a patto di vedersi impresse sul retro dei fogli le pubblicità delle aziende che aderiscono al circuito. «Lo studente si registra sul sito, ritira la sua tessera e può fotocopiare ovunque nei nostri corner» fa sapere. Può decidere di ritirare quando e dove vuole i propri materiali. Il tutto grazie a un algoritmo che, partendo dal pdf che lo studente ha caricato, sceglie la pubblicità perfetta per un determinato brand rispetto a quel cliente. Il vantaggio è che il marchio riesce a raggiungere un target specifico, e non una persona qualsiasi, mentre lo studente risparmia tempo - evitando le file - e soprattutto denaro. Il tutto con l’automatismo di iCloud, dove ognuno di loro può conservare i propri file.

Come può venire in mente un’idea simile? «Io sono laureato in medicina. Ero emigrato a New York alla fine del 2012» racconta Geremicca. «Sentivo l’esigenza di assecondare il mio sogno di sempre, che era fare l’imprenditore, o meglio l’innovatore». Con De Paolis c’era una conoscenza tramite amicizie comuni. A legarli è stato il progetto di impresa: «Avevamo le s
tesse voglie e paure. Io seguivo corsi per startup, e con lui ho cominciato a consultarmi su questo nuovo modo di fare pubblicità che vedevo negli Stati Uniti, per cui si pubblicizzava non direttamente il prodotto, ma qualcosa che con quello creasse un forte legame».

L’investimento iniziale è stato minimo, e tutto grazie ai risparmi messi da parte. «Entrambi lavoravamo, così siamo riusciti a sborsare 25mila euro in due» ricorda Geremicca, che ai tempi lavorava part time in una società di innovazione come project manager. Il resto lo avrebbero fatto le tipografie, il cui ritorno economico sarebbe arrivato dall’indotto: la condizione è infatti che siano gratuite le prime 25 pagine di fotocopie, anche «per evitare problemi di diritto d’autore» chiarisce. «Prendere delle macchine in comodato d’uso e allestire noi stessi dei corner avrebbe comportato troppi costi». All’inizio è una scommessa, e i due decidono di darsi quattro mesi di tempo. Siamo nel 2014, Geremicca e De Paolis iniziano con alcune giornate di prova. In un paio di giorni gli studenti che sperimentano il servizio sono 900: «Era un’idea carina, che piaceva». Dopo qualche porta sbattuta in faccia, il coinvolgimento dei primi partner commerciali forti, come Euronics e Banca di credito cooperativo. «E il Campus biomedico, il primo a credere in noi, nonostante fossimo solo due belle facce con un’idea e nessun passato alle spalle».

Nasce la società, una srl semplificata, e nel frattempo arrivano proposte per entrare a farne parte. Così si aggiungono due nuovi soci, con quote minori. Il sito sbarca online l’11 ottobre 2014. E le cose cominciano a filare da subito, tanto che il breakeaven si supera dopo appena quattro mesi. In questo primo anno, tutte le entrate «sono state reinvestite», e il team è cresciuto: «Abbiamo con noi dieci persone, assunte con contratti di stage o a progetto, che con il Jobs Act diventeranno indeterminati». Dipendenti che guadagnano tra i 600 e i 1400 euro al mese, in un ufficio a piazza del Popolo con un canone di 2200 euro. Mentre per i due founder nessuno stipendio per ora: Geremicca si occupa full time nel progetto e continua a mantenersi con i miei risparmi, il socio De Paolis prosegue il suo lavoro di commercialista.

Ma chissà ancora per quanto, visto che si intuisce che un fatturato cia sia, e ben consistente, nonostante Geremicca non si sbilanci: «Per ora non lo comunichiamo, anche perché siamo in trattative per lanciare il secondo step imprenditoriale, che prevede l'incasso di un primo fondo di investimento. Possiamo solo dire che supera i 300mila euro». Non hanno mai partecipato a bandi, né vinto premi («Non ne abbiamo avuto il tempo né ci crediamo più di tanto»). Eppure il business può considerarsi decollato, tanto che da giugno 2014 gli utenti registrati ammontano a 10mila, e il risparmio di chi partecipa - è stato calcolato - è di 1,5 milioni di euro. Le sedi, dapprima solo a Roma e Napoli, sono già anche a Firenze e Milano. Ma apriranno anche a Bologna, Cagliari, Genova. A cui va sommata una concessionaria pubblicitaria - la Media Place - che gestisce in esclusiva i loro spazi a livello nazionale e rappresenta l’interfaccia commerciale. È la storia di chi - con pochi soldi ma una buona idea - riesce a ritagliarsi uno spazio nel mercato.

Ilaria Mariotti 

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