Garanzia Giovani, il mistero del tariffario che nessuno può vedere

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 19 Giu 2014 in Approfondimenti

Il governo Renzi ha fatto della trasparenza uno dei suoi cavalli di battaglia. Ma, almeno per quanto riguarda il piano Garanzia Giovani, la promessa non sembra completamente mantenuta. Sono due gli aspetti – entrambi essenziali su cui le informazioni, se non del tutto assenti, sono frammentarie e confuse.

Prima di tutto, il tariffario della Youth Guarantee italiana. Un documento importantissimo, perché è in base a questa griglia che viene stabilita l'indennità che i soggetti presi in carico percepiranno (per esempio in caso di stage
). E sempre in questo tariffario sono indicati i corrispettivi che verranno erogati agli enti che svolgono la funzione di intermediari nel processo di inserimento – occupazionale o formativo del giovane, i bonus per le aziende, gli emolumenti per chi fornirà servizi di orientamento o formazione, o lezioni di autoimprenditorialità, insomma tutte le opzioni previste dal programma.

Il primo accenno all'esistenza di un tariffario era stato fatto proprio dal ministero del Lavoro Giuliano Poletti
, che in un'intervista al Corriere della Sera dello scorso 27 aprile aveva dichiarato alla giornalista Rita Querzè che «un tariffario è stato appena definito dal ministero del Lavoro e sarà uguale in tutte le Regioni» con un «listino prezzi molto articolato perché varia a seconda della 'piazzabilità'». Tanto che il Corriere aveva corredato l'intervista con un boxino che conteneva alcune cifre, ciascuna abbinata a una prestazione. Uno scooppone, insomma.

Vale la pena ricordare che in ballo ci sono fondi molto cospicui
, quasi tutti di provenienza europea, per un totale di oltre 1,5 miliardi di euro. Un bel tesoretto. La Repubblica degli Stagisti decide dunque di rivolgersi al ministero chiedendo di poter ricevere e visionare il documento ufficiale alla base del cosiddetto tariffario. Quantomeno per verificare le informazioni riportate sul Corsera, che parlano ad esempio di rimborsi di 500 euro al mese per gli stagisti inseriti nel programma Garanzia Giovani, di importi tra i 600 e i 1200 euro per le agenzie che riusciranno a ottenere per i loro "assistiti" contratti a tempo determinato, e dai 1500 ai 3mila euro per quelle meritevoli di aver fatto sottoscrivere un indeterminato.  

A fine aprile dunque partono i tentativi, con mail e telefonate al ministero. Il primo a rispondere è Salvatore Pirrone, direttore generale alle politiche attive per il lavoro, che conferma l'esistenza del tariffario: «In effetti abbiamo concordato con le regioni lo schema di azione, sulla base di nove misure, ciascuna accompagnata da una descrizione e da vincoli di rendicontazione» riferisce alla Repubblica degli Stagisti. «La documentazione però è corposa e complessa, onde stiamo predisponendo una 'vulgata' per la comunicazione degli elementi essenziali. La manderò appena pronta», promette.
Siamo al 10 maggio. Seguono altre mail e telefonate, ma dopo oltre un mese nessun file è mai arrivato.
Stessa sorte con la segreteria tecnica del dicastero, diretta da Bruno Busacca, che alla Repubblica degli Stagisti sempre intorno alla metà di maggio ribadisce: «Il tariffario esiste, per questo Poletti ne ha parlato nell'intervista al Corsera: ma si tratta di documentazione al momento 'riservata'». Assicurando ancora una volta che il tariffario verrà messo a disposizione non appena possibile, e in tempo brevi.

Ma per ora di quel tariffario non c'è nessuna traccia: non solo non è stato inviato alla redazione della Repubblica degli Stagisti, malgrado le assicurazioni degli alti dirigenti, ma non è nemmeno stato pubblicato sul sito. Tutto questo nonostante le interviste e le recenti pubbliche dichiarazioni di Poletti, spesso incentrate proprio sulla necessità di rendere trasparenti tutti i meccanismi di funzionamento della Garanzia Giovani. E nonostante nello spot del programma si dica che la «Garanzia Giovani offre alle aziende bonus economici per le nuove assunzioni e incentivi per tirocinio e apprendistato». Sì, ma a quanto ammontano? Mistero.

Si sa solo (grazie all'opuscolo che il ministero ha veicolato allegandolo a un numero del quotidiano Il Sole 24 Ore) che «i datori di lavoro che, con l'intermediazione dei servizi per il lavoro, occuperanno giovani fino a 29 anni, avranno diritto a un bonus non cumulabile. Il riconoscimento spetta per la stipula di contratti a tempo determinato o somministrazione (tra 6 e 12 mesi o superiori ai 12 mesi), e a tempo indeterminato, ed è diversificato per tipologia contrattuale, profilo del giovane e differenze territoriali. Non spetta in caso di apprendistato, per il quale è già previsto un incentivo specifico».

Nella pagina seguente dell'opuscolo una tabellina spiega che il "profiling del giovane" prevede che a ciascun fruitore di Garanzia Giovani venga attribuito un indice di svantaggio. Quattro le categorie: basso, medio, alto e molto alto. Per il contratto a tempo indeterminato l'incentivo all'assunzione che percepiranno le aziende sarà di 1.500 euro per un profilo basso, 3mila per un profilo medio, 4.500 per un profilo alto e 6mila per un profilo molto alto. Per i contratti temporanei invece le aziende non percepiranno nulla in caso di assunzione di persone con indice di svantaggio basso o medio; in caso di contratto a tempo determinato o di somministrazione di durata compresa tra 6 e 11 mesi percepiranno 1.500 euro per i profili con indice di svantaggio alto e 2mila euro per quelli con indice molto alto; mentre in caso di contratti a tempo determinato o di somministrazione dai 12 mesi in su, prenderanno 3mila euro per ogni contratto a un profilo alto e 4mila euro per profilo molto alto. Nessuna informazione, in questo opuscolo, sui bonus previsti per chi svolgerà l'attività di intermediazione.

Le criticità sulla trasparenza della gestione del piano Garanzia Giovani riguardano anche le informazioni disponibili sul sito del ministero. Incredibilmente, manca ancora il nuovo Piano di attuazione italiano della Garanzia per i Giovani, che il governo Renzi ha inviato a Bruxelles poche settimane dopo il suo insediamento al fine di comunicare e far approvare le modifiche apportate rispetto al piano (già vidimato dalla Commissione Ue) del governo Letta. Perché questo documento non è ancora pubblico?

Inoltre, da qualche tempo c'è una pagina dedicata al monitoraggio settimanale del progetto: il primo report risale all'8 maggio. Settimana dopo settimana viene fornito un aggiornamento relativamente a quanti giovani hanno aderito (erano quasi 83mila al 12 giugno), con dati sull'età, la provenienza geografica e il genere, e specificando se la richiesta di accesso al sistema Garanzia Giovani è avvenuta tramite il portale nazionale o quello regionale.

Un sistema apparentemente impeccabile
, che però forse soffre di qualche deficit di programmazione dato che appena qualche giorno fa è andato in panne: non si riuscivano più a scaricare i report settimanali. Fortunatamente il problema adesso sembrerebbe risolto. Ma il monitoraggio ha una pecca ben più importante: dice poco sugli esiti del piano. Sarebbe fondamentale capire infatti cosa si sta facendo di questi 83mila ragazzi già iscritti al programma: qualcuno di loro è già stato preso in carico, a più di un mese e mezzo dall'avvio della fase di iscrizioni? Ci sono Regioni già operative, qualcuna ha già cominciato la fase di contatto con gli aspiranti fruitori del servizio?

La Garanzia Giovani – per sua stessa definizione – deve garantire un'offerta di lavoro o formativa entro quattro mesi dalla richiesta dei potenziali beneficiari. Si dia tempo al tempo dunque, dirà qualcuno: in fin dei conti è passato solamente un mese e mezzo. Ma visti i numeri sulla disoccupazione giovanile, bisognerebbe mettere il turbo sia sulla trasparenza sia sulle prestazioni.


Ilaria Mariotti 

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