Prima stagista e poi social media manager: per Chiara il lavoro arriva dopo il tirocinio in Commissione Ue

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 02 Feb 2014 in Storie

C'è ancora pochissimo tempo, fino al 3 febbraio a mezzogiorno, per candidarsi a uno dei 700 tirocini offerti dalla Commissione Europea per la sessione autunnale del progetto. Il compenso è di più di mille euro al mese, e l'esperienza - come racconta alla Repubblica degli Stagisti Chiara Scilhanick, ex stagista all'ente di governo Ue e oggi social media manager per il Parlamento europeo - di quelle che non si dimenticano. 

 

Dopo il liceo scientifico, nel 2005, ho lasciato Mantova per seguire il sogno della carriera diplomatica a Roma. Una scelta che ho fatto in totale indipendenza dalla mia famiglia, che mi ha però sostenuto in questa decisione. Avevo diciannove anni; mi sono iscritta a Scienze Politiche all’università Luiss e ho poi proseguito gli studi in Relazioni Internazionali presso lo stesso ateneo.
All’inizio del secondo anno di triennale ho saputo che un gruppo di ragazzi dell’università stava dando vita a un progetto di radio studentesca, che ho subito abbracciato con entusiasmo: la collaborazione con RadioLuiss mi ha accompagnata fino alla fine della specialistica. Da speaker e coautrice di un programma di intrattenimento, sono passata alle Relazioni esterne, settore che poi ho guidato per circa un anno. Ho imparato molto da quell’esperienza. Pur essendo tutti ragazzi lavoravamo come dei 'grandi': le riunioni settimanali, i direttivi, i rapporti con gli uffici dell’università, con gli uffici stampa, con gli ospiti e con i fornitori esterni.
Durante la specialistica ho vinto due borse di studio di tre mesi, per un valore complessivo di circa 1400 euro, entrambe finalizzate alla stesura della tesi all’estero: dopo l’Erasmus a Sciences Po a Parigi ho seguito il mio relatore a Bruxelles, dove ho svolto ricerche in Commissione europea e interviste a funzionari, corrispondenti e giornalisti. Poco prima di rientrare in Italia ho scoperto di essere stata selezionata per il tirocinio Mae Crui in Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione europea e ho quindi prolungato il mio soggiorno brussellese di qualche mese, fino a fine maggio 2010. Ho lavorato per cinque mesi nell’ufficio per le relazioni con il Parlamento europeo, una funzione un po’ differente rispetto a quelle degli altri circa venti tirocinanti selezionati insieme a me, dislocati principalmente tra le diverse aree legate alle politiche seguite dal Consiglio dell’Ue. Considero l’esperienza presso la Rappresentanza Permanente la più formativa che abbia svolto sino ad ora: non ancora laureata (ho discusso la tesi, ottenendo la lode e la dignità di pubblicazione, ad aprile 2010) e alla prima vera esperienza di stage, mi trovavo a seguire le discussioni delle diverse commissioni parlamentari, a redigere report e resoconti che venivano inviati, anche con la mia firma, al ministero degli Esteri, ad assistere alle sessioni plenarie di Strasburgo, a incontrare parlamentari europei italiani e non e a partecipare a incontri esterni, ad esempio presso la rappresentanza di Confindustria.
Dal punto di vista finanziario, la situazione non era delle migliori: il tirocinio Mae Crui non prevedeva alcuna retribuzione e a Bruxelles spendevo circa 500 euro per l’affitto. Tuttavia la ritengo comunque una fase del mio percorso professionale valida e altamente formativa, specialmente perché vissuto prima della laurea.  Al rientro in Italia, dopo essermi messa alla prova con il concorso diplomatico, ho svolto un nuovo tirocinio nella stessa università in cui avevo studiato, nel settore Sviluppo internazionale e accordi: sei mesi per poco meno di 600 euro al mese. 
Nel frattempo mi ero candidata per lo stage in Commissione europea e a dicembre ho scoperto di essere stata preselezionata e inserita nel Blue Book. Poco prima avevo fatto un colloquio per uno stage 'atipico', quindi senza indennità, nella Rappresentanza della Commissione europea a Roma e avevo rinunciato proprio per non perdere l’opportunità dello stage che prevedeva compenso (non è possibile svolgere lo stage classico in Commissione europea se si è già svolta un’esperienza di più di sei settimane in una qualsiasi istituzione Ue). Ho quindi pensato di ricontattarli: nella scelta della direzione generale avevo infatti indicato come prima preferenza la sezione Comunicazione, nella quale rientrano anche le Rappresentanze, e la mia tesi di laurea specialistica aveva come titolo «La percezione dell’Unione europea nei mass media e nell’opinione pubblica»: la Rappresentanza mi calzava quindi a pennello! 
A gennaio ho avuto la conferma di essere stata selezionata e il primo marzo 2012 ho iniziato il mio stage nel settore stampa, per 1070 euro al mese più il rimborso del viaggio da e per Roma (da Mantova, luogo di residenza) e una missione spesata di tre giorni a Bruxelles per incontrare gli altri 600 tirocinanti.
Le Rappresentanze negli Stati membri vengono scarsamente prese in considerazione quando si fa domanda per lo stage in Commissione europea, invece in alcuni casi possono rappresentare la scelta ottimale. Certo, l’ambiente di Bruxelles è diverso, ad ogni ciclo ci sono centinaia di ragazzi da tutta Europa che si incontrano e vivono una sorta di Erasmus, un’esperienza divertente e stimolante allo stesso tempo, che io avevo in qualche modo provato l’anno precedente. L’ambiente più ristretto della Rappresentanza offre però delle opportunità che difficilmente si hanno a Bruxelles: la possibilità di occuparsi di mille mansioni diverse ad esempio, oppure di incontrare personalmente commissari e direttori generali. Pur essendo formalmente inserita nel settore stampa ho svolto tantissime attività diverse: dal monitoraggio dei media, all’organizzazione di eventi e incontri ristretti e di alto livello, alla partecipazione a fiere e manifestazioni, alla gestione degli account social media. Così come era stato con il tirocinio in Rappresentanza Permanente a Bruxelles, l’aspetto migliore dello stage in Commissione è il fatto di essere considerati a tutti gli effetti parte dello staff: il tirocinante è coinvolto in tutte le attività dell’ufficio e i compiti affidati sono quasi sempre di responsabilità. 
Durante lo stage ho avuto modo di seguire la fase preliminare di un progetto pilota sui social media che avrebbe coinvolto la Rappresentanza nei mesi successivi: mi sono candidata per parteciparvi e, dopo il colloquio a Bruxelles con la società esterna vincitrice dell’appalto, ora sono social media community manager per la Rappresentanza della Commissione e l’ufficio d’Informazione del Parlamento europeo, che si trova nello stesso edificio a Roma. Faccio parte di un team europeo (siamo 28 ragazzi, uno per Stato membro) con un coordinatore centrale a Bruxelles, e mi occupo di sostenere e affiancare gli uffici nella gestione dei propri account social media. Tre giorni a settimana da dividere tra Commissione e Parlamento per 250 euro lordi al giorno: circa 1700 euro netti al mese. Lavoro come consulente freelance, sulla base di buoni d’ordine mensili, e il progetto dovrebbe terminare alla fine del 2014.
Al sogno della carriera diplomatica si è insomma negli anni sostituita l'ambizione di continuare a lavorare per le istituzioni europee ed è su questo che mi sto impegnando attualmente. Sono soddisfatta del lavoro che svolgo, che trovo estremamente stimolante e perfettamente in linea sia con il mio percorso di studi che con le mie inclinazioni e mi ritengo decisamente fortunata rispetto a molti miei coetanei, ancora a caccia di stage mal retribuiti e poco entusiasmanti.
Credo che il tirocinio in Commissione europea sia stato determinante per la funzione che svolgo ora: è chiaro e risaputo che gli stage in Commissione hanno una durata fissa e le assunzioni nelle istituzioni europee avvengono quasi esclusivamente tramite concorso, tuttavia il suo peso sul curriculum è sicuramente importante e averlo svolto può costituire una condizione preferenziale nella ricerca di un lavoro a Bruxelles o comunque in ambito europeo.
Concludo con un plauso al lavoro svolto dalla Repubblica degli Stagisti. Trovo in particolare utilissima l’idea del Bollino OK stage per reperire le informazioni utili prima di candidarsi e individuare i percorsi che val la pena seguire e quelli che, invece, andrebbero evitati.

Testo raccolto da Ilaria Mariotti


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