«Cercasi stagista incline alla subordinazione». L'annuncio shock solleva la rete

Andrea Curiat

Andrea Curiat

Scritto il 25 Ott 2011 in Notizie

Cercasi stagista «incline alla subordinazione e al rispetto delle disposizioni che vengono impartite». È il testo di un annuncio pubblicato dal Centro per l’impiego di Livorno. stageOggetto: un tirocinio della durata di 6 mesi offerto da un’azienda locale, in cerca di un addetto alla gestione logistica e amministrativa di magazzino. Poche righe, sufficienti a scatenare una piccola sommossa sul web a partire dal blog della sceneggiatrice di fumetti Francesca Santi, che per prima ha segnalato l’annuncio. Per fortuna, verrebbe da dire: segno che sempre meno ragazzi sono disposti ad accettare passivamente richieste improbabili e condizioni despotiche, e che la coppa dell’indignazione è ormai colma sino all’orlo.
La Repubblica degli Stagisti ha contattato direttamente il direttore del Cpi di Livorno Paolo Borghi per scoprire origini e retroscena del discusso annuncio. «L’azienda ci ha chiesto di conservare l’anonimato, quindi i dati del datore di lavoro restano assolutamente riservati», premette Borghi. «Posso però dire questo: si tratta di una piccola azienda locale, assolutamente seria e solida, che offre stage finalizzati all’assunzione e che si era già avvalsa dei servizi del Centro senza nessun problema. Anche in questo caso è ricorsa a noi per filtrare le richieste in modo da non essere sommersa da centinaia di curriculum, in un contesto occupazionale difficile come quello attuale».
stageIl responsabile ammette di aver seguito da vicino l’esplodere del caso sul web e di aver avviato le debite verifiche a posteriori: «È stata l’azienda, ovviamente, a scrivere quelle righe sul modulo. Da quanto ci risulta, comunque, si è trattato solo di un caso di formulazione infelice. Bisogna tener presente che parliamo di una piccola azienda locale, che usa un linguaggio, appunto, da piccola impresa. Quello che l’azienda voleva dire era questo: cerchiamo ragazzi disposti ad accettare rapporti di lavoro subordinati, e in grado di seguire indicazioni precise per imparare a lavorare in un contesto organizzativo delicato in vista di un’assunzione».
Sarà. Però certo il testo dell’annuncio si prestava, nel migliore dei casi, a tutt’altra interpretazione e con poche possibilità di equivoci. E nel peggiore dei casi si potrebbe quasi dire che, dietro la spiegazione alternativa, si avverte il rumore di unghie in cerca di appigli su uno specchio. Resta inoltre aperta la domanda: ma davvero occorrono sei mesi di stage per formare un addetto al magazzino? Nel frattempo, i commenti dei lettori sul blog di Francesca Santi rendono il polso dell’indignazione popolare. «Ecco cosa intendo quando dico che ci hanno rubato il futuro. Ci hanno rubato anche la speranza di essere trattati un minimo bene, adesso ci dicono direttamente che vogliono schiavi e siamo schiavi», scrive un lettore. «Ma come si misura l'inclinazione alla subordinazione? », chiede ironicamente un altro. Particolarmente a tema questa risposta: «La risposta migliore sarebbe solo se mi fa un contratto di lavoro subordinato. Allora ne possiamo parlare!».
C’è però anche chi difende l’azienda, almeno in linea di principio: «Ho a che fare spessissimo con ragazzi giovani che vengono il più delle volte al lavoro con due ore di sonno sulle spalle ancora ubriachi o mezzi fatti». E ancora: «Non capisco tutto questo clamore per la ricerca di un tirocinante che sia diplomato da 4 mesi... se sei uno spirito libero o hai la mentalità da libero professionista non ti candidi, altrimenti ci provi e tutt'al più sarà un'esperienza che non vorrai ripetere... Se poi uno vuole cambiare il mondo, allora, è tutto un altro discorso...». Tanto che alla fine è la stessa Santi a intervenire: «Il fatto che alcuni di voi non si siano resi conto della gravità di quello che c'è scritto nell'annuncio è un chiaro segnale che siamo messi davvero male in Italia, siamo così esasperati e affamati di lavoro che spesso difendiamo l'indifendibile».
stageE cominciano ad arrivare le prime reazioni anche dalle autorità. L’assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini su segnalazione della Repubblica degli Stagisti ha attivato ieri gli uffici regionali affinché la Provincia di Livorno chiarisca la posizione di tale azienda, che vorrebbe anche avvalersi del contributo Giovani Sì, rispetto alla “Carta dei tirocini e stage di qualità in Regione Toscana”, assicurando: «Nessun rimborso per chi cerca tirocinanti “inclini alla subordinazione”». E ricorda secondo che secondo la Carta lo stage dev'essere «una misura di accompagnamento al lavoro finalizzata a creare un contatto diretto tra una persona in cerca di lavoro ed un’azienda allo scopo di permettere al tirocinante di acquisire un’esperienza per arricchire il proprio curriculum e di favorire una possibile costituzione di un rapporto di lavoro con l’azienda ospitante». Altro che stagisti subordinati.

di Andrea Curiat

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