AAA stagisti cercasi per reportage fotografico

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 03 Giu 2009 in Notizie

Elisabetta Lombardo è torinese, ha 24 anni, di mestiere fa la fotografa. Dentro ha una discreta forza centrifuga e un'innata curiosità, caratteristiche che l'hanno spinta a fare prima il quarto anno delle superiori in Canada e poi l'università in Svizzera. Oggi vive a Berlino, e da lì racconta alla Repubblica degli Stagisti: «Da un paio di mesi lavoro ad un progetto sugli stagisti. C'è molto di autobiografico, ovviamente: dopo la laurea mi sono trovata a fare stage non pagati, e leggendo alcune storie ho trovato  le mie stesse frustrazioni. L'impressione che i miei servizi fossero indispensabili, che l'organizzazione non avrebbe potuto funzionare senza di me, ma la consapevolezza che, alla fine dei sei mesi, un altro nelle mie stesse precarie condizioni avrebbe preso il mio posto».
Da qui a Elisabetta (nella foto qui a destra) viene l'idea di dedicare agli stagisti un reportage fotografico. Il titolo del progetto è Structurally recyclable, basically disposable: «Una serie di parole che si contraddicono: recyclable è spesso usato come il contrario di disposable – usa e getta» spiega la fotografa: «Perché gli stagisti sono appunto riciclabili, e la loro flessibilità è vista dall'esterno come un elemento positivo. D'altra parte, però, spesso alla fine, "basically", lo stagista in quanto individuo non è ritenuto indispensabile, quindi "disposable", e verrà sostituito con un altro stagista».
L'obiettivo più ambizioso è quello di «riflettere sullo stage come modello lavorativo e come fenomeno sociale: perché accettare di lavorare gratis o quasi, perché esasperare il concetto di sacrificio che spinge molti di noi a lavorare senza retribuzione nella speranza, un giorno, di impressionare il capo? Queste riflessioni si basano sempre su storie personali e vissuti differenti, che io voglio far emergere».
Il progetto è piaciuto all'associazione berlinese Neuropolis, organizzazione senza fini di lucro che sostiene progetti artistici e politico-sociali: saranno loro ad aiutare Elisabetta per la ricerca fondi e l'esposizione.
Il primo passo è l'approfondimento: la fotografa sta raccogliendo informazioni sul fenomeno stage ed entrando in contatto con gli addetti ai lavori. Per ora ha intervistato un ricercatore che ha svolto un'indagine statistica e la rappresentante di un sindacato tedesco. Il secondo passo è trovare stagisti che abbiano voglia di farsi fotografare (nell'immagine qui a fianco, una delle "prove": la stagista immortalata è Anne Abendroth). Non solo in Germania e Italia, perché il reportage avrà un respiro europeo:
«Anche se in modi diversi, il fenomeno stage tocca molti Paesi del continente» racconta la fotografa: «Conto di lavorare anche in Francia e in Svizzera: per esempio nella “Genève internationale”, con l'ONU e tutta la rete di ONG, gli stagisti sono tantissimi». Internet è un alleato prezioso per trovare i soggetti da ritrarre. Dal punto di vista dell'organizzazione logistica, una volta che avrà un numero sufficiente di giovani disponibili a farsi fotografare, Elisabetta preparerà una tabella di marcia e si metterà in viaggio per raggiungerli e immortalarli. Ma dove? «Non sul luogo di lavoro» specifica subito Elisabetta: «Per due ragioni: voglio evitare di metterli in una posizione difficile con i datori di lavoro, e poi ritengo sia importante dare uno spazio di espressione e di sfogo fuori dall'ambiente lavorativo». E se qualcuno volesse mantenere riservatezza sulla sua identità, la fotografa assicura che penserà a qualche escamotage affinchè il volto non risulti riconoscibile.
A ciascuna foto sarà poi abbinata una didascalia in cui lo stagista potrà raccontare la sua esperienza: «Voglio lasciare totale libertà riguardo al modo in cui raccontarsi: versi, prosa, qualsiasi forma andrà bene. Questo elemento è importante anche per eliminare il senso di anonimato e uniformità».

Per chi avesse voglia di saperne di più, Elisabetta ha creato il sito structurally-recyclable.com; in alternativa potete scriverle all'indirizzo contact@structurally-recyclable.com.

Community